lunedì 10 luglio 2017

IL “PESSIMISMO COSMICO” DI SCHOPENHAUER: L'ESISTENZA E' UN NULLA FATTO DI DOLORE, NOIA E MANCANZA DI SENSO

(Difficoltà: 4,9/5)

Premessa. L'articolo è lungo e non proprio facile, ma è reso il più chiaro possibile e rappresenta in sé e nel suo piccolo – senza falsa modestia grazie anche alle parti in cui “espando” il pensiero di Schopenhauer - una specie di manuale di propedeutica filosofica. Buona conoscenza.

La filosofia di Schopenhauer è la filosofia del pessimismo più radicale.
In apparenza, il pensiero di Schopenhauer segue i dettami di tanta filosofia tradizionale e le orme di Hegel, un filosofo che peraltro egli disprezzò. Si tratta infatti di una filosofia deduttiva, che mira a spiegare tutta la realtà sulla base di un principio unico: un po' come accade con Marx e l'economia e con Freud e l'eros. E quanto accade con Hegel e lo Spirito Assoluto (ossia il potere assoluto della ragione umana, che crea tutta la realtà nel momento in cui la pensa), appunto. Ma a differenza di Hegel, prima di essere deduttiva, la filosofia di Schopenhauer è induttiva: essa deduce sì tutto l'essere dell'universo da un principio (“deduttiva” = dal generale al particolare), ma questo principio è ricavato in origine dall'osservazione dell'universo, del mondo stesso (cioè c'è “induzione” = si procede dal particolare al generale).
Quindi: prima si osserva il mondo per ricavare il principio attraverso cui questo opera, e poi si interpreta il resto dei fenomeni del mondo sulla base di questo principio, deducendo da esso realtà, circostanze, comportamenti e motivazioni.
Il principio che secondo Schopenhauer governa il Tutto è la Volontà di Vivere (Wille zum Leben, in tedesco).