sabato 3 novembre 2018

ALTA TASSAZIONE E EVASIONE FISCALE: IL SISTEMA ITALIANO E' UN SOCIALISMO DI FATTO?


(Difficoltà: 3,3/5)

Pressione fiscale in Italia: in crescita pressoché costante
Da investitore di borsa, so che l’acquisto di azioni equivale all’acquisto di un pezzo di azienda: è partecipazione al capitale di quell’azienda. E so che i dividendi che mi vengono corrisposti a ogni quarto dell’anno (per la Borsa americana) sono una distribuzione degli utili ai quali la quota di possesso di quell’azienda mi dà diritto. Uno investe in borsa per guadagnare, cioè per partecipare degli utili. Il guadagno di borsa può derivare da questi utili, e quindi abbiamo i dividendi (i dividendi sono di norma una porzione del clash flow, cioè della liquidità che un’azienda si trova ad avere a disposizione al netto degli utili reinvestiti o devoluti a copertura di rate di debito, o altro); ma il guadagno può derivare anche (e qui sta il vero fascino della borsa), dalla speculazione, cioè dalle oscillazioni del valore dell’azione di quell’azienda, che possono anche non avere nulla a che fare con la reale performance finanziaria della stessa. In quest’ultima accezione, la borsa viene ad assomigliare più a un casinò che ad altro.

giovedì 1 novembre 2018

ANCORA QUATTRO RIGHE SUL "POLITICAMENTE CORRETTO"

(Difficoltà: 0,8/5)


"Dentro ogni progressista c'è un totalitario smanioso di manifestarsi" (David Horowitz)

 
"Proteste violente nei campus universitari"
Come già osservato in un precedente articolo (1) il "politicamente corretto" è, innanzitutto, una strategia per soffocare la libertà d’espressione dietro una parvenza di civilità evocata dal rispetto di dogmi moralistici che reclamano per sé un valore superiore al fondamentale diritto liberale della libertà di parola.
Il “politicamente corretto” è l’autentica piaga dei nostri tempi, perché distilla l’essenza di ogni impulso antidemocratico. Esso è il ricatto morale del: "O fai, pensi e dici come dico io ho sei un razzista, omofobo, xenofobo, islamofobo" ecc. Il p.c. conta sul fatto che, nel medio-lungo termine, tutti si adeguano ai suoi dikat senza nemmeno bisogno di essere sollecitati, solo per non essere pubblicamente (la sinistra controlla tipicamente la stragrande maggioranza dei media) additati con gli appellativi di cui sopra. E la capacità del cittadino di autoregolarsi in merito a ciò che può e non può dire, cioè di autocensurarsi, è l'autentico sogno di ogni dittatore: l’“internalizzazione” dell’autorità (2) è anche l’internalizzazione del censore, vale a dire che ognuno si rende censore di se stesso, il che rende a questo punto innecessaria una forma di costrizione e oppressione esterna. Il singolo, il partito o l’oligarchia al potere ottengono così la condizione ideale per un dominio di cui non si vede la fine, e che si basa sul controllo dell’opinione pubblica attraverso il controllo su ogni singola coscienza. Tutto questo è ciò a cui mira il "politicamente corretto": instaurare una dittatura totalitaria conservando l'illusione di essere in democrazia.