martedì 26 luglio 2016

L'"IPOCRISIA": CIO' CHE E' E CIO' CHE NON E'

"Giano", di R. Sommaruga
"Giano" (1967), di R. Sommaruga
(Difficoltà: 3,8/5)

Se c'è una cosa che odio (o meglio, che disapprovo) è l'utilizzo che si fa del concetto di “ipocrisia”. Il concetto di “ipocrisia” non è, a dispetto del suo frequente uso, qualcosa di facile da afferrare; ergo, esso viene spesso usato a sproposito. La sua difficoltà deriva dal fatto che si riferisce a un atteggiamento e non a un episodio preciso e concreto, come accade nel caso del concetto di “bugia” o “menzogna”: essendo più "aereo", la ragione fa più fatica ad "afferrarlo" (appunto). 

lunedì 25 luglio 2016

"IL CAOS NON ESISTE": UNA FONDAZIONE GNOSEOLOGICA DEI PRINCIPI DI ORDINE E GIUSTIZIA

(Difficoltà: 4,8/5)

Immanuel Kant
Immanuel Kant
E' piena estate. Da giorni osservo un ragnetto che si è creato una ragnatela tra le doppie finestre della mia camera da letto. La mia camera si affaccia a sud, e c'è uno scampolo di giornata, diciamo tra le 11 e le 12, in cui l'angoletto dove il nero artropode ha intessuto la sua ragnatela è colpito direttamente dal sole. In aggiunta, le finestre esterne sono di metallo, e quindi veicolano particolare calore. Ma per il resto della giornata l'angoletto in questione è coperto dall'ombra, e questo ha permesso evidentemente al ragnetto di sopravvivere.

domenica 17 luglio 2016

10MILA COSE CHE MI FANNO INCAZZARE/9975

 (Difficoltà: 3,2/5)

LA SOCIETA' CONTEMPORANEA: UNA QUESTIONE DI AUTOMATISMI

Viviamo in una società che ci chiede tempi di reazione fulminei
Vorrei mettere agli atti un episodio capitatomi recentemente. Mi trovavo alle poste per recapitare una lettera raccomandata di tipo 1. Entro, mi faccio dare il modulo, compilo e aspetto paziente il mio turno. L'ufficio è pieno di extra-comunitari, dal momento che esso sorge in un'area della mia città di particolare varietà etnica. Le uniche due impiegate allo sportello sembrano far di tutto per esasperare i numerosi clienti, che infatti iniziano a protestare, seppure con ironia: solo uno sportello è aperto alla volta, perché, per chissà quale problema, un cartello “sportello chiuso” si alterna all'uno e all'altro degli unici due sportelli accessibili. Il sospetto è che il direttore di filiale faccia fare un po' di back office alle impiegate. Una delle due impiegate, quella di cui dirò più avanti, batte i tasti con una lentezza che pare studiata: per chi fosse pratico di dattilografia, diciamo che fatica ad arrivare alle quindici parole al minuto, e non sto scherzando. Ma soprassediamo sulla proverbiale voglia di lavorare della fauna impiegatizia del pubblico impiego: non è questo il punto che voglio discutere qui.

mercoledì 6 luglio 2016

L'ARTE DI CHRISTO: IL TALENTO DEL CAPITALE

Le "floating piers" sul Lago d'Iseo
(Difficoltà: 4,5)

L'arte di Christo (una specie di Land Art) è un'arte-evento. Da una parte, essa sembrerebbe esprimere la caducità del prodotto artistico, che s'inscrive pur sempre nel mondo e quindi soggiace al carattere perituro dell'esistente, tanto più se questo mondo è un frenetico succedersi di mode in una società iper-consumistica. L'eternità dell'opera d'arte è così un'illusione: il massimo a cui l'opera d'arte possa aspirare è un'installazione nel museo, a testimoniare un periodo di vitalità passata. Ma – qui il punto – come la vita – per quanto effervescente – lascia il posto alla morte, così la vitalità culturale dell'opera d'arte lascia il posto al magone della nostalgia storicistica. La presenza dell'oggetto d'arte nel museo lo costituisce a oggetto di una siffatta contemplazione, e ciò proprio nel momento in cui ne sancisce la solenne consacrazione di fronte allo spirito della Storia: se il cesso di Duchamp non stesse in un museo, esso apparirebbe come un qualunque pisciatoio, ma almeno manterrebbe la sua vitalità – seppur triviale - di oggetto d'uso quotidiano.