domenica 9 novembre 2014

EROINA: LA STRAGE DI STATO DI CUI NESSUNO MAI PARLA

(Difficoltà: 2,2/5)


Scena di ordinaria autodistruzione
Gli anni '70. Sembra proprio che quando si parla degli intrecci di quegli anni bui, tutto ciò che appare incredibile ma verosimile sia, proprio per questo, reale.
Dell'"Operazione Blu Moon" riferisce Roberto Cavallaro, già collaboratore del SID, e che è unico autentico testimone ufficiale della nascita di questa strategia, di cui sentì parlare per la prima volta in una riunione dei servizi segreti sui Monti Vosgi, in Francia, nel 1972.
L'"Operazione Blue Moon" comportò la subdola introduzione della droga negli ambienti della contestazione per indebolirne la forza rivoluzionaria. Si tratta di una vicenda complessa e ricca di eventi e passaggi successivi, che forzano il presente articolo a un certo schematismo espositivo.


L'"Operazione Bluemoon": i Passaggi di una Strategia Diabolica

Agli inizi degli anni '70 dalle piazze di spaccio italiane spariscono improvvisamente anfetamine, hashish e marijuana e s'impone pian piano un'unica droga: l'eroina, che viene diffusa inizialmente a basso prezzo, causando negli anni successivi fino a mille morti all'anno solo in Italia. Questo processo conosce, già nel '72, cioè l'anno in cui è fatta scattare la cosiddetta "Operazione Bluemoon", precisi passaggi legislativi e giudiziari: 

1) nel 1972 la legge Valsecchi, in ritardo di 34 anni rispetto all'Europa, mette improvvisamente al bando le anfetamine da tutte le farmacie. 
2) Sempre nel '72, c'è il picco di sequestri di marijuana, che diventa di conseguenza per molti mesi irreperibile e trova un sostituto nella morfina. 

Elencherò di seguito altri avvenimenti che, dentro un quadro d'insieme che apparirà via via più chiaro, articolano un piano che mirava a sopire e neutralizzare, in parallelo alla "Strategia della Tensione" e alle stragi fasciste, la protesta dei movimenti extra-parlamentari, la quale si faceva forza della presenza del più influente partito comunista d'Occidente, in costante ascesa nel periodo '69-'74 già in un contesto geopolitico che vedeva l'Italia paese di frontiera e di cerniera col Patto di Varsavia data la contiguità di frontiera con la Jugoslavia di Tito. 
Le domande suscitate da fatti apparentemente inspiegabili trovano risposta solo nell'"Operazione Bluemoon", sulla cui esistenza ormai non ci possono essere dubbi, perchè confermata in documenti emersi dagli archivi della Cia e dell'Fbi, con il coinvolgimento di tutti i servizi segreti occidentali:

- nel marzo del 1970, il Nucleo Antidroga dei Carabinieri irrompe in un barcone sul Tevere, teatro di un incontro fra diversi giovani. Il report delle autorità indica il ritrovamento di mezzo chilo di hashish e di siringhe e droghe stimolanti.  L'episodio funge da pretesto per far nascere, grazie alla grancassa degli organi d'informazione (migliaia di articoli in sei mesi, fatto senza precedenti), un "problema droga". In realtà si viene a sapere più tardi dagli atti dell'istruttoria che la droga ritrovata ammonta a mezzo grammo di hashish, e che nessuno dei giovani è stato incriminato perchè tutti sono risultati negativi agli esami tossicologici. Si trattò quindi di una montatura per innescare una campagna repressiva senza precedenti con il coinvolgimento di stampa, autorità giudiziare, nuclei specializzati delle forze dell'ordine, agenti americani. Nei giornali, in particolare, si diffonde l'immagine del "capellone" contestatore dedito al "buco". La campagna ha, perversamente, l'effetto di diffondere tra i giovani la curiosità morbosa per la droga, in particolare l'anfetamina da assumere per endovena. Nasce qui la cultura del "buco". Quando con la legge Valsecchi del maggio di due anni dopo l'anfetamina viene inserita nell'elenco delle sostanze stupefacenti e improvvisamente ritirata dal mercato, si contano in Italia già 10 mila consumatori di anfetamine per endovena, in cerca ora di una droga sostitutiva che lenisca le pene dell'astinenza. Subentra sul mercato, nell'autunno dello stesso anno, la morfina, inizialmente a prezzi stracciati e di elevata qualità. Tra il '72 e il '73 alla morfina viene lasciato campo libero, e non si conta alcun arresto nè tra i consumatori nè tra gli spacciatori.
- Nel '73, l'ambasciata americana a Roma munisce i turisti americani di una guida ove si dice di non accettare pastiglie che sono regalate da "spie del Nucleo Antidroga" (Alfonso Madeo, "La droga trabocchetto per i turisti a Roma", Corriere della Sera, 23 maggio 1973). Perchè le forze dell'ordine, invece di contrastare la diffusione di sostanze stupefacenti, ne promuovevano attivamente l'utilizzo? Come poteva l'ambasciata americana essere a conoscenza di ciò? 
- Nel '74 c'è un altro giro di vite contro la marijuana, con duemila arresti. La droga sparisce ancora una volta dal mercato - per riaffiorarvi a sprazzi successivamente e a prezzi proibitivi - seguita ora anche dalla morfina. 
Il biennio '74-'75 vede il trionfo dell'eroina. I tossicomani non hanno scelta: passati dall'anfetamina (un potente stimolante) alla morfina (un narcotizzante), precipitano infine nell'eroina (un derivato della morfina, due volte più potente), venduta inizialmente a prezzi bassi. Una gradualità perfetta e alquanto sospetta. Già nel '75 si contano in Italia 20 mila eroinomani.
- L'unico sequestro di eroina fu a Roma nel 1975, ad opera del commissario Ennio di Francesco, che -con suo profondo stupore (vedi sua intervista nel primo link a fondo articolo)- fu rimosso dalla Mobile il giorno stesso. Le indagini furono così soffocate sul nascere. Perchè si volevano impedire sequestri di un droga che si sapeva così pericolosa, al punto da sanzionare e rimuovere chi semplicemente faceva il proprio dovere?
- Dal '75 all' '80 il problema eroina diventa endemico. L'informazione latita, nessuno parla degli effetti mortali della sostanza. I telegiornali sono troppo occupati a stigmatizzare le conseguenze della marijuana, nemmeno paragonabili a quelli dell'eroina. La disinformazione arriva al punto di instillare la convinzione, delirante, che droghe come la marijuana siano più pericolose dell'eroina.


Il Coinvolgimento della CIA e di altri servizi segreti occidentali

Il coinvolgimento della CIA e dei servizi segreti occidentali è un fatto palese e documentato:
- Come osserva lo storico De Lutiis (intervistato nel "reportage video" sotto linkato), è accertato che la CIA inserì già prima del '68 propri uomini nel movimento studentesco USA per diffondere alcune droghe volte a distrarre dall'impegno politico le forze antagoniste al sistema. Contestualmente, le infiltrazioni miravano anche a far apparire i protestatari come un pericolo per la società intera: nella convention hippy di Chicago del 1969, che finì in guerriglia, il 17% dei manifestanti erano agenti dei servizi segreti infiltrati dall'FBI. Il duplice registro dell'inquinamento dall'interno (l'introduzione della droga da una parte e la violenza - per far apparire il movimentismo di sinistra socialmente pericoloso, come già si può vedere nella "Strategia della Tensione" - dall'altra) sembra quindi una costante operativa delle alte sfere di governo occulto della politica occidentale.
- Nel novembre del '71, l'agente segreto Roger De Louette fu sorpreso negli States mentre tentò di introdurre in New Jersey 44 kg di eroina. Dichiarò di aver agito per conto dei Servizi segreti francesi. Che interesse potevano avere i Servizi francesi nell'importare negli States ingenti quantitativi di eroina? Agivano da soli o secondo un piano concordato con gli altri Servizi, primo fra tutti evidentemente quello americano?
- L'Aginter Press, con sede a Lisbona, fu formalmente un'agenzia di stampa, in realtà struttura parallela istituita dai servizi segreti occidentali in funzione anti-comunista, con tra gli altri lo scopo di addestrare militanti di destra a confezionare bombe e anche infiltrarsi nei gruppi rivoluzionari.   
- Come per la "strategia della tensione", è assodato che i servizi segreti utilizzarono per l'esecuzione dell'"Operazione Bluemoon" esponenti dell'estrema destra, infiltrati tra la gioventù di sinistra per propagare l'uso dell'eroina. Ne dà testimonianza il terzo tra i video sotto elencati (dal min. 16:08).
- A riprova di quanto detto nel punto precedente, si veda il caso emblematico dell'uccisione di Fausto e Laio a opera dei fascisti. I due militanti del Leoncavallo stavano conducendo meticolose indagini (con tanto di interviste sul campo registrate su nastri poi regolarmente trafugati) sul traffico di eroina e cocaina nel loro quartiere di Casoretto e nelle vicinanze di Lambrate e Città Studi, traffico gestito dalla malavita organizzata e dalla destra estrema milanese.


Il Successo dell'Operazione Bluemoon: la Strage di Stato di Cui Nessuno Parla  

- Nel '70 non c'era in Italia nessun consumatore di oppiacei; nel 1977 ce ne saranno 28 mila; nell'82 92 mila (dati British Journal of Addiction, 1992). L'eroina fu lasciata libera di devastare la vita di centinaia di migliaia di giovani e delle rispettive famiglie. 
- L'idea che l'eroina fosse una trappola architettata per assopire e disinnescare i moti di protesta giovanile risulta dalle parole delle stesse vittime. Chiare e inequivocabili sono le testimonianze di chi passò da una vita di lavoro, di studio, di impegno sociale e di protesta alla fuga nel paradiso artificiale dell'eroina (si vedano sotto i video su "Parco Lambro", ma soprattutto "La storia di Antonio e Filomena" - min. 8:44 - dove Antonio parla del suo passato di operaio prima della dipendenza, e dell'effetto annichilente della "roba" sulla sua "identità di classe").


Conclusione

Per chi ha vissuto quegli anni, lo spettacolo di parchi pubblici invasi di siringhe, di adolescenti e giovanissimi sdraiati sulle panchine e per terra in stato di incoscienza e l'orda di zombie questuanti nelle vie del centro e nelle stazioni dei treni rappresenta un ricordo indelebile, il ricordo di una gioventù che si butta via nel modo peggiore.
L'improvvisa diffusione dell'eroina non è una fatalità sancita da un nefasto allineamento degli astri, ma un piano articolato e diabolico escogitato nelle supreme sfere della politica internazionale, che è a un certo punto probabilmente sfuggito di mano.
Come nel caso della stagione delle stragi fasciste, nessuno dei veri responsabili ha pagato e mai pagherà, perchè la giustizia è in mano agli Stati, e questi non possono punire se stessi. La sete di giustizia del comune cittadino può però trovare conforto nella conoscenza, che richiede tuttavia il coraggio di una presa di coscienza: quella che lo Stato, a volte, può essere il peggior nemico di quella società che in teoria dovrebbe tutelare e proteggere. 

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Per chi ne vuol sapere di più: 
- il libro "Eroina", di G. Blumir;
- questo reportage video;
- l'eroina al Parco Lambro (1976);
- la storia di Antonio e Filomena (IIa di 3 parti).

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