martedì 20 agosto 2013

"PRESENZA SUL TERRITORIO" E "CENTRALITA' DEL CLIENTE": LA VERITA' DIETRO GLI SLOGAN

(Nota preliminare: trattasi di un articolo un pò datato ma attuale che ho riscoperto nel mio "archivio" e che ho voluto ivi inserire. Grazie.)
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(Difficoltà: 2,9/5)

Con l'avvento dell'home banking, della possibilità di eseguire operazioni di gestione conto e similia dal telefonino, e con la diffusione di ATM (le macchinette bancomat, per intenderci) "evoluti" - e cioé non solo adibite al prelievo ma anche ad altre operazioni - le banche lamentano una penuria di clientela "fisica" agli sportelli delle filiali. Andati sono i tempi delle lunghe code allo sportello, in attesa del proprio turno. Buona cosa, ovviamente. Ma la storia non finisce qui.


"Il Cliente Rimane Per Noi Al Centro (quando guidiamo la Mercedes)"

Come si apprende da "Affari&Finanza" di Repubblica (12 luglio 2010) secondo il Boston Consulting Group le filiali delle banche sono tuttavia cresciute dal 2004 a oggi in Italia da 30 a 33 mila sportelli, in controtendenza con l'Europa (se si esclude la Spagna, dove però il fenomeno si lega alla bolla immobiliare).
Come è possibile che le banche italiane, che la tradizione vuole conservativamente attente ai bilanci, non corrano ai ripari invertendo questo trend apparentemente irrazionale? Ce lo dice più sotto nella stessa pagina il direttore marketing di Intesa San Paolo, un certo Marco Siracusano, secondo il quale la loro è una "'banca dei territori'. Non vogliamo assolutamente che ci sia uno scollegamento con i clienti. Noi non facciamo banca per fare dei bonifici su internet, ma per dare una serie di servizi". Ora, che si mandi avanti un capo del marketing per spiegare una strategia aziendale (cosa peraltro tutt'altro che infrequente), già dovrebbe far suonare un campanaccio d'allarme in testa. Ma andiamo avanti.
A rincarare la dose, ci si mette Giancarlo Barbieri, responsabile della rete commerciale di Banca Mps, per il quale "il cliente, nella nostra visione resta al centro. [...]. Nonostante gli investimenti nelle nuove tecnologie, abbiamo però sempre chiaro in mente che la nostra tradizione è quella della territorialità."
 "Presenza sul territorio", "centralità del cliente" ecc. Questo linguaggio conciliante di un samaritanismo clientelare (nel senso di rivolto ai clienti, cosa avevate capito...) induce parallelismi forzati con il mondo della politica, ma ben al di là del valore letterale di ciò che nell'uno e nell'altro ambito si dice. Infatti, ciò che le nostre eminenze economiche e politiche dicono va passato alla griglia, per vedere cosa resta di ciccia se togliamo il fumo. Si scopre allora sovente - e questo sembra essere il caso - che non solo la ciccia è poca, ma è pure immangiabile, quando non già digerita e cacata.


Una Traduzione Fatta col Naso...

Quindi vorrei incitare i miei lettori a instillare nella loro quotidianità di spettatori dell'infinito spectaculum horribile italiota l'habitus di una decodificazione che elabori gli input auditivi delle dichiarazioni ufficiali di questi signori per trasformarli in realtà olfattive: cioé un decoder che identifichi le stronzate dietro le parole sontuose, forbite o solo un pò ruffiane, e che vi odori la puzza di bruciato prima che tutto vada a fuoco. Perché dietro ognuno di certi discorsi c'è un'intenzione precisa. E l'accondiscendenza multi-level (giornalismo, magistratura, autorità vigilantti ecc.) con cui nel Belpaese si gratificano la cattiva politica e la cattiva economia permette spesso che le peggiori intenzioni si trasformino in realtà.
Allora la "presenza sul territorio" significherà, tradotto dal politichese, "raccolta clientelare di voti". E "attenzione per il cliente", tradotto dall'"economichese": "Possibilità di carpire con metodi vessatori la buona fede di anziani e risparmiatori non informati, abbindolandoli con l'acquisto di nuovi raffinati prodotti dell'ingegneria finanziaria o con quello dei titoli in odore di bancarotta o default o quant'altro, ove il face-to-face con il "consulente" naturalmente ha efficacia di molto superiore e più diretta rispetto a un banner promozionale su browser desktop o mobile, che ampi strati della popolazione manco sanno cosa siano.


Conclusione

Con l'evoluzione dallo stato di animalità, l'uomo ha perso qualcosa di inestimabile: il fiuto per le cose e per le situazioni (e per le persone). Il messaggio finale potrebbe essere allora il seguente: riabituarsi a usare il naso. Altrimenti, con che coraggio potremo lamentarci, la prossima volta che qualcuno arriverà a lessarci a bagno-maria nello sterco?

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