lunedì 28 ottobre 2013

"COME E' CAMBIATO LO SPORT". LA MIA SUL DOPING

(Difficoltà: 3,1/5)

Nadal: Tennista o Culturista?
Lo "sport" è diverso dal "gioco". Il calcio - a titolo di esempio - è un "gioco", non propriamente una disciplina sportiva: non richiede doti di atleta e si può giocare anche da piccoli; inoltre, non ha insito il principio e l'obiettivo del superamento dei limiti fisici umani, quale espresso dai concetti di “record” o “miglior tempo”. Il gioco mette in scena il talento nell'utilizzo creativo di uno strumento, come nel caso del pallone per il calcio e per il basket, della racchetta per il tennis e così via.
Lo sport, invece, mette l'accento sulla preparazione atletica, sul sacrificio, sulla resistenza: tutte qualità dalle quali il giocatore di talento può, entro certi limiti, prescindere. Di talento nell'atletica e nel ciclismo si può parlare solo impropriamente, intendendo non qualità creative nella gestione dello strumento, ma predisposizione fisica all'evento sportivo, cioè doti di resistenza, di velocità, di agilità e di destrezza, ma anche propensione caratteriale al sacrificio e all'allenamento intensivo. Per questo l'atletica - a differenza del calcio, può essere definita "disciplina".
In quanto nel loro caso la vittoria passa per il superamento dei limiti fisici testimoniabili dal superamento di un record per le varie misure (tempo, distanza, peso ecc.), gli "sport" sono, nella norma, più permeabili al fenomeno del doping di quanto non lo siano i "giochi", dove il talento non può essere questione dell'utilizzo di una sostanza chimica.


Il Doping nei "Giochi" e il Doping nelle "Discipline Sportive": la Differenza è Veramente così Grande?

Riconosciuta questa distinzione, il problema del doping però non si sposta di un millimetro, perché – soprattutto nello sport moderno - le doti atletiche giocano dappertutto un ruolo comunque importante.
Se prendiamo il nostro sport nazionale, il calcio, l'atleticità è divenuta ormai importante tanto quanto lo è il talento. I registi alla vecchia maniera come Pirlo sono oggi una rarità: le stesse distanze che si percorrevano un tempo con passaggi lunghi, si coprono oggi sostanzialmente con la corsa (sia essa palla al piede sia con i fraseggi alla spagnola, che richiedono comunque frequenti scatti sul breve da parte dei giocatori senza palla). I talenti naturali negli ultimi 10-15 anni sono molto più rari di quello che si pensa: tolti i vantaggi della velocità e della massa muscolare, ciò che resterebbe sarebbero dei buoni giocatori, ma inferiori a ciò che furono Maradona, Platini, Zico, Pelè ecc. Anche il tennis – per citare un altro esempio - è oggi prevalentemente un fatto di corsa: si bada più a mandar di là la palla che a cercare il punto.
La questione da sottolineare è quindi che oggi i “giochi” si sono sempre più assimilati, grazie all'accento sulla prestazione atletica, alle discipline più propriamente “sportive” come l'atletica, il ciclismo, ecc. Il peso di gran lunga maggiore che il fattore atletico ha nella determinazione del giocatore di valore rispetto a tempi passati, autorizza per “sport” come il calcio e il tennis gli stessi sospetti che hanno minato la credibilità dell'atletica e del ciclismo.


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