martedì 11 febbraio 2014

LA SAGGEZZA CHE SI DIMENTICA

(Difficoltà: 1,8/5)

Buddha
Il potere e il fascino della saggezza fanno sempre leva sulla scarsa memoria storica, perchè se l'umanità avesse memoria, certi proclami e certe massime le sembrerebbero inutili rimasticature. 
La scarsa memoria storica fa la fortuna di tutti i filosofi, i saggi e i santoni sputasentenze del nostro tempo. Quello che è un consiglio affatto normale, naturale deposito di un esperienza per errori fatta da chi ci ha preceduto nei secoli e millenni, diventa allora una rivelazione, un'epifania del buon senso, un monito di rara intelligenza.
C'è stato un tempo in cui la saggezza permeava la vita di interi popoli e classi sociali. La saggezza era l'ideale a cui conformare tutta la propria vita; essa veniva addirittura prima della vita (Socrate), e non si prescindeva mai da essa. 
Quello che era un tempo il pane quotidiano, viene oggi somministrato in pillole: in forma di massime, aforismi, frasi ad effetto astratte dal contesto, messaggi nei baci Perugina ecc. Noi italiani, che applichiamo molto poco la saggezza, siamo forse il popolo che l'ammira di più. Ma l'ammirazione ha a volte il senso di un onesto tributo pagato a una cosa dalla quale si vuole mantenere distanza. Bisogna diffidare di chi ammira la saggezza negli altri, e ammirare chi la pratica. 

Gesù, Socrate e Buddha hanno calcato il suolo del nostro pianeta infinite volte. E' solo che ce ne siamo dimenticati.  

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