domenica 9 marzo 2014

IL POTERE DEL TERRORISMO

Hamas: "E sappiamo che non c'è sangue migliore di quello degli Ebrei."
Un giorno, uscito da casa, la mia attenzione fu catturata da una copiosa nuvola di fumo che usciva dal tetto del palazzo di fronte. Il punto di uscita di quel fumo, più denso del normale, mi era nascosto alla vista. Rientrai a casa e chiamai i pompieri, illustrando a un'operatrice i dettagli di quella che credevo un'emergenza. Dovetti anche elencare le mie generalità, come forma di tutela contro le bravate di perditempo e mitomani.
Nell'intervallo di qualche minuto, si creò nel mio quartiere un caos mai visto: un gigantesco mezzo dei vigili del fuoco, più pattuglie di forze dell'ordine impegnate a formare un cordone attorno all'area interessata, e numerosi assembramenti di civili incuriositi dal trambusto. Alla fine, la causa della colonna di fumo fu individuata nell'opera di un inquilino che aveva deciso di sbarazzarsi di materiale superfluo.
Il messaggio che si può trarre da un episodio così triviale è chiaro: la facilità con cui si può creare l'emergenza sociale descrive bene il potere del terrorismo. Il gioco del terrorismo è facile, perchè la paura non ha bisogno dei fatti compiuti, anzi per definizione li esclude, e la minaccia non ha bisogno di essere attuata, ma anzi è tanto più forte in quanto viene mantenuta tale, come uno spettro angosciante che attanaglia nell'inconscio sentimenti, pensieri e azioni individuali e collettivi. Come la mia segnalazione ha bloccato mezzo quartiere, così un semplice messaggio anonimo può bloccare un'intera nazione. 
Il potere del terrorismo sta tutto negli elementi che compongono la sua vigliaccheria: il nascondimento e, di regola, la scelta di bersagli inermi.

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