domenica 2 novembre 2014

IL VOLTO GENTILE DEL RIFORMISMO PIDUISTA: MARIA ELENA BOSCHI

(Difficoltà: 1,6/5)

Forza Italia e Pd: è vero amore
Da qualche anno, ormai, il motto della nuova retorica del potere è solo uno: “Giovane è bello; e se è donna è pure meglio.” Come dar torto, a prima vista, alla materia prima di questo refrain assillante? Dopotutto, non è forse vero che la politica italiana è impaludata da almeno mezzo secolo? Non è vero che, se si eccettuano poche simboliche mosche bianche come Nilde Iotti e Veronica Pivetti, il panorama politico è stato dominato da sempre da vecchie cariatidi di sesso maschile?
Quindi ben vengano i giovani (e la retorica giovanilistica di questi ultimi anni non si vedeva dal tempo del fascismo). E ben vengano le donne, la qual cosa peraltro contrassegnerebbe un ritardo della politica rispetto alla società di almeno 40 anni.
Ma la "retorica", si sa, perderebbe la sua ragion d'essere se non implicasse un'insostenibile semplificazione della realtà. Le domande successive, infatti, potrebbero essere: “Ma se il giovane è allievo del vecchio potere, se sorge dallo stesso humus politico-culturale che vogliamo lasciarci alle spalle, fa poi tutta questa differenza?” E: “Se la donna è figlia del potere, rappresenta veramente quel quid che fa respirare alla politica l'aria del tanto sospirato cambiamento?”


C'era Una Volta La Costituzione

Maria Elena Boschi, Ministro per le Riforme Costituzionali nel governo Renzi, è forse l'emblema – più per il ruolo ricoperto che non per l'arroganza del carattere, ben nascosto dietro l'accattivante sorriso, va detto, per il quale ha un avversario insuperabile in Pina Picierno – del rinnovamento fallito. E lo è forse ancor più del “giovane” Renzi, il che è tutto dire.
34 anni, avvocato nativo di Montevarchi, è anche Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Il padre si chiama Pier Luigi Boschi, dal 2011 membro del Consiglio della Camera di Commercio di Arezzo e, più recentemente, vicepresidente della Banca D'Etruria. Nonché direttore generale della fondazione Open, la “cassaforte che finanzia l'attività politica di Matteo Renzi e ha coperto, tra l'altro, l'esborso di circa 300 mila euro per la Leopolda.” (Il Fatto Quotidiano, 2 Nov. 2014).
Quindi non solo la Boschi è, incontestabilmente, parte del sistema in quanto classica “figlia di papà”, ma è anche e soprattutto l'esempio paradigmatico di una struttura di potere nel quale le cariche istituzionali non si trasmettono nemmeno tanto più per spoil system o cooptazione: si comprano con moneta sonante.

Ancor più delle effusioni con il pretoriano berlusconiano Romani (visibilmente imbarazzato: "Ma come, così davanti a tutti?", sembra pensare) esibite a favor di telecamera in occasione dell'approvazione in prima istanza della riforma del Senato, è soprattutto la storia della Boschi a farci intuire che la Costituzione nata sul sangue dei Partigiani è in eccelenti mani: quelle dei giovani e galanti nipotini di Gelli.

"Fiat volùntas tua".

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