domenica 7 dicembre 2014

IL "CANCRO ROSSO" CHE STA UCCIDENDO L'ITALIA

(Difficoltà: 1,4/5)

Benvenuti nel paese del cancro rosso.

L'ex partito comunista fu l'unico a rimanere sostanzialmente intoccato, più di quattro lustri fa, dalle indagini di Tangentopoli. In questi 20 anni, la stessa nomenklatura che si vide miracolosamente risparmiata - grazie all'omertà del compagno Greganti - dalla galera e dalla decimazione politica che ha colpito gli altri maggiori partiti storici della Prima Repubblica, ha avuto mani libere per continuare a rubare e a tirare i fili di trame indicibili. I ladri degli altri partiti sono usciti di scena, mentre loro stanno ancora tutti lì.
I libri di Storia dovranno parlare di un ventennio perso dietro ai continui e martellanti tentativi di riformare in senso piduista la costituzione agglomerando i 3 poteri, che i padri costituenti vollero divisi, in un unicum autoritario. La violenta neutralizzazione dell'istituto parlamentare attraverso l'abuso del decreto – un tratto che contraddistinse la Repubblica di Weimar, con tutte le conseguenze che sappiamo –, lo stupro dell'istituto referendario e la riforma della legge elettorale per poter costituire un parlamento di nominati sono altrettanti contrassegni di un colpo di Stato ingentilito dall'assenza dei carri armati nelle strade. Come nella metafora della rana nella pentola, il popolo italiano si è fatto cuocere a fuoco lento e si ritrova assuefatto a ogni tipo di attacco barbarico alle libertà costituzionali, sferrato dall'interno stesso delle istituzioni.
In questi 20 anni, quindi, l'attività politica si è concentrata sulla necessità di non far emergere i reati, e di soffocare l'iniziativa della magistratura quando, nonostante tutti gli sforzi, si fossero scoperti alcuni altarini. Il tandem con il truffatore fiscale e frequentatore di prostitute minorenni, al quale la condanna definitiva ha valso - come del resto già anni prima con D'Alema e Veltroni - una promozione del serial liar di Rignano al rango di padre neocostituente, si è rivelato fin da subito una necessità: troppa la comunanza criminale, troppi i dossier nei cassetti dei servizi segreti berlusconiani.
Dalla concessione veltroniana del monopolio televisivo alle reiterate resurrezioni da sinistra di un cadavere politico di volta in volta seppellito nella sporcizia corruttiva e mafiosa da lui stesso sollevata, il fenomeno del berlusconismo che ha infestato questi due decenni è opera del cancro rosso, non ci possono essere dubbi al riguardo.
Senza il cancro rosso, poi, le mafie non avrebbero potuto prosperare fino a diventare la prima azienda d'Italia, perchè le istituzioni non avrebbero dovuto sottostare al ricatto della trattativa e all'osservanza certosina del papello. Una legislazione che favorisca la mafia – o l'assenza di una legislazione che la ostacoli – favorisce anche ogni tipo di attività criminale non organizzata, perchè depotenzia e neutralizza alla base gli strumenti per scoprire il reato e per arrivare a punirne i responsabili.


Non il Ladro, ma gli Elettori

Il centro-sinistra è la metastasi rossa che sta estinguendo questo paese. Ma la democrazia è fatta di scelte popolari. Il ladro che ruba quando è messo nelle condizioni per farlo segue un suo istinto: è un'oggettività contro cui è sterile indignarsi, perchè nell'ordine naturale delle cose umane. Diverso è il discorso di chi, nel suo piccolo custode del granaio, apre al ladro la porta principale. Il problema di una democrazia non può essere il ladro, ma piuttosto colui che l'ha eletto. Per il primo c'è la magistratura, per il secondo solo la propria coscienza e il proprio “istinto” democratico, che è precisamente ciò che si è perduto.

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