sabato 27 giugno 2015

PUBBLICITA' ED EUGENETICA

(Difficoltà: 4,3/5)

Pubblicità "eugenetica"
L'estetica della pubblicità verte sull'eugenetica. Ma, a essere onesti, la sostanza del messaggio pubblicitario non rispecchia, su questo versante, l'operato di un Ministero della Propaganda goebbelsiano, anche se molte delle sue strategie di comunicazione provengono da lì. L'ideale pubblicitario di una società di persone forti e belle, infatti, non passa attraverso la manipolazione genetica, bensì attraverso la manipolazione delle coscienze. Il lato positivo è che la pubblicità non discrimina tra gli alti con i capelli biondi e i bassi con il naso adunco, ma tra i poveri e ricchi: se fosse questione di geni, non avrebbe senso acquistare lo shampoo che trasforma i capelli in fili di seta o il trucco che può far assomigliare alla star del cinema. Il lato negativo, è che della perfezione estetica – come di ogni altra perfezione o forma di successo che essa millanta - la merce regala solo l'illusione.
La pubblicità non può permettersi di ricreare discriminazioni che lascino irrevocabilmente fuori dal gioco chicchessia: tutti devono poter vedere garantito l'accesso alla merce; e a tutti deve poter essere somministrata l'illusione che un bel corredo di vestiti possa sopperire a un meno che eccellente corredo genetico: la moderna democrazia si conferma insomma, per il capitalismo, la forma di governo migliore.

Quindi la critica all'ideale eugenetico – che è pure presente - della pubblicità deve essere condotta sul piano della sua stessa illusorietà: la scelta di modelle e modelli esteticamente perfetti serve ad adescare l'ignaro consumatore: “Puoi anche tu diventare così.” L'intera società dei consumi è – il paragone è irriverente, ma solo perchè la realtà è irriverente – un gigantesco campo di concentramento dove si sperimentano soluzioni eugenetiche, e dove le cavie si offrono volontarie. Dallo Stato criminale nazista alla moderna società dell'immagine, l'eredità è chiara, ed è descritta dalle distinzioni che sono intervenute: prima l'autoinganno era dei carnefici, ora delle vittime; prima si operava sul corpo, ora sulla coscienza.

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