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E' recente notizia la condanna di un
anziano 71 enne, comminata dalla Corte d'Appello di Campobasso in
forma di un'ammenda (poi indultata) di mille euro, per aver detto ad
alta voce ciò che tutti pensano: “Italia paese di merda”. La
sentenza è stata poi confermata in Cassazione, e le motivazioni sono
state quindi depositate. Vi si legge tra l'altro: “Il diritto di
manifestare il proprio pensiero in qualsiasi modo non puo’
trascendere in offese grossolane e brutali prive di alcuna
correlazione con una critica obiettiva.” In realtà, ciò che i
giudici di Cassazione non hanno colto è che l'“insulto” alla
Nazione era in realtà una sigla – non “merda”, ma “M.E.R.D.A”
- composta dalle iniziali di parole-chiave di una “critica
obiettiva”, come vogliono le motivazioni espresse dai giudici di
Cassazione:
“M” come “meritocrazia”. Non
pervenuta. Si preferiscono i metodi del nepotismo, della
raccomandazione, della cooptazione, della spinta (anche di reni, per
le fanciulle in carriera).
“E” come “egualitarismo”.
Inesistente. Vige ancora - due secoli dopo -il pronunciamento del Marchese del Grillo (Sordi):
“Io so' io... e voi non siete un cazzo!”
“R” come “rispetto”. Per chi?
Per i deboli? Per le minoranze? Per i disabili? Per i rifugiati di
guerra? Tutti centrati e affondati
dalla Lega (anche in senso letterale).
“D” come “democrazia”. Ecco
l'oggetto del contendere: l'Italia è una democrazia? Aimè, sotto
questo rispetto, ogni contesa è persa. All'Italia di “democrazia”
rimane solo l'involucro, come voleva Licio Gelli: organi di vigilanza
che non vigilano, organi di informazione che non informano, un
Parlamento che non delibera, uno Stato che non c'è.
“A” come “antistato”. Ecco: tutto quanto detto sopra è declinabile sulla scorta di quest'ultimo concetto. Il corporativismo mafioso e la disintegrazione dei principi costituzionali - in politica e in economia - sono solo due aspetti del farsi Stato delle mafie. Ogni critica allo Stato è anche una critica all'avvenuta occupazione mafiosa: buttala via...!
Ma poi, e per concludere: perchè il cittadino comune dovrebbe
disprezzare il Paese – con le parole - meno di chi, come la nostra
classe dirigente, lo disprezza – nei fatti – anche se da essa ha
ottenuto tutto?
Quindi sì, signori giudici, l'Italia è
una paese di M.E.R.D.A., e ciò si può dire in piena “correlazione
con una critica obiettiva”. Buon lavoro, la prossima volta.

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