sabato 16 maggio 2015

L'ITALIA DI RENZI: POESIA PURA

(Difficoltà: 2,1/5)

Come è noto, la tragedia si ripete sempre nella Storia in forma di farsa. Gli eventi di questi ultimi anni – quelli caratterizzati dal berlusco-renzismo – dimostrano che l'Italia è capace di un trapasso ulteriore: quello nella barzelletta. E' una sublime ironia vedere un Paese che dopo aver affrontato e superato - pure in un cammino di continui cedimenti, concessioni e ricadute che hanno minato in maniera insanabile il senso di una “cittadinanza” italiana – le continue minacce alla sua democrazia portate dai terrorismi, dalle mafie, dalla P2 e dalla plutocrazia delinquenziale di Berlusconi, soccombe senza alcun spirito di difesa all'arditismo macchiettistico di una nullità politica (per tacer d'altro) come il “frottolino amoroso” Renzi, precipitato escrescenziale dei nostri tristi tempi. Un ganassa votato da nessuno, insospettabile (con quella faccia!) sicario di diritti e di fondamenti costituzionali. Non è poetico tutto questo?


Italia Paese maledetto da Dio e dalla Storia, ma va bene così. Stiamo forse infatti vivendo la nemesi di un "nazione" schiacciata da un secolo e mezzo di contraddizioni micidiali, iniziate dal sommo paradosso di un'annessione spacciata per unificazione, e continuate con quello che sappiamo. Un Paese che non sarebbe mai dovuto esistere, e che ha vivacchiato accumulando l'una sull'altra le peggiori malattie, come soleva accadere ai figli dell'incesto nei contesti dinastici dell'ancien régime; morbi che l'Italia, organismo autoparassitario, ha coltivato invece di debellare. Un Paese-palude, insomma, brodo colturale in cui ogni virus, vibrione o batterio può attecchire e prosperare; un mostro che produce anticorpi contro i suoi stessi anticorpi.
Uno squallido angolino di mondo popolato di sodomiti repressi, sempre solerti nell'attaccarsi come cuccioli di scimmia al “petto villoso” del duce che passa per di lì, non solo non merita di esistere, ma nemmeno di nascere. E questo è l'intero punto.
Il “partito della nazione” di Renzi – caso tutt'altro che desueto di realtà già operativa che si camuffa da progetto futuribile, pertanto morto in partenza – è, di quella stessa nazione, il de profundis. E' il cerchio che si chiude. Se non è poesia questa, ditemi voi cos'è.

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