lunedì 22 maggio 2023

LA LEGALIZZAZIONE DELLE DROGHE COME MODO PER SCONFIGGERE IL CRIMINE: UNA BALLA STUPEFACENTE

(Difficoltà: 3,3/5)

Eroina legale agli inizi del secolo scorso
Nella (relativamente) nuova religione del “progressismo” vige naturalmente il comandamento della liberalizzazione delle droghe. Si porta avanti la giustificazione che questo darebbe il colpo di grazia ai traffici illeciti della mafia. Va da sé che il “progressismo” non conosce sfumature o limitazioni: dopotutto è un’ideologia, e l’ideologia è per natura massimalista (1).

Ciò si fa evidente nella polemica americana sull’aborto, innescata dalla decisione della Corte Suprema (2) di negare che l'aborto faccia parte dei diritti costituzionali: andando bene a vedere, anche qui i "progressisti" nel complesso non pongono limiti all'età del feto. Quando parla di liberalizzazione delle droghe, quindi, il “progressismo” indica la totale liberalizzazione delle droghe, anche di quelle pesanti come l’eroina.

 

La Liberalizzazione delle Droghe non Potrà mai Sconfiggere il Crimine

La giustificazione che la legalizzazione delle droghe può servire a sconfiggere il crimine organizzato, è un cavallo di battaglia del progressismo. Il sospetto che si tratti di un pretesto però dovrebbe sorgere dalla riflessione sul paradosso di una Sinistra che improvvisamente si preoccupa di combattere il crimine. Scavando più a fondo nella logica fattuale della cosa, ossia della logicità di questo pronunciamento alla luce del riscontro con la realtà, appare evidente che la liberalizzazione delle droghe non può servire a combattere il business dei traffici illeciti di stupefacenti. Infatti, la verità dei fatti ci dice che tale liberalizzazione non potrà mai avvenire integralmente. L’eroina, per esempio, non potrà mai essere venduta in farmacia come se si trattasse di pasticche per la tosse, e come fu il caso a cavallo tra lo scorso secolo e il precedente, quando ancora non si sapeva (o non si voleva far sapere) del diabolico effetto di dipendenza legato alla diacetil-morfina (il nome medico dell’eroina). Così come per il metadone (che è la versione “legale” dell’eroina), l’eroina legalizzata potrebbe essere venduta solo dietro ricetta medica, e solo nel quantitativo necessario per scongiurare le crisi di astinenza. L’unico modo quindi per giustificare politicamente e civilmente la “legalizzazione” dell’eroina sarebbe quello di integrarla nel sistema sanitario nazionale come congegno terapeutico (in realtà palliativo, per ovvie ragioni), e mai nel rispetto della sua dimensione di droga “ricreativa”, pena la totale dissoluzione del contratto sociale. Ma stante questa limitazione, allora non si capisce per qual motivo legalizzare l’eroina quando già tale scopo terapeutico è svolto dal metadone.

Ma che ne è della tanto sventolata bandiera della “lotta contro il crimine organizzato”, di cui si vuol fare della legalizzazione dell’eroina un conclusivo caposaldo? In una parola: nulla. Stante quanto detto sopra, il drogato, se vorrà sballare, dovrà rivolgersi al mercato illegale. La malavita e il traffico di eroina, che erano state fatte uscire dalla porta, rientrerebbero quindi dalla finestra.

Il carattere semplicistico delle soluzioni proposte dal progressismo è un effetto diretto del carattere ideologico del suo pensiero, con tutto il crogiolo di desiderata infantili e di wishful thinking che l’accompagna. Se un bambino, per ovvie regioni evolutive ancora poco ferrato con i reali meccanismi di funzionamento del mondo reale, potesse parlare di politica, suonerebbe come un adulto progressista.

(1) Il riformismo vero, d’altro canto, si distingue dall’ideologia perché il suo interesse non sta nell’issare in alto una bandiera, ma nel creare leggi per il miglioramento della società. Ne consegue che il vero riformismo non è quello che la sinistra “moderata” sbandiera come una sua esclusiva: è abbondantemente chiaro, da dichiarazioni dei suoi originari protagonisti, che il riformismo di sinistra altro non è che la versione “stealth” e subdola dell’agenda di estrema sinistra. Il vero riformismo è quello che cambia ciò che non va e conserva ciò che invece è funzionale al corretto funzionamento della società (in primis ovviamente ciò che il riformismo stesso è riuscito a cambiare per il meglio). Esso ha in nuce quindi una componente virtuosa di conservatorismo che il “progressismo”, anche quello “moderato”, mai potrebbe ammettere.

(2) Scotus Overturns Row v. Wade in Dobbs Abortion Case (MSNBC's Ali Velshi and Jeffrey Rosen), National Constitution Center, 5/7/2022.

https://constitutioncenter.org/news-debate/americas-town-hall-programs/scotus-overturns-roe-v-wade-in-dobbs-abortion-case-msnbcs-ali-velshi-and-jeffrey-rosen

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