sabato 9 settembre 2023

IN FAVORE DEL PREGIUDIZIO

 

 (Difficoltà: 2,8/5)                                 


"Mai giudicare dall'apparenza"
La parola "pregiudizio" evoca oggi, molto più di un tempo, lo spettro del razzismo, dell’omofobia, del nazismo, e di quant’altro.

Il Linguaggio Trasforma la Realtà

È sempre buona regola recuperare il significato originario delle parole, per salvarle dall’abuso di cui sono fatte quotidianamente oggetto per scopi meramente politici. Non dobbiamo permettere alla propaganda politica di appropriarsi di parole per forgiare nuovi significati e diffonderli. Siamo esseri umani, esseri pensanti. Noi modifichiamo la realtà pensandola. Nell’era della comunicazione di massa, tuttavia, il linguaggio forma il pensiero molto di più di quanto il pensiero formi il linguaggio. Quindi il linguaggio e i suoi usi hanno un potere trasformativo sulla realtà. Il linguaggio non è solo flatus vocis.

L’etimologia del termine “pregiudizio” è chiara: il pregiudizio allude alla pratica di giudicare persone, fatti o cose prima di averle conosciute.

In realtà, la scienza intera, nel momento in cui categorizza i fenomeni che studia, attua dei pregiudizi. E così ha sempre fatto l’uomo anche in un contesto istintivo e pre-scientifico. Così fa ogni essere animale, a dire il vero. Al cucciolo basta avvicinarsi al fuoco una sola volta per temerlo. Per il resto della vita, ogni volta che vedrà del fuoco, egli avrà una reazione di paura e se ne terrà lontano. Lo stesso vale per animali da preda che lo sovrastano nella catena alimentare. L’uccellino ha dei pregiudizi nei confronti dei gatti: anche se può avere il sentore che la stragrande maggioranza dei gatti oggi è addomesticata o comunque ben curata e nutrita, il rischio di venire predati è sempre presente. Meglio trattare tutti i gatti come potenzialmente pericolosi, ne va della sopravvivenza.

La categorizzazione è un elemento presente nell’istinto di ogni specie animale quanto lo è nell’operare intellettuale dell’uomo, nel suo modo di pensare che ha dato origine alla filosofia e alla scienza. Senza categorizzazione, che sussume gli individui in categorie o specie, non ci potrebbero essere né filosofia né scienza. E non ci sarebbe alcuna possibilità di comprendere e di prevedere i fenomeni. Saremmo vincolati all’esperienza del singolo caso, ogni volta, senza la capacità di farlo rientrare in un insieme che aiuti il nostro giudizio per tutte le volte successive. Oggi io sono in grado di distinguere l’uomo dalla donna preventivamente e senza esaminare ogni singolo individuo, perché ho ben presente quali sono le caratteristiche che formano la categoria “uomo” e quali la categoria “donna”. Ma senza la capacità o la volontà di fissare queste caratteristiche in un orizzonte di senso categorizzante, io dovrei decidere caso per caso se questo individuo appartiene all’una o all’altra tipologia. Senza la capacità di categorizzare, la scienza non sarebbe possibile. Pensiamo per esempio alla statistica, che studia la distribuzione numerica di un fenomeno in diverse categorie concomitanti. Se togliamo il “pregiudizio” dell’appartenenza a una categoria, togliamo a questa scienza gli strumenti su cui si basa il suo funzionamento.


Islam e Progressivismo: due Ideologie Assassine

Similmente, da un punto di vista, se vogliamo, di “sociologia individuale”, considerando che oggi quasi tutti gli attacchi terroristici provengono dall’Islam, è naturale per la persona comune avere dei “pregiudizi” e agire in accordanza con questi pregiudizi. È sempre una questione di adattamento; spesso lo è di sopravvivenza. Per continuare l’esempio, se un cristiano con tanto di croce al collo (o un ebreo con kippa) dovessi scegliere fra una città come Budapest e una come Malmoe (forse la città europea con il più alto tasso di islamizzazione) per circolare in strada, ogni persona di buon senso e di minima cultura sceglierebbe la prima. Ciò che sappiamo della cateogira Islam ci basta e avanza per guidare il nostro comportamento verso la scelta di gran lunga meno pericolosa. Per chiunque dica diversamente i casi sono due: o lo fa per apparire più “inclusivo”, oppure è talmente inebriato di fanatismo progressista da vivere in uno stato “rousseuiano” di totale distacco dalla realtà e di fregola buonista (“l’uomo è buono per natura”, “non esistono culture migliori e culture peggiori” “l’inclusione e l’amore vincono sempre sull’odio” e similari porcate new-age).

Questo atteggiamento di ignoranza ideologicamente indotta può avere conseguenze tragiche. Come la coppia di turiste scandinave violentate e decapitate da tre terroristi islamici durante una vacanza in Marocco. Une delle due vittime aveva postato prima del viaggio un tweet con un video di disgustosa propaganda “inclusiva” (1), corredato da scritta “Mai giudicare le persone dall’apparenza”.

È anche il caso dell’italiana Pippa Bacca, violentata e strangolata in Turchia durante un tour in autostop finalizzato a promuovere il messaggio della “pace mondiale” e del “matrimonio tra differenti popoli e nazioni”: il suo assassino, vedendola vestita da sposa, deve aver captato un messaggio differente.

E poi c’è il caso di l’attivista di sinistra Amanda Kijera, che viaggiò a Haiti con l’impegno di “preservare la dignità degli uomini di colore in un mondo che li li bolla costantemente come dei selvaggi violenti”. Il risultato di questo stereotipismo buonista: sequestrata su un tetto e violentata ripetutamente da un uomo di colore.

In realtà, come abbiamo visto, è proprio l’assenza di pregiudizi a creare il pregiudizio più grande di tutti: quello per cui le persone e le culture dalle quali provengono sono tutte buone.

Ma continuiamo. C’è Ellen Krantz, una svedese sostenitrice del multiculturalismo e dell’immigrazione di massa (di cui il multiculturalismo è una delle ideologie di supporto), titolare di una pagina Facebook chiamata “Ci piace la diversità”. Risultato: stuprata, uccisa e scaricata in una foresta da un immigrato etiope.

Ze de Catalan, una politica affiliata al Green Party svedese, ovviamente sostenitrice dei “confini aperti”. Durante un viaggio in Congo è decapitata e i suoi resti buttati in una fossa.

La ventenne Ellie Warren, un’ambientalista di sinistra, finita stuprata, uccisa e scaricata in una latrina in Mozambico.

L'americana Lauren Mann, residente in Austria, aderì a una campagna per ospitare dei “rifugiati” in casa propria. Ospitò un immigrato del Gambia. Stuprata e soffocata a morte.

Una psicologa belga, Maïlys Dereymaeker, al lavoro in Svezia per salvare dalla deportazione degli immigrati illegali ai quali era stato rifiutato lo status di rifugiati. Investita e uccisa da un camion guidato da uno di questi individui.

La coppia di progressisti Jay Austin e Lauren Geoghegan, che intraprese un tour dei Balcani e del Medio Oriente in bicicletta, animati da ciò che traspare da un commento postato da loro prima del viaggio:

Tu leggi i giornali e sei indotto a credere che il mondo sia un luogo […] spaventoso. La narrazione vuole che tu non ti debba fidare della gente. La gente è cattiva. La gente è malfagia. Io non ci credo. Il Male è un concetto fittizio che abbiamo inventato per gestire le complessità di altri esseri umani che hanno valori, convinzioni e prospettive differenti dalle nostre. In generale, gli esseri umani sono gentili… Generosi, splendidi e gentili.”

 Investiti e accoltellati a morte da terroristi islamici.

Si potrebbe continuare. Si tratta con ogni probabilità solo della punta dell’iceberg, quando è ovvio che media e ong varie cercano di far trasparire al pubblico il meno possibile su casi simili per non “stigmatizzare gli immigrati”.


Alcune Culture Sono Meglio delle Altre

Dei tipici refrain dello stupidario progressista in questo contesto recitano quanto segue: “non bisogna generalizzare” e “non tutti sono così”. Due affermazioni ubique, usate con la stessa frequenza della carta igienica nei cessi, e che rivelano una stupidità senza fondo. Sulla prima abbiamo già detto e diremo. Sulla seconda basti dire che non ci è dato in anticipo sapere chi in un gruppo di individui sarà quello che tirerà fuori il coltello o che stuprerà o che ruberà. Data la nostra incapacità di leggere la mente delle persone, non ci resta altro che trattare la suddetta definita categoria di persone in blocco come pericolosa, o come più pericolosa di altre. È umano, è naturale, è vitale.

Stampiamoci bene nella testa, per la nostra sopravvivenza e nel caso che non sia già troppo tardi per la nostra civiltà, che alcune culture sono meglio delle altre. È meglio, anzi vitale per noi, che alcune culture – e le persone che se ne fanno portatrici - siano lasciate nel paese dalle quali provengono. La cultura occidentale, frutto al contempo della sapienza ebraico-cristiana e della ratio illuminista, è infinitamente migliore dell'Islam, un'ideologia totalitaria che vuol costringere con la violenza il mondo a vestire, agire e pensare come un barbaro nell'Arabia del VII secolo.

Non è sbagliato – ed è anzi normale e doveroso – nutrire sospetti e “pregiudizi” su culture, religioni e gruppi di persone che innumerevoli fatti di cronaca hanno autorizzato a categorizzare come sanguinari e indegni della nostra tolleranza e ospitalità. Evitate come la peste di aver a che fare con gente che vi invita a non generalizzare, pretendendo così di elevarsi a un piano di moralità e razionalità superiori al vostro quando invece non ne possiedono nemmeno le basi.

 

Conclusione

Volete comprare un costoso computer Apple di seconda mano. Vedete su un sito due annunci: il primo scritto un con un perfetto italiano da un venditore che beneficia di diversi voti positivi legati a precedenti esperienze di compravendita. Uno scritto con un italiano stentato da una persona senza record di precedenti attività di compra-vendita su quel sito. Voi a chi vendereste il vostro computer? A quello che parla bene l’italiano e che ha diversi feedback positivi? State usando un pregiudizio. “Eh sì” - direte voi – “ma non è perché questo è italiano e l’altro è straniero, è solo che il primo ha un’affidabilità comprovata”. Non importa, il vostro è un pregiudizio, magari non su base etnica, ma comunque un pregiudizio. Nulla vi dice che il secondo annuncio debba per forza essere una truffa. Vi si offrono solo indizi a cui il vostro buon senso si può aggrappare per fare la scelta migliore.

State passeggiando per strada di notte. Siete a un bivio. Sul vicoletto di sinistra intravvedete nel buio un gruppo di turisiti biondi, che dall’abbigliamento e dall’accento concludete essere turisti svedesi. Nel vicoletto di destra, ugualmente buio, vedete un gruppo di nordafricani. Quale vicolo imboccate? Quello di sinistra? E perché? Forse odiate i nord-africani, non vi piace il colore della loro pelle, pensate che puzzino, siete razzisti? No, semplicemente continuate a leggere sui giornali, su base quotidiana, di persone derubate, picchiate, violentate e uccise da questa particolare stirpe di immigrati. Agite sulla base di un’idea preconcetta e pregiudiziale, ma che non è frutto di ignoranza ma al contrario di una mente ben informata.

Oppure scegliete il vicoletto di destra. Ma siate onesti, lo fate solo per convincervi della verità della vostra ideologia “inclusiva”. O per alimentare il vostro ego di “progressista”: avete provato a voi stessi che, quando l’occasione si presenti, sapete agire in base alle vostre convinzioni. Il tutto a vostro rischio e pericolo. Come la lista sempre aggiornata delle persone morte ammazzate dal virus progressista che le aveva rese stupide e alienate rispetto alla realtà del mondo.

1) Questo video, nonché riferimenti ai casi di cronaca nera qui elencati, sono inclusi nel video (in inglese) The Tragedy of Cultural Relativism, dello youtuber Paul J. Watson.

https://www.youtube.com/watch?v=IUXteUGhh7w&ab_channel=PaulJosephWatson



 

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