martedì 5 marzo 2019

SUGLI IMMIGRATI FUORI DAI SUPERMERCATI


 (Difficoltà: 3,3/5)
Li vediamo tutti ogni santo giorno: ragazzoni neri, in età da militare o da lavoro, appostati fuori dai supermercati a questuare i resti in moneta della spesa delle signore.


L’Elemosina fa Sentire “Virtuosi”, ma Provoca Danni

L’elemosina è un’arma a doppio taglio: dimostra “spirito cristiano” e ci fa sentire bene, buoni e virtuosi. M a essa incatena anche il povero alla sua condizione: l’assistenzialismo protratto ha sempre provocato disastri nelle comunità e negli stati. Un antico proverbio cinese recita: "Se un uomo ha fame, non regalargli un pesce, ma insegnagli a pescarlo". Ora, cosa imparano i mendicanti – indipendentemente dalla razza – dallo stare fuori dai supermercati a pregare le massaie per degli spiccioli? Con che animo andranno un giorno a faticare sapendo che per loro la strada della questua, infinitamente più facile e meno faticosa, è sempre aperta? L’elemosina andrebbe fatta solo a persone che non hanno alcuna possibilità di trovare una fonte di sostentamento altra da quella: persone con gravi e visibili disabilità, per es.

  
La Realtà della Mafia Dietro il Sistema dell’Accattonaggio

Al di là delle considerazioni etico-pedagogiche, c’è anche quella – infinitamente più importante per noi – che assecondare la mendicità cedendo alle preghiere dei “poveri” fuori dai supermercati alimenta la mafia che ci gira attorno. A meno che (beata ingenuità!) non si voglia credere che un business come questo - che può fruttare per ogni supermercato a fine giornata cetinaia di euro, da moltiplicare poi per tutti i supermercati d’Italia – venga lasciato allo spontaneismo pauperistico: il primo povero che arriva, ben alloggia. Ovviamente, le cose non stanno e non possono stare così: tutto avviene in maniera troppo organizzata, liscia, pulita, con i suoi turni e turn-over. Inoltre, non c’è praticamente mai una scaramuccia per aggiudicarsi la postazione, mai nulla di nulla. Solo un idiota potrebbe pensare che non ci sia dietro tutto ciò un’organizzazione ferrea e intransigente.
Inoltre: dove sono finiti i mendicanti veri, cioè i “barboni” – quelli, per capire, che erano stati costretti sulla strada per turbe psichiche e menomazioni fisiche - che erano gli unici che si potevano trovare a chiedere la carità fino a qualche decennio fa? Sono stati fatti fuori, è stato loro fatto capire che certe persone non avrebbero tollerato impedimenti negli ingranaggi. Così, noi non ce ne accorgiamo, perché certi confini non si vedono, ma oggi il territorio italiano è diviso in più sistemi "circoscrizionali", ognuno dedicato a un business illecito, e tutti in mano a mafie per lo più di extracomunitari. Il fatto che fuori dai supermercati si trovino quasi esclusivamente individui di pelle nera fa capire che il business non è certo in mano alla mafia cinese (più incline al riciclaggio) o albanese (che sembra invece avere più un penchant per la droga e i furti negli appartamenti), ma a quella nigeriana, che va forte peraltro nella tratta di schiave connazionali da prostituire sulle strade italiane. E proprio il business della prostituzione di nigeriane rappresenta per noi un richiamo al sistema della suddivisione territoriale descritta sopra, un qualcosa che conosciamo benissimo perché ci conviviamo purtroppo fin da almeno 30 anni.


Conclusione: Principi e Idee per una Politica Illuminata in Tema di Immigrazione

In conclusione, l’elemosina a soggetti dalla pelle nera fuori dai supermercati rappresenta il fattuale favoreggiamento di un’attività criminale che “fattura” potenzialmente centinaia di milioni ogni anno. L'elemosina non è generalmente da fare perché immorale e, fatto accessorio ma pure importante, profondamente diseducativa.
Se la nostra è una repubblica fondata sul lavoro, allora il lavoro deve rappresentare un criterio principe per decidere anche la politica immigratoria; il principio del lavoro deve informare di sé la politica immigratoria. Se un extracomunitario entra da clandestino, egli va sempre accompagnato indietro al suo paese, il quale dovrebbe anche fornire rimborso per le spese di rimpatrio. Se egli invece aveva ottenuto permesso di soggiorno, alla scadenza di questo deve provare di avere un regolare lavoro; l’assenza di un lavoro deve risultare nel mancato rinnovo del permesso, e quindi nel rimpatrio dell’extracomunitario. Infatti, in questa situazione i casi sono due: o l'immigrato non ha voglia di lavorare o la domanda di lavoro nel nostro paese non lo favorisce in quel particolare momento. Quale che sia il caso, egli non ha titolo per soggiornare da "richiedente asilo" nel nostro paese.
Questa deve essere la politica di un paese sano. Tutto il resto è assistenzialismo, che ferisce la dignità umana, fondata anche sulla capacità di rendersi utile in una comunità. Se l’Italia vuole rimanere uno stato laico, questa è la politica da implementare in tema di immigrazione. Se invece vuole barcamenarsi tra impulsi di un moralismo cattolicizzante ed esigenze di conti e di realpolitik, sappia che non c’è match, e che vinceranno sempre i primi, con tutte le disastrose conseguenze del caso. Solo la neutralizzazione dell'impiego politico di detti impulsi, e quindi la dedizione incondizionata all’essenza laica del proprio esistere come stato, può far emergere e rendere rilevanti le istanze di una politica illuminata, concreta e funzionale agli interessi della comunità.

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