Cavalli e cavallesse |
L'articolo si sviluppa con delle
argomentazioni e analisi di cui uno segue volentieri il filo, che
partono dalla constatazione che le donne hanno finalmente superato gli
uomini nei punteggi dei test d'intelligenza, cosa mai accaduta
prima. Seguono ipotesi, teorizzazioni, elementi etiologici: forse ciò
è dovuto al pluridecennale impegno quotidiano a conciliare lavoro e
famiglia, si legge, incarnazione del "multitasking"
che noi credevamo riguardare solo computer e smartphone.
Continuo la lettura, giudicandola non priva di senso. Seguo l'appunto sull'IQ test, da sempre considerato controverso nella sua dichiarata pretesa di misurare una facoltà così complessa quale è l'intelligenza umana. Da sempre, simili test furono usati per "sostenere la superiorità di una razza sull'altra, o di un sesso (quello maschile) sull'altro" (sic!). Oibò, penso, stai a vedere che mo' l'IQ test verrà usato per sostenere la superiorità della donna sull'uomo. Ma continuo la lettura. Certo, tale sviluppo "non si afferma in ogni paese", ma "la tendenza è chiara ed evidente" (sottolineatura nostra). Quanto chiara ed evidente? Bè, per esempio si apprende da una carta tematica del pianeta, ivi raffigurata, che in Europa occidentale "la differenza è minima" (a favore di chi? Mah), in Australia il QI è identico, ma - colpo di scena - il sorpasso è già cosa fatta in paesi chiave come Nuova Zelanda ed Estonia, e pure in Argentina (e nella Libera Repubblica di Suprakazzolas, aggiungeremmo noi), tutti paesi con una solida tradizione di anticipatori dei trend mondiali, verrebbe da dire.
Continuo la lettura, giudicandola non priva di senso. Seguo l'appunto sull'IQ test, da sempre considerato controverso nella sua dichiarata pretesa di misurare una facoltà così complessa quale è l'intelligenza umana. Da sempre, simili test furono usati per "sostenere la superiorità di una razza sull'altra, o di un sesso (quello maschile) sull'altro" (sic!). Oibò, penso, stai a vedere che mo' l'IQ test verrà usato per sostenere la superiorità della donna sull'uomo. Ma continuo la lettura. Certo, tale sviluppo "non si afferma in ogni paese", ma "la tendenza è chiara ed evidente" (sottolineatura nostra). Quanto chiara ed evidente? Bè, per esempio si apprende da una carta tematica del pianeta, ivi raffigurata, che in Europa occidentale "la differenza è minima" (a favore di chi? Mah), in Australia il QI è identico, ma - colpo di scena - il sorpasso è già cosa fatta in paesi chiave come Nuova Zelanda ed Estonia, e pure in Argentina (e nella Libera Repubblica di Suprakazzolas, aggiungeremmo noi), tutti paesi con una solida tradizione di anticipatori dei trend mondiali, verrebbe da dire.
Materia grigia e materia bianca
La Stampa segue a ruota e aggiunge nuovi e succosi elementi (clicca qui). Ma lo sapete, per
esempio, che "a parità di abilità intellettuali, nonostante il
cervello maschile abbia dimensioni più grandi, le donne hanno una
più alta percentuale di materia grigia"? Sfortunatamente,
si riafferma nei nostri giornalisti la tendenza a sparacchiare senza
dare riferimenti (almeno una citazione minimale, come l'autore dello
studio/ricerca e la data della sua pubblicazione: troppa fatica,
vero?). Così ho deciso di proporre io un riferimento: uno studio
dell'Università della California, Irvine, ripreso da Sciencedaily (qui),
dove apprendiamo che "i maschi hanno più materia grigia",
laddove le femmine "possiedono più materia bianca", ma
questo non determinerebbe la maggior intelligenza dell'un sesso
sull'altro: solo "diverse tipologie di struttura cerebrale"
che però "sono capaci di produrre una resa intellettuale
equivalente."
Le complottarde gentili
Tornando all'articolo di Repubblica, a
un certo punto la si butta sulla sociologia. Dice James Flynn, lo studioso
autore della rivoluzionaria ricerca che è a oggetto dell'articolo:
"Le donne sono state per secoli il sesso svantaggiato, represso
[…]. Ora che sono diventate indipendenti si vede meglio quanto
valgono." Una tizia di nome Jamieson, neodottorata a Cambridge,
tira fuori i cosiddetti e rivela un piano di
complotto che manco il tritolo nelle Twin Towers: "Sotto sotto
noi donne abbiamo sempre saputo di essere più intelligenti degli
uomini, ma in passato dovevamo attenerci allo stereotipo del
'gentil sesso', perciò abbiamo lasciato credere che fossero più
intelligenti loro." Che c'entra lo stereotipo del "gentil
sesso" con il fingersi stupide? Poco importa: il solerte
giornalista del giornale di Scalfari ringrazia e riporta.
Inganno scientifico
Come avrete capito, l'umile lettore che
io sono ha già maturato a questo punto della lettura (a dire il vero
l'articolo è ormai finito) dei dubbi sulla coerenza e sull'onestà
intellettuale dell'articolo in questione (o - distinzione di
filigrana zecchinata - dello studio scientifico di cui parla). Ma il
meglio doveva ancora venire. Un abituale lettore di giornali legge
prima di solito l'articolo, e poi si cimenta con foto, grafici,
specchietti esplicativi a corredo dello stesso. In questo caso, forse
avrei fatto meglio ad invertire la sequenza. Uno specchietto
esplicativo al centro dell'articolo, centrale ma di una minutezza tale da non riflettere
la sua importanza, dava conto di ciò in cui consisteva lo studio di
Flynn. Qual era stato il metodo impiegato dalla ricerca per giungere
alla conclusione che la rivoluzione si è
compiuta, e che le donne sono diventate più intelligenti degli
uomini? Un IQ test atto a valutare l'intelligenza logico-matematica,
logico-verbale e spazio-visiva? Manco per sogno. Si
tratta di "15 milioni di domande in nove lingue basate sul gioco
da tavolo Trivial Pursuit" (corsivo nostro). Risultato: 4.088.139 risposte
corrette da parte femminile contro 4.077.596 risposte corrette date
dagli uomini. Voi capite bene la portata della rivoluzione testè
consumatasi: ben 10.543 (cioè un entusiasmante + 0.25%) risposte
corrette date in più: un peto di poppante nell'atmosfera gassosa di Giove. E in un gioco che testa semmai il
livello di conoscenza nozionistica di una persona, per nulla e in nulla la sua
intelligenza! Ma, a tal proposito, non si sapeva già che le ragazze sono più brave dei maschietti a
scuola, dove ottengono sempre i migliori voti? C'era bisogno
di una simile ricerca per appurare questo, ammesso fosse questo il
suo obiettivo, cosa che naturalmente non è, perchè nell'articolo si parla di intelligenza, non di cultura. Ricerche come queste
sono più che inutili: sono ingannevoli.
Conclusione. Ruffianeria repressiva
Mi avvio alla conclusione, anzi alle
conclusioni:
1) Un primo aspetto da sottolineare è
la solita e poco intelligente confusione fra cultura e intelligenza.
Chi in vita sua non ha conosciuto persone intelligentissime e poco o
nient'affatto colte e persone coltissime ma
assolutamente idiote? Io più d'una. Dirò di più: chi sa di essere intelligente in
giovane età è più prono ad adagiarsi di chi, nutrendo (fondati)
dubbi sulle proprie facoltà intellettive, crede di migliorarle applicandosi negli
studi e nell'assorbimento di nozioni. E' vero che non sempre chi
crede di essere intelligente lo è, ma è anche vero che chi crede di
acquisire intelligenza assorbendo nozioni equivoca il concetto di
intelligenza e già in partenza non si rivela molto astuto.
2) Un secondo aspetto è che l'uomo
(nel senso di maschio) si conferma un grande ruffiano. Purtroppo, qui
non si parla della semplice ruffianeria del singolo seduttore
d'amore. La ruffianeria non è mai sincera e
nasconde sempre uno scopo. Nel nostro caso, lo scopo si svolge su una
scala che tocca l'organizzazione della società, la distribuzione del
potere all'interno di essa. La donna deve rizzare le
antenne di fronte a certe operazioni di ruffianeria di livello
sistemico, orientate a distribuire contentini in forma di
riconoscimenti di facciata che non smuovono nulla ed anzi cementano lo
status quo. Se la donna vuole migliorare la sua condizione nella
società nel contesto di questioni cruciali (penso ad esempio a una
legislazione che obblighi le aziende al rispetto - da
codificare in diritti speciali - della condizione di maternità delle
lavoratrici), certe furberie devono essere lasciate cadere nel vuoto.
Finchè la donna si mostrerà malleabile e
ricettiva nei confronti di lodi pelose che si avvalgono addirittura
di puntelli pseudo-scientifici (come nel caso in questione) e la cui
ipocrisia è palese, allora la sua condizione di minorità
sociale si alimenterà invece di esaurirsi.
3) L'articolo di Repubblica ci dice
molto del modo in cui funziona certo giornalismo, anche di presunta élite. Il dato di cui si parla in esso non è nuovo. Già qui (2 anni
prima!) si diceva che le donne sono più brave degli uomini a Trivia
Pursuit. Solo la conclusione è diversa.
4) Ma il giornalismo fa da spalla a un
cattivo modo di fare ricerca scientifica. Certe ricerche farlocche,
di cui sono pieni i registri, rivelano la necessità di presentare il
tabellino pieno al Ministero della Ricerca Scientifica (o chi per esso) che ti allunga
la pagnotta. Il tutto si organizza in un gioco delle parti a cui
partecipano ricercatori, scienziati, università, e che consta
nell'affermare verità per poi negarle a distanza di tempo, per poi
riaffermarle per poi rinnegarle (il vino rosso fa bene al cuore, anzi
no, anzi si, anzi no ecc.). Il tutto potendo contare sull'affanno di editori
che devono riempire ogni giorno 50 pagine e più, e su
giornalisti-pallafrenieri troppo disponibili a far da megafono - a volte involontariamente - a
operazioni di controllo sociale o di bassa cucina scientifica.
L'articolo di Repubblica, come molti altri, è una puttanata perchè la
notizia è una puttanata, ma questo ovviamente non assolve il giornalista, il
cui compito, quando non riesce a scoprire qualcosa di nuovo, sarebbe almeno quello di selezionare con cura le notizie.
Quante cose, quante verità nascoste si
deducono da un semplice pezzo di cattivo giornalismo! Se non stanno
attenti, i giornalisti, invece di proteggere il sistema con
un'informazione-spettacolo irregimentata secondo le stringenti regole
della divisione del lavoro (il giornalismo di destra protegge
ideologicamente l'operato della polizia, i privilegi della finanza,
dell'impresa ecc.; quello di sinistra il sistema della scuola, i
privilegi dell'impiego pubblico, delle coop ecc.), finiscono per
metterlo a nudo.
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