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Il potere della satira è grande e consiste in questo: "usare", esagerandoli in senso parossistico, tratti del carattere, piccoli o grandi vezzi e atteggiamenti prepotenti, che diventano così la superficie riflettente della mediocrità della loro persona e della fragilità del loro potere. Soprattutto in Italia, dove la sostanziale assenza di criteri meritocratici nella politica, nell'economia e nello spettacolo, porta a esibire "come le palle dei cani" un'arroganza che sopperisca all'infondatezza del proprio prestigio sociale, la satira ha molta presa: non è un caso che il leader del maggior (e unico) partito di opposizione sia un comico.