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Se si vuole un fulgido esempio di
politica-spettacolo, non è necessario guardare oltre la figura di Matteo Salvini, il neo-segretario della Lega, solidamente indirizzato sulla
strada di un macchiettismo parossistico, tra felpe-slogan, battute,
balletti e spogliarelli gossippari.
Matteo Salvini in versione "stripper" |
Mi voglio qui riferire in particolare alla recente
puntata di DiMartedì (video sotto, al minuto 1 circa). Qui Salvini, per rispondere a
Lupi che stigmatizza incidentalmente il vizio di Salvini di indossare
felpe quando va in tv, dice: “Cosa c'hai con le felpe? Sono made
in Italy, io propongo il made in Italy”. Il conduttore Floris poi,
rispondendo per una volta a quell'oscuro e sconosciuto impulso giornalistico che ti
spinge a cercare la verità dietro le dichiarazioni (e anche per una
concessione alla virtù italica del cazzeggio, che non fa mai male),
verifica l'informazione di Salvini e scopre che la felpa che indossa
è in realtà “di una marca francese” (in realtà poi si scoprirà
essere svedese).