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Gli anni '70. Sembra proprio che quando si parla
degli intrecci di quegli anni bui, tutto ciò che appare incredibile ma
verosimile sia, proprio per questo, reale.
Per chi ha vissuto quegli anni, lo spettacolo di parchi pubblici invasi di siringhe, di adolescenti e giovanissimi sdraiati sulle panchine e per terra in stato di incoscienza e l'orda di zombie questuanti nelle vie del centro e nelle stazioni dei treni rappresenta un ricordo indelebile, il ricordo di una gioventù che si butta via nel modo peggiore.
L'improvvisa diffusione dell'eroina non è una fatalità sancita da un nefasto allineamento degli astri, ma un piano articolato e diabolico escogitato nelle supreme sfere della politica internazionale, che è a un certo punto probabilmente sfuggito di mano.
Come nel caso della stagione delle stragi fasciste, nessuno dei veri responsabili ha pagato e mai pagherà, perchè la giustizia è in mano agli Stati, e questi non possono punire se stessi. La sete di giustizia del comune cittadino può però trovare conforto nella conoscenza, che richiede tuttavia il coraggio di una presa di coscienza: quella che lo Stato, a volte, può essere il peggior nemico di quella società che in teoria dovrebbe tutelare e proteggere.
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Scena di ordinaria autodistruzione |
Dell'"Operazione
Blu Moon" riferisce Roberto Cavallaro, già collaboratore del
SID, e che è unico autentico testimone ufficiale della nascita di questa
strategia, di cui sentì parlare per la prima volta in una riunione dei
servizi segreti sui Monti Vosgi, in Francia, nel 1972.
L'"Operazione Blue Moon"
comportò la subdola introduzione della droga negli ambienti della
contestazione per indebolirne la forza rivoluzionaria. Si tratta di una
vicenda complessa e ricca di eventi e passaggi successivi, che forzano
il presente articolo a un certo schematismo espositivo.
L'"Operazione Bluemoon": i Passaggi di una Strategia Diabolica
Agli
inizi degli anni '70 dalle piazze
di spaccio italiane spariscono improvvisamente anfetamine, hashish
e marijuana e s'impone pian piano un'unica droga: l'eroina, che viene diffusa
inizialmente a basso prezzo, causando negli anni successivi fino a mille
morti
all'anno solo in Italia. Questo processo conosce, già nel '72, cioè
l'anno in cui è fatta scattare la cosiddetta "Operazione Bluemoon",
precisi passaggi
legislativi e giudiziari:
1) nel 1972 la legge Valsecchi, in ritardo di 34 anni
rispetto all'Europa, mette improvvisamente al bando le anfetamine da tutte le
farmacie.
2) Sempre nel '72, c'è il picco di sequestri di marijuana,
che diventa di conseguenza per molti mesi irreperibile e trova un sostituto nella morfina.
Elencherò
di seguito altri avvenimenti che, dentro un quadro d'insieme che apparirà via via
più chiaro, articolano un piano che mirava a sopire e neutralizzare, in parallelo alla "Strategia della Tensione" e alle stragi fasciste,
la protesta dei movimenti extra-parlamentari, la quale si faceva forza
della presenza del più influente partito comunista d'Occidente, in
costante ascesa nel periodo '69-'74 già in un contesto geopolitico che
vedeva l'Italia paese di frontiera e di cerniera
col Patto di
Varsavia data la contiguità di frontiera con la Jugoslavia di Tito.
Le
domande suscitate da fatti apparentemente inspiegabili trovano risposta
solo nell'"Operazione Bluemoon", sulla cui esistenza ormai non ci
possono essere dubbi, perchè confermata in documenti
emersi dagli archivi della Cia e dell'Fbi, con il coinvolgimento di
tutti i servizi segreti occidentali:
-
nel marzo del 1970, il Nucleo Antidroga dei Carabinieri irrompe in un
barcone sul Tevere, teatro di un incontro fra diversi giovani. Il
report
delle autorità indica il ritrovamento di mezzo chilo di hashish e di
siringhe e droghe stimolanti. L'episodio funge da pretesto per far
nascere, grazie alla grancassa degli organi d'informazione (migliaia di
articoli in sei mesi, fatto senza precedenti), un "problema droga". In
realtà si viene a sapere
più tardi dagli atti dell'istruttoria che la droga ritrovata ammonta a
mezzo grammo di hashish, e che nessuno dei giovani è stato incriminato
perchè tutti sono risultati negativi agli esami tossicologici. Si trattò
quindi di una montatura per innescare una campagna repressiva senza
precedenti con il coinvolgimento di stampa, autorità giudiziare, nuclei
specializzati delle forze dell'ordine, agenti americani. Nei giornali,
in particolare, si diffonde l'immagine del "capellone" contestatore
dedito al "buco".
La campagna ha, perversamente, l'effetto di diffondere tra i giovani la
curiosità morbosa per la droga, in particolare l'anfetamina da assumere
per endovena. Nasce qui la cultura del "buco". Quando con la legge
Valsecchi del maggio di due anni dopo l'anfetamina viene inserita
nell'elenco delle sostanze stupefacenti e improvvisamente ritirata dal
mercato, si contano in Italia già 10 mila consumatori di anfetamine per
endovena, in cerca ora di una droga sostitutiva che lenisca le pene dell'astinenza. Subentra sul mercato, nell'autunno dello stesso anno, la morfina,
inizialmente a prezzi stracciati e di elevata qualità.
Tra il '72 e il '73 alla morfina viene lasciato campo libero, e non si
conta alcun arresto nè tra i consumatori nè tra gli spacciatori.
- Nel '73,
l'ambasciata americana a Roma munisce i turisti americani di una guida ove si dice di non accettare
pastiglie che sono regalate da "spie del Nucleo Antidroga" (Alfonso Madeo, "La droga trabocchetto per i turisti a Roma", Corriere della Sera,
23 maggio 1973). Perchè le forze dell'ordine, invece di contrastare la
diffusione di sostanze stupefacenti, ne promuovevano attivamente
l'utilizzo? Come poteva l'ambasciata americana essere a conoscenza di
ciò?
- Nel
'74 c'è un altro giro di vite contro la marijuana, con duemila arresti. La
droga sparisce ancora una volta dal mercato - per riaffiorarvi a sprazzi
successivamente e a prezzi proibitivi - seguita ora anche dalla
morfina.
Il biennio '74-'75 vede il trionfo dell'eroina. I tossicomani non hanno scelta: passati dall'anfetamina
(un potente stimolante) alla morfina (un narcotizzante), precipitano infine nell'eroina (un derivato della morfina, due volte più potente), venduta inizialmente a prezzi bassi. Una gradualità perfetta e alquanto sospetta. Già nel '75 si contano in Italia 20 mila eroinomani.
-
L'unico
sequestro di eroina fu a Roma nel 1975, ad opera del commissario
Ennio di Francesco, che -con suo profondo stupore (vedi sua
intervista
nel primo link a fondo articolo)- fu rimosso dalla Mobile il giorno
stesso.
Le indagini furono così soffocate sul nascere. Perchè si volevano
impedire sequestri di un droga che si sapeva così pericolosa, al punto
da sanzionare e rimuovere chi semplicemente faceva il proprio dovere?
- Dal '75 all' '80 il problema eroina
diventa endemico. L'informazione latita, nessuno parla degli effetti
mortali della sostanza. I telegiornali sono troppo occupati a
stigmatizzare le conseguenze della marijuana, nemmeno paragonabili a quelli dell'eroina. La disinformazione arriva
al punto di instillare la convinzione, delirante, che droghe come la marijuana
siano più pericolose dell'eroina.
Il Coinvolgimento della CIA e di altri servizi segreti occidentali
Il coinvolgimento della CIA e dei servizi segreti occidentali è un fatto palese e documentato:
- Come osserva lo storico De Lutiis (intervistato nel "reportage video" sotto linkato),
è accertato che la CIA inserì già prima del '68 propri uomini nel
movimento studentesco USA per diffondere alcune droghe volte a distrarre dall'impegno politico le forze antagoniste al sistema.
Contestualmente, le infiltrazioni miravano anche a far apparire i
protestatari come un pericolo per la società intera: nella convention hippy di
Chicago del
1969, che finì in guerriglia, il 17% dei manifestanti erano agenti
dei servizi segreti infiltrati dall'FBI. Il duplice registro
dell'inquinamento dall'interno (l'introduzione della droga da una parte e
la violenza - per far apparire il movimentismo di sinistra socialmente
pericoloso, come già si può vedere nella "Strategia della Tensione" -
dall'altra) sembra quindi una costante operativa delle alte sfere di
governo occulto della politica occidentale.
- Nel novembre del '71, l'agente segreto Roger De Louette
fu
sorpreso negli States mentre tentò di introdurre in New Jersey 44 kg
di eroina. Dichiarò di aver agito per conto dei Servizi segreti francesi. Che interesse potevano avere i Servizi francesi nell'importare
negli States ingenti quantitativi di eroina? Agivano da soli o secondo
un piano concordato con gli altri Servizi, primo fra tutti evidentemente
quello americano?
- L'Aginter Press,
con sede a Lisbona, fu
formalmente un'agenzia di stampa, in realtà struttura parallela
istituita dai servizi segreti occidentali in
funzione anti-comunista, con tra gli altri lo scopo di addestrare
militanti di destra a confezionare bombe e anche infiltrarsi nei gruppi
rivoluzionari.
- Come per la "strategia della tensione", è assodato che i servizi segreti
utilizzarono per l'esecuzione dell'"Operazione Bluemoon" esponenti
dell'estrema destra, infiltrati tra la gioventù di sinistra per
propagare l'uso dell'eroina. Ne dà testimonianza il terzo tra i video sotto elencati (dal min. 16:08).
- A riprova di quanto detto nel punto precedente, si veda il caso emblematico dell'uccisione di Fausto e Laio a opera dei fascisti. I due militanti del Leoncavallo stavano conducendo meticolose indagini (con tanto di interviste sul campo registrate su nastri poi regolarmente trafugati) sul traffico di eroina e cocaina nel loro quartiere di Casoretto e nelle vicinanze di Lambrate e Città Studi, traffico gestito dalla malavita organizzata e dalla destra estrema milanese.
- A riprova di quanto detto nel punto precedente, si veda il caso emblematico dell'uccisione di Fausto e Laio a opera dei fascisti. I due militanti del Leoncavallo stavano conducendo meticolose indagini (con tanto di interviste sul campo registrate su nastri poi regolarmente trafugati) sul traffico di eroina e cocaina nel loro quartiere di Casoretto e nelle vicinanze di Lambrate e Città Studi, traffico gestito dalla malavita organizzata e dalla destra estrema milanese.
Il Successo dell'Operazione Bluemoon: la Strage di Stato di Cui Nessuno Parla
- Nel '70 non c'era in Italia
nessun consumatore di oppiacei; nel 1977 ce ne saranno 28 mila; nell'82 92 mila (dati British Journal of Addiction, 1992). L'eroina fu lasciata libera di
devastare la vita di centinaia di migliaia di giovani e delle rispettive famiglie.
-
L'idea che l'eroina fosse una trappola architettata per assopire e
disinnescare i moti di protesta giovanile risulta dalle parole delle stesse vittime. Chiare e inequivocabili sono le testimonianze di chi
passò da una vita di lavoro, di studio, di impegno sociale e di protesta
alla fuga
nel paradiso artificiale dell'eroina (si vedano sotto i video su "Parco
Lambro", ma soprattutto "La storia di Antonio e Filomena" - min. 8:44 -
dove Antonio parla del suo passato di operaio prima della dipendenza, e
dell'effetto annichilente della "roba" sulla sua "identità di classe").
Conclusione
Conclusione
Per chi ha vissuto quegli anni, lo spettacolo di parchi pubblici invasi di siringhe, di adolescenti e giovanissimi sdraiati sulle panchine e per terra in stato di incoscienza e l'orda di zombie questuanti nelle vie del centro e nelle stazioni dei treni rappresenta un ricordo indelebile, il ricordo di una gioventù che si butta via nel modo peggiore.
L'improvvisa diffusione dell'eroina non è una fatalità sancita da un nefasto allineamento degli astri, ma un piano articolato e diabolico escogitato nelle supreme sfere della politica internazionale, che è a un certo punto probabilmente sfuggito di mano.
Come nel caso della stagione delle stragi fasciste, nessuno dei veri responsabili ha pagato e mai pagherà, perchè la giustizia è in mano agli Stati, e questi non possono punire se stessi. La sete di giustizia del comune cittadino può però trovare conforto nella conoscenza, che richiede tuttavia il coraggio di una presa di coscienza: quella che lo Stato, a volte, può essere il peggior nemico di quella società che in teoria dovrebbe tutelare e proteggere.
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Per chi ne vuol sapere di più:
- il libro "Eroina", di G. Blumir;
- questo reportage video;
- l'eroina al Parco Lambro (1976);
- la storia di Antonio e Filomena (IIa di 3 parti).
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