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Blaise Pascal |
L'Ateismo è un Anacronismo
Io penso che coloro che ancora oggi
professano un ateismo militante siano solo dei narcisisti, e cioè gente che cerca consenso a buon mercato e una dimensione per il
proprio debole io. E questo perché, nella sua lotta dalla parte
della ragione contro l'asfissiante dogmatica religiosa, ormai
l'Illuminismo ha, lungo i 300 anni della sua esistenza, sortito tutti gli effetti
che poteva sortire.
Oltre a comunicare un retrogusto di
anacronismo, la professione di ateismo è – come suggerisce il
termine “professione” - null'altro che un riflesso di ciò che
vorrebbe negare: l'ateo – specialmente per il fatto che lotta
contro l'idea di Dio in un'epoca che ormai da un secolo e mezzo ha
conosciuto la “morte di Dio” - si fa guidare e quindi determinare
da questa stessa idea di Dio, e risulta alla fine più ossessionato
da essa di quanto lo sia il credente medio. Lottando contro un Dio
già ucciso dai Lumi, lo mantiene in vita per antitesi: il suo
vilipendio di cadavere infonde nuova vita a ciò di cui ritiene il
mondo debba liberarsi. Meglio farebbe, l'ateo, a lottare contro ciò
di cui l'idea di Dio ancora oggi funge da pretesto: il potere temporale
della Chiesa, la sua capacità di mettere becco e mano nella politica
italiana per questioni vitali quali l'immigrazione, l'aborto e le questioni economiche.