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Premessa. L'articolo è lungo e non proprio
facile, ma è reso il più chiaro possibile e rappresenta in sé e
nel suo piccolo – senza falsa modestia grazie anche alle parti in
cui “espando” il pensiero di Schopenhauer - una specie di manuale di propedeutica
filosofica. Buona conoscenza.
La filosofia di Schopenhauer è la
filosofia del pessimismo più radicale.
In apparenza, il pensiero
di Schopenhauer segue i dettami di tanta filosofia tradizionale e le
orme di Hegel, un filosofo che peraltro egli disprezzò. Si tratta infatti di
una filosofia deduttiva, che mira a spiegare tutta la realtà sulla
base di un principio unico: un po' come accade con Marx e l'economia
e con Freud e l'eros. E quanto accade con Hegel e lo Spirito Assoluto (ossia il potere assoluto della ragione umana, che crea tutta la realtà nel momento in cui la pensa),
appunto. Ma a differenza di Hegel, prima di essere deduttiva, la
filosofia di Schopenhauer è induttiva: essa deduce sì tutto
l'essere dell'universo da un principio (“deduttiva” = dal
generale al particolare), ma questo principio è ricavato
in origine dall'osservazione dell'universo, del mondo stesso (cioè c'è
“induzione” = si procede dal particolare al generale).
Quindi: prima si osserva il mondo per
ricavare il principio attraverso cui questo opera, e poi si
interpreta il resto dei fenomeni del mondo sulla base di questo
principio, deducendo da esso realtà, circostanze, comportamenti e
motivazioni.
Il principio che secondo Schopenhauer
governa il Tutto è la Volontà di Vivere (Wille zum Leben, in tedesco).