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Si fa un gran
parlare dell’episodio del maestro di Foligno che avrebbe razzisticamente umiliato un
alunno nero di fronte ai suoi compagni, proferendo al suo indirizzo frasi come:
“Guardate come è brutto” (1). Prima ancora di aspettare gli accertamenti e dimentichi
di quanto la realtà sia complessa e vada valutata in tutte le sue
sfaccettature, l’“industria dell’anti-razzismo” e la sinistra, garantista solo
per i suoi, si sono buttati a pesce sulla news e hanno, nella migliore
tradizione stalinista, “buttato il mostro (anzi: il "maostro") in prima pagina”. “Massacrare uno per
educarne cento”, proprio come ai vecchi tempi. In realtà, esiste nella scuola
primaria una tecnica didattica chiamata “role-playing” (gioco di ruolo), e può
benissimo essere che il maestro abbia voluto giocare la parte del razzista per
suscitare negli alunni sdegno e far loro capire quanto è sbagliato il giudizio
in base al colore della pelle. A questo punto poco sappiamo, e dovremmo
sospendere il giudizio, vista la posta in palio: la carriera e la vita di un
individuo.