(Difficoltà: 3,6/5)
LA VOCE NARRANTE NEI FILM
"Maledetto il giorno che t'ho incontrato" (1992) |
Una cosa che odio sono
quei film dove c'è la voce narrante. Parlo di film come “Maledetto
il giorno che ti ho incontrato”, di Verdone.
Non so ben spiegarmi il
senso di questo mio tarlo. Forse considero questo espediente un trucco di bassa lega
del regista per risparmiarsi la fatica – nell'impiego
caratteristico della voce narrante, che è quello di
introduzione alla storia o ai personaggi - di "creare un mondo" che “collochi” gli interpreti, presentandoli
al pubblico e definendoli. E' più semplice introdurre l'intera
storia con un “Tizio è un giornalista innamorato di Tizia, la
caporedattrice del giornali in cui lavora. Tizio vorrebbe proporsi,
ma ha due difetti caratteriali: è un pigro e un pavido” ecc.; più arduo sarebbe
invece elaborare una serie di "antefatti" della narrazione – in forma
di eventi e dialoghi - che siano abbastanza densi da essere al contempo esaustivi e sintetici e non portare via troppo tempo al resto
del film.
Ma questo è, apparentemente, un dono
che non molti registi hanno, e che parla della qualità dal lato
della sceneggiatura.