(Difficoltà: 3,7/5)
“Of all sad words of tongue or pen, the saddest are these: ‘It might have been.'”
—
John Greenleaf Whittier; Maud Muller - Pamphlet
Una vignetta di Altan |
Una delle discriminanti principali
della nostra società è il fattore-età. Siamo classificati in base
all'anagrafe forse più che per altre componenti della nostra
carriera civile, più difficilmente quantificabili (reddito, studio, lavoro, esperienza di vita).
Nel mondo del lavoro, persino il fattore-esperienza – peraltro
autentico totem di ogni selezionatore – nulla può di fronte
all'insorgere dei primi capelli grigi: in molte società, nella
maggioranza dei casi perdere il lavoro a 35-40 significa, dal
manager in giù, non ritrovarlo più. Anche sul piano individuale,
l'età di mezzo (diciamo dai 40 anni fino alla pensione) è
l'“età oscura”, un Medio Evo pieno di incognite. A nessuno
sembra interessare che proprio quella fascia d'età sia il punto di
congiunzione ideale di una freschezza mentale ancora presente e del
vertice dell'esperienza di vita e di mansione.