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L'aggettivo “patetico” si trova
spesso anche nel linguaggio comune, soprattutto – va detto –
nella cultura anglosassone. Esso ha però perso ormai il suo tradizionale
significato – neutro e privo di caratterizzazione critica – di
cosa che “che suscita compassione e commozione o tristezza”
(Sabatini-Coletti), per cui si ha una scena patetica, o un romando,
o una storia ecc. L'uso più caratteristico è piuttosto quello
denigratorio: il “patetico” è la persona che desta imbarazzo e
perciò merita commiserazione. E' colui che dimostrerebbe, anche con
un solo gesto o parola, di essere un reietto, un fallito, uno
sconfitto. Esso è insomma un insulto che pretende di riassumere il
senso di una vita: in questo senso, è l'insulto più affrettato,
pretestuoso e infondato che si possa proferire o ricevere, perchè
ognuno di noi - ciò che si è - è il risultato di vicissitudini che
è impossibile per chiunque – anche per noi stessi – sintetizzare
in un'espressione senza che qualcosa di essenziale sia lasciato
fuori.