(Difficoltà: 3,8/5)
Voci critiche hanno diffuso l'opinione
che il popolo italiano abbia in genere pochissima memoria storica.
Non è certo da questo palco che può venire una rettifica a questa
idea. La memoria
dell'Italiano medio è talmente volatile, e la sua capacità di
tenere una medesima posizione ideale talmente transeunte, che gli
unici sondaggi che contano sarebbero quelli del giorno prima, quando
però, nel caso delle intenzioni di voto, la regola del silenzio
elettorale li renderebbe impossibili.
Gli italiani hanno scarsa memoria, e
questo è vero. Ma si tratta di un dato storico, più che di un dato
psichico: gli italiani non hanno memoria perchè
non hanno una storia abbastanza lunga da farsi tradizione. L'Italia
come nazione è una realtà talmente inconsistente da far ipotizzare
che essa non sia mai esistita oltre l'aspetto nominale e gli inni di guerra, e che lo
Stato Italiano stia al popolo italiano come la UE sta ai popoli
europei: un semplice involucro economico-amministrativo senza nessun
sostrato identitario.
La memoria è diversa dal semplice
ricordo: la memoria è narrazione, è un continuum. ed è fatta di tutti i racconti
della propria storia che si tramandano di generazione in generazione.
Tutti i soggetti sociali sono implicati: dal nonno che racconta la
guerra sul campo agli intellettuali storici e ai giornalisti che ne
indagano le cause e i suoi riflessi nel presente. La narrazione
richiede tempo, per farsi tradizione e quindi identità.
Ma, a ben vedere, non è nemmeno corretto dire che
l'Italia non ha avuto il tempo materiale per formarsi un'identità
nazionale: il caso della Germania dopo Bismarck dimostrerebbe il contrario.
L'Italia non ha avuto sufficiente tempo perché non ha voluto darselo.
Bisogna dire quindi che il problema è essenzialmente storico, ma
talmente atavico e radicato da diventare una connotazione
antropologica. Per concepirci come una popolazione unita, occorre
concepire l'idea di un interesse comune e nazionale; per concepire
questo interesse, bisogna imporre una svolta storica; per imporre una
svolta storica, bisogna cambiare ciò che l'Italiano è.
Auguriamogli
buona fortuna.
Nessun commento:
Posta un commento