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Un segno di decadenza per ogni epoca è il calo della mascolinità e la diffusione dell'omosessualità e dell'effeminatezza. Non è il sottoscritto a dirlo, ma una storica femminista di sinistra come Camille Paglia (1).
Un altro indice del declino di una civiltà, e lo constatiamo osservando la nostra, è il diffuso fascino per la figura del criminale. In questo articolo entro nel merito di questo fenomeno, discutendone manifestazioni e origine.
Mala Tempora Currunt: il nuovo ordine mondiale e i media
1) Viviamo un’epoca di assoluta decadenza morale. Le forze che operano per la disgregazione sociale si sono istituzionalizzate, si sono fatte classe dirigente, e sono dappertutto. Dopo un periodo di rivalsa delle classi più basse, iniziato con la Rivoluzione Francese e protagonizzato dal rivoluzionarismo nazionalista ottocentesco, dal sindacalismo e dalle vittorie sociali del ‘900, le elite hanno per decenni preparato un ritorno all’auge, il colpo di coda decisivo, lavorando sul piano della cultura. L’idea marxista della manipolazione delle masse attraverso l’occupazione della cultura istituzionale e di consumo (2) ha offerto in questo senso un blueprint, un modello operativo. Si può riscontrare l’inizio di questo processo negli anni ’60 dello scorso secolo. L’appoggio economico e ideologico del grande capitale e dei governi al terrorismo domestico dei vari gruppi di sinistra come Antifa, BLM e delle organizzazioni abortiste e LGBTQ, apparentemente contraddittorio, risponde a questo piano: le sigle menzionate, dietro il paravento insignificante dell’esser di “sinistra”, rappresentano il braccio armato del capitale. Per questo oggi tutte le istituzioni dell’emisfero occidentale (con l’America come sempre a fare da modello e apripista) sposando strumentalmente le “cause civili” con cui le sigle sopra citate (e, ovviamente, la galassia delle ong, non a caso esplose in anni recenti) ammantano la loro arroganza totalitaria e la loro violenza terroristica.
Questo generale piano secolare di restaurazione elitario non sarebbe possibile senza l’azione dei media, Hollywood in testa, che dal Secondo Dopoguerra inocula nel sentimento collettivo il germe di un pseudo-ribellismo amorale che forgia cattivi comportamenti, divisione sociale e una generale sfiducia nelle istituzioni.
La distruzione dell’attuale società e della sua idea, è ovviamente la premessa essenziale per la costruzione di un ordine nuovo (il “Grande Reset”, come lo chiamano le stesse elite che si riuniscono ogni anno a Davos per decidere il nostro destino).
L’ammirazione per le figure di criminali non è nuova. Nei racconti e romanzi di Sherlock Holmes, per esempio, la figura di Moriarty, il principale misterioso avversario di Sherlock, è circondata da un alone di fascino che però non è legato alla sua figura di "ribelle contro le istituzioni", ma piuttosto alla sua diabolica astuzia e intelligenza criminale, che ne fanno la controparte antagonistica ideale del detective di Baker Street. La valorizzazione della figura di Moriarty non è fine a se stessa ma serve una funzione gregaria: quella di glorificare le capacità di Sherlock. Allargando lo sguardo, questa operazione non si limita all'ambito letterario ma celebra - nello spirito caratteristico di quell'epoca - le virtù della scienza e della ragione in funzione dell'ordine etico e civile. La glorificazione del criminale nel nostro tempo ha natura e scopo opposti: essa è incentivata come strumento per creare disordine minando il senso civile ed etico della popolazione, in funzione dell'edificazione di un nuovo ordine a impronta elitaria.
Il Declino della Mascolinità
2)
Parte
importante del piano di disgregazione sociale delineato sopra è la
svalorizzazione della mascolinità. Lo slogan demonizzante che proviene dal mondo "progressista" americano è in questo contesto "toxic masculinity", e cioè "mascolinità tossica". Viene usato per infangare ogni manifestazione di virilità, un po' come lo slur "razzista" diretto a chiunque si permetta di criticare le politiche immigrazioniste o, semplicemente, abbia la sfortuna di essere nato con pelle bianca.
U Una società dominata da femmine, maschi adulti single dediti alla collezione di videogiochi e figurine, da gay e travestiti è una società più facile da controllare. Ciò crea a livello sociale una diffusa e inconscia fame di mascolinità, che viene ricercata nei posti più sbagliati. Il delinquente, nella versione romanzescamente falsata di una pletora di film hollywoodiani, rappresenta lo sbocco verso cui viene incanalata questa “ricerca del padre”: egli incarna la figura di un guerriero urbano che sfida le istituzioni e non ha paura della morte.
U L'Epoca senza Tempo
3)
La
nostra è la cultura dell’apparire, del vivere nell’attimo, dell’eterno presente.
E’ lo Spettacolo delineato da Debord: la realtà tutta è diventata una merce da
consumare nell’assoluta attualità. Non esiste più il tempo, la cui definizione ha bisogno delle dimensioni del passato e del futuro. E non esiste Storia, non esiste scienza, non
esiste pensiero, non esiste memoria: tutto è un vedere e credere a ciò che si
ha di fronte. Anche l’attesa dell’attimo successivo è neutralizzata dall’attenzione
per l’hic et nunc. Così, è evidente che i manipoli di idiots servants (utili
idioti) nullafacenti dei centri sociali hanno buon gioco nell’esporre al
pubblico ludibrio agenti di polizia che fanno il proprio dovere arrestando
criminali extracomunitari: chi se ne frega di ciò che è successo prima, del crimine
che ha motivato l’immobilizzazione e l’arresto (che come minimo ammonta alla
resistenza a pubblico ufficiale), quando l’attimo presenta l’immagine di una
coppia di agenti armati che pesa su un povero nero vestito di cenci e dall’aria
“oppressa”, con le sopracciglia inarcate sopra occhi che mendicano pietà (2)?
Anche il diffuso fascino per la figura del serial killer – su cui Hollywood si getta come il maiale sulla sbobba - pesca assieme nelle profondità torbide dell’animo umano e nell’attitudine della gente a guardare solo la superficie dell’attimo presente. Le vittime sono morte, non possono parlare. Nessuno è più in grado di immaginare cosa possono aver sofferto nell’essere state prima irretite, poi torturate, poi uccise e infine abbandonate in una discarica, fatte a pezzi o divorate. Tutto ciò non rientra più nel nostro radar, perché la nostra capacità di pensare in maniera diacronica, e quindi la capacità di compatire una vittima che non c’è più o che non appare, è andata in gran parte persa.
Nel momento del processo, della visione di questo o quell’articolo, servizio news o film, tutto ciò che conta è ciò che è ancora qui ad attraversare il nostro presente: le cronache sul serial killer, sulla sua triste infanzia, sui suoi patologici tormenti, i patimenti del carcere e lo “scandalo dello stato che uccide” con la pena di morte. “Non toccate Caino” può essere lo slogan del degrado morale, della sabbia mobile che sta ingoiando la nostra pluri-millenaria e tanto sudata civiltà.
RIFERIMENTI:
1) Lesson from History: Transgender Mania is Sign of Cultural Collapse - Camille Paglia, Gravitahn, Youtube Video, 15/12/2016. https://www.youtube.com/watch?v=I8BRdwgPChQ
2) "Diversità": un Dogma della Nuova Religione "Progressista", Cemento Mori, 2/4/2023. https://cementomori.blogspot.com/2023/04/diversita-un-dogma-della-nuova.html
3) Firenze, il video dell'arresto su Ponte Vecchio, Corriere della sera, Youtube video, 12/04/2022. https://www.youtube.com/watch?v=yLZ5NiOH5PM