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Il potere e il fascino della saggezza fanno sempre
leva sulla scarsa memoria storica, perchè se l'umanità avesse memoria, certi proclami e certe massime le sembrerebbero inutili
rimasticature.
La scarsa memoria storica fa la fortuna di tutti i
filosofi, i saggi e i santoni sputasentenze del nostro tempo. Quello
che è un consiglio affatto normale, naturale deposito di un
esperienza per errori fatta da chi ci ha preceduto nei secoli e millenni, diventa allora
una rivelazione, un'epifania del buon senso, un monito di rara
intelligenza.
C'è stato un tempo in cui la saggezza permeava la vita
di interi popoli e classi sociali. La saggezza era l'ideale a cui
conformare tutta la propria vita; essa veniva addirittura prima della
vita (Socrate), e non si prescindeva mai da essa.
Quello che era un
tempo il pane quotidiano, viene oggi somministrato in pillole: in
forma di massime, aforismi, frasi ad effetto astratte dal contesto, messaggi nei baci Perugina
ecc. Noi italiani, che applichiamo molto poco la saggezza, siamo forse il
popolo che l'ammira di più. Ma l'ammirazione ha a volte il senso di
un onesto tributo pagato a una cosa dalla quale si vuole mantenere
distanza. Bisogna diffidare di chi ammira la saggezza negli altri, e
ammirare chi la pratica.
Gesù, Socrate e Buddha hanno calcato il suolo del nostro pianeta infinite volte. E' solo che ce ne siamo dimenticati.
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