"TRECCE DI STORIA"
(una poesia breve)
Gengis Khan |
Precipuamente in un contesto nazionale, si tende a selezionare solo i fatti che, presuntivamente, hanno contrassegnato in modo positivo l'importanza di una personalità per quella nazione, nel mentre che se ne attutiscono invece gli aspetti discutibili o schiettamente negativi e maligni. Gengis Khan (a cui la poesia allude), per es., che è in Mongolia eroe nazionale, ma anche Mussolini, che "faceva sempre arrivare i treni in orario" e "bonificò l'Agro Pontino". E J.F. Kennedy, eroe americano che però diventò tale grazie ai voti della mafia e fu con ogni probabilità assassinato in una macchinazione mafiosa. Insomma, ogni nazione ha il suo. Forse la Germania riabiliterà fra qualche decennio o secolo - magari sulla scorta di un'incontrastata supremazia economica in Europa che essa deve all'unione monetaria - la figura di Hitler, che cercò per la via della guerra ciò che si è ora ottenuto con la finanza: la realizzazione del pangermanismo?
Questa poesia - sulla linea della "poetica civile", se vogliamo - vuole rivolgersi appunto alla tendenza, vecchia come l'uomo, a rimuovere, ad addolcire, a selezionare: in una parola, a dimenticare. La responsabilità va agli storici, ma anche a ognuno di noi.
L'Imperatore Malagloria
cavalca libri d'Umanità
sine memoria.
"Gengiva di Cane".
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