domenica 5 aprile 2015

QUANDO LA PIGRIZIA ASSURGE A CATEGORIA ANTROPOLOGICA: L'UOMO "MULTI-ACCESSORIATO"

(Difficoltà: 4,3/5)

"Una provocazione. O no?"
Siamo abituati dal consumismo a pensare che la comodità e la funzionalità non debbano essere conquistate, ma acquistate. Ciò che sta scomparendo è l'arte di arrangiarsi, d'ingegnarsi. Per ogni attività quotidiana si tende a ricercare un prodotto che ce la faccia essere più comoda e agevole possibile. E', se si vuole, l'indolenza fattasi categoria antropologica. Il prodotto inventa anzi sovente l'attività stessa
Non è sempre stato così, ovviamente, e oggi il fenomeno è di gran lunga maggiormente riscontrabile nelle nuove generazioni. Si tratta di una nozione di “ergonomicità” socialmente indotta, un condizionamento che illustra il trapasso a una nuova antropologia, peraltro già ampiamente riconosciuta dalla letteratura specializzata: quella, per così dire, dell'uomo “multi-accessoriato”. E' il tratto caratteristico dell'“homo sapiens sapiens” - quello che gli ha valso la vittoria nella grande sfida dell'evoluzione: la capacità di usare strumenti esterni per il conseguimento di risultati pratici – portato al parossismo. La complessità dell'organismo sociale che si è dato ha poi portato l'uomo primitivo a specializzare le varie attività: con la divisione sociale del lavoro ogni individuo sociale ha abdicato a un numero crescente di mansioni, manuali o astratte, a favore di altri membri.
Con l'affermarsi poi, dai primi del '900, della società di massa - e quindi della società dei consumi - la delega delle attività alla base del “contratto sociale” si è tramutata in una crescente eterodirezione della sfera del quotidiano. Tralasciamo, per gli obiettivi di questo articolo, il contesto del condizionamento socio-politico - che è un più diretto effetto della complessità raggiunta dall'organismo sociale fin dalla polis greca - e concentriamoci sugli aspetti pratico-quotidiani. Oggi, ci si aspetta per tutto un prodoto o “app” specifici: un dizionario a input vocale che ci eviti il disturbo di digitare la parola; una poltrona con alzagambe incorporato che ci risparmi la fatica di infilarci uno sgabello sotto i piedi; una forchetta “autogirante” che ci dispensi dal lavoro di polso mentre mangiamo gli spaghetti; un troller delle dimensioni di una ventiquattrore, perchè portare tre chili a tracolla ci ricorderebbe troppo il peso della vita ecc.
Il tutto si giustifica con il pensiero della comodità che tutte questi fasulli supporti ci garantirebbero, o con il tempo che ci farebbero risparmiare. Peccato che, se anche ciò fosse vero, come dice Susan Ertz: “Sono milioni quelli che aspirano alla mortalità e poi non sanno che fare in una piovosa giornata domenicale.

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