(Difficoltà: 3.7/5)
H. Gardner |
C'è un appunto logico invalicabile che
fa stridere alle mie orecchie l'intera nozione di un “test
d'intelligenza”: per misurare l'intelligenza occorre sapere cosa
sia. Ma così come non si può capire il funzionamento del sistema
circolatorio senza aver chiaro il funzionamento del cuore, per
afferrare cosa sia l'intelligenza occorrerebbe capire come funziona
il cervello. E se è vero – come è vero – che la scienza ancora
non ha disvelato i misteri del funzionamento del cervello umano,
allora ripercorrendo a ritroso il sillogismo si deve pervenire alla conclusione
che i test di intelligenza - nella misura in cui intendano avocare a
sé la definizione stessa di “intelligenza” - non hanno nessun
valore.
Ad Ogni Epoca Storica la Sua Intelligenza
Ogni test d'intelligenza non può che
operare una selezione in base allo Zeitgeist di una determinata
epoca. La contestualizzazione storica è – qui forse più che
altrove – necessaria. Anche (e soprattutto) un contesto storico di capitalismo avanzato non può
che selezionare, fra le 9 tipologie di intelligenza identificate da
Howard Gardner
quelle più consone ai propri riferimenti culturali e ai propri
obiettivi: l'intelligenza logico-matematica e - già più in
subordine - quella linguistica. Un'epoca come il Medioevo, ad esempio,
avrebbe con ogni probabilità canonizzato il modello di intelligenza
“esistenziale-filosofica” (sempre Gardner): quello che si lega al senso
di giustizia, a un approccio olistico (si pensi ai grandi sistemi
universalistici di Tommaso d'Aquino e di Dante), alle domande sul
senso della vita e della morte, al tema dei valori.
Conclusione
A chiunque pretenda di stabilire se noi
siamo intelligenti o stupidi è bene controbattere qualcosa del tipo:
“Non hai il tipo di intelligenza necessario per capire che
l'intelligenza sfugge a ogni definizione conclusiva e – a maggior
ragione – a ogni pretesa di misurarla”.
Nessun commento:
Posta un commento