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Ho scoperto una cosa: l'autoegoismo.
Cosa vuol dire '“autoegoismo”? Esattamente quello che vuole dire:
l'egoismo nei confronti di se stessi. Quando uno a pranzo apre il frigorifero
e si trova di fronte la scelta fra cosa mangiare subito e cosa
riservare alla cena, e una cosa è prelibata mentre l'altra è solo
commestibile, e mangia subito la prima, allora è
egoista verso se stesso, perchè penalizza il suo sé futuro a
vantaggio di quello presente.
A differenza dell'egoismo verso terzi,
infatti, che si svolge (nella maggioranza dei casi) nella sincronicità -io penalizzo
immediatamente l'altro nel momento in cui riservo per me una cosa
che potrei dargli- l'autoegoismo si innesta sempre (ovviamente) su una posizione
diacronica: il mio io di adesso penalizza quello di più tardi o
domani. L'atto di autoegoismo rivela le sue sgradevoli o nefaste conseguenze
quando, per continuare l'esempio, l'io della cena apre il frigorifero e
scopre – con rammarico e forse con rabbia - che tutto quello che
l'io del pranzo gli ha riservato è una minestra da riscaldare. Ma –
nemmeno a dirlo – l'io, che è così ricondotto alla consapevolezza della sua inscindibile unità, se la può prendere solo con se stesso e con nessun altro.
L'esempio è triviale, ma si comprende
meglio la serietà della cosa se si pensa all'autoegoismo di chi
spende la sua giovinezza in eccessi e condanna se stesso a una età
matura di sofferenza, povertà e salute instabile. O di chi vota persone innominabili per ottenere un vantaggio immediato mettendo a rischio il futuro suo e quello dei suoi connazionali. Ma questo meriterebbe cento discussioni a parte.
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