domenica 15 ottobre 2017

10MILA COSE CHE MI FANNO INCAZZARE/9973

(Difficoltà: 2,6/5) 



“NON MI PIACE IL TUO TONO”, OVVERO: COME LE EDUCANDE-FIGHETTE DEL POLITICALLY CORRECT CERCANO DI SOPPRIMERE LA DISCUSSIONE

Quando qualcuno ti attacca sul tono, lo fa perché ha perso il confronto sui contenuti.” 
(Douglas Murray)

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Fonte: Consiglio d'Europa
Se c'è una cosa che mi fa incazzare è quando, durante una discussione, l'interlocutore - evidentemente a corto di argomenti ma ben deciso a sostenere la sua visione ideologicamente distorta sul tema - si rifugia nella questione del tono, dicendo qualcosa del tipo: “Il tuo tono è inaccettabile”, o “Se usi questo tono passi in ogni caso dalla parte del torto”, o la classica “C'è modo e modo”.
A me capita specialmente quando mi trovo a confrontarmi con persone di sinistra attorno ad alcuni tra i nuovi capisaldi dell'universo progressista, come l'immigrazione e le famiglie arcobaleno. Come è noto, infatti, la Sinistra si è da tempo stufata della lotta per i diritti dei lavoratori, abbandonando questi al proprio destino per cercare nuovi gruppi sociali – più notamente, gli immigrati – verso cui esercitare controllo sociale, nonché la propria vena paternalistica e il proprio narcisismo morale. La necessità di negare alla propria coscienza la verità dei fatti - per esempio, il magna-magna attorno al business dell'immigrazione, l'insostenibilità di questa o, ancora, la diffusa delinquenza che vi si lega - e delle proprie reali intenzioni, porta immancabilmente i sinistrati a crearsi un universo parallelo nel quale i fatti della cronaca, le certezze della scienza e il semplice buon senso vengono sospesi, tolti di mezzo, non fatti più valere. E' la dimensione del politicamente corretto, un vecchio concetto non a caso nato e utilizzato negli ambienti del più turpe totalitarismo comunista novecentesco, e che configura una vera e propria censura preventiva delle opinioni che confliggono con gli assunti “progressisti”. 
Può capitare quindi che i sinistrati ti impediscano - sovente con la violenza fisica: è il caso di molte università americane (1), i cui studenti arrivano a inscenare dei veri e propri riot (2) per impedire a un ospite conservatore di tenere il suo evento - di esprimere la tua opinione zittendoti con epiteti come "razzista" o "intollerante". La critica del tono è solo una forma più sottile di fare la stessa cosa. 

Il punto è che chi ti attacca o critica sul piano del tono ha già perduto il confronto sul piano dei fatti. E' come un assioma, la cosa che più avvicina l'arte del dialogo a una scienza esatta; si può essere quasi sempre certi della verità di questo principio.
Quindi, la prossima volta che uno cerca di improvvisarsi educanda di collegio femminile e buttarla sulla critica del tono, ditegli che, specialmente di fronte all'ipocrisia e al rimozionismo negazionista, la verità vera – e cioè, semplicemente, quella che si basa su fatti – può anche, all'occasione, essere gridata in faccia.

(1) "Così nei college americani serpeggia la paura dell'intolleranza politicamente corretta", Tempi, 30/10/2015.
(2)  “Violent or disruptive protests on college campuses in 2017", Foxnews, 21/04/2017.

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