(Difficoltà: 2,6/5)
“NON MI PIACE IL TUO TONO”, OVVERO: COME LE
EDUCANDE-FIGHETTE DEL POLITICALLY CORRECT CERCANO DI SOPPRIMERE LA
DISCUSSIONE
“Quando qualcuno ti
attacca sul tono, lo fa perché ha perso il confronto sui contenuti.”
(Douglas Murray)
§ --- §
Fonte: Consiglio d'Europa |
Se c'è una cosa che mi fa
incazzare è quando, durante una discussione, l'interlocutore -
evidentemente a corto di argomenti ma ben deciso a sostenere la sua
visione ideologicamente distorta sul tema - si rifugia nella
questione del tono, dicendo qualcosa del tipo: “Il tuo tono
è inaccettabile”, o “Se usi questo tono passi in ogni caso dalla parte del torto”, o la classica “C'è modo e modo”.
Può capitare quindi che i sinistrati ti impediscano - sovente con la violenza fisica: è il caso di molte università americane (1), i cui studenti arrivano a inscenare dei veri e propri riot (2) per impedire a un ospite conservatore di tenere il suo evento - di esprimere la tua opinione zittendoti con epiteti come "razzista" o "intollerante". La critica del tono è solo una forma più sottile di fare la stessa cosa.
Il punto è che chi ti
attacca o critica sul piano del tono ha già perduto il confronto
sul piano dei fatti. E' come un assioma, la cosa che più avvicina
l'arte del dialogo a una scienza esatta; si può essere quasi sempre certi
della verità di questo principio.
Quindi, la prossima volta
che uno cerca di improvvisarsi educanda di collegio femminile e
buttarla sulla critica del tono, ditegli che, specialmente di fronte
all'ipocrisia e al rimozionismo negazionista, la verità vera – e
cioè, semplicemente, quella che si basa su fatti – può anche,
all'occasione, essere gridata in faccia.
(1) "Così nei
college americani serpeggia la paura dell'intolleranza politicamente
corretta", Tempi, 30/10/2015.
(2) “Violent or
disruptive protests on college campuses in 2017", Foxnews,
21/04/2017.
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