(Difficoltà: 3,1/5)
AFORISMI BELLI/2
Nella mia vita, ho avuto
un sacco di esperienze. E ho un sacco di tatuaggi che lo possono
dimostrare.
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Confondere la cultura con
il nozionismo equivale a confondere l'intelligenza con la memoria.
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Sono talmente innamorato
dei gatti da dovermi costantemente ricordare che non tutto quello che
funziona con i gatti funziona anche con le donne.
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Mia moglie è bravissima a
letto: appena si corica, cade immediatamente in un sonno profondo.
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Si fa presto a dire che
ognuno di noi deve cercare la felicità. La verità è che la maggior
parte della gente è troppo pigra per farlo, e ricerca la felicità
negli altri [cfr. Vaneigen, 1967 (1)], cioè la contempla in chi già
ce l'ha (o così almeno lui crede). Così, tutto quello che riesce a
ottenere è la frustrazione, l'invidia, e cioè il grado più
miserevole – anche se forse non il più grave – di infelicità.
La ricerca della felicità richiede coraggio, rischio e lavoro.
L'invidia è l'esatto contrario: è il riflesso della propria
inettitudine e del proprio immobilismo, che ci viene rimandato dalla
contemplazione della felicità altrui. E' il riflesso della propria
infelicità, che ci fa sprofondare in una rabbia autolesionista.
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Quando un lavativo vi
dice: “Roma non fu costruita in un giorno”, ditegli pure: “Certo,
ma già al primo giorno si cominciavano a vedere dei risultati.”
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L'unico vero antidoto alla
paura è il disprezzo. Se si prova disprezzo per il nemico, non si
può averne paura, perché in un cuore non c'è abbastanza spazio per
entrambi i sentimenti.
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Se per voi vale
l'affermazione: “Quello che mi uccide è l'indifferenza”, la
soluzione è presto detta: fregatevene.
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Una lezione di
machiavellismo: se puntate a ottenere 5, sparate che volete 10.
Otterrete almeno 7 e gli altri se ne andranno via pure soddisfatti,
credendo di aver vinto il confronto. E' una tecnica usata da
Berlusconi per quasi 25 anni, e ha sempre funzionato.
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In Italia (ma non solo)
giornalisti e politici sono “vicini di casta”.
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Se un essere
soprannaturale che vi dice di essere Dio oggi venisse da voi e vi
dicesse: “Tu da ora sei immortale”, per voi non farebbe alcuna
differenza. Infatti, non avreste il coraggio di “suicidarvi” per
testare se quello che vi ha detto il tizio è vero. E non osereste
pianificare la vostra vita come se questa non dovesse finire mai, per
timore di sprecarla nel caso la persona vi avesse mentito.
Questo ci fa capire che
l'essere umano è condannato a vivere con la consapevolezza della
propria mortalità, a prescindere.
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Il tragitto dalla teoria
alla pratica è sempre colmo di vicoli ciechi.
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In Italia non esistono
“leader”, ma solo “follower”: i nostri politici non cercano
mai di imporre presso l'opinione pubblica una propria visione; si
limitano piuttosto a inseguire i sondaggi, i trend d'opinione della
gente.
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La cosa più grave della
morte della cultura è che nessuno può accorgersene: solo la cultura
infatti potrebbe arrivare a capirlo e ad annunciarlo; ma essa è
morta, quindi non può. Anche durante il suo progressivo deperimento,
alla cultura viene a mancare sufficiente energia e voce per gridare l'allarme.
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Se dovessi descrivere in
tre parole il femminismo e la sua cultura, direi: “Travaso di
libido”.
- Raoul Vaneigen, “Trattato di saper vivere ad uso delle giovani generazioni”, Barbarossa, Milano 1996, pp. 39-40.
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