Denuncia di un fatto infame e sconcertante.
Sono un
insegnante di scuola primaria. In occasione della Giornata della Memoria, ho
preparato una lezione di due ore sulla Shoah, e sono andato alla ricerca di
risorse. Ne ho trovata una in un pdf di “Orizzonte Scuola" intitolato:“Giornata della Memoria. Per non dimenticare e liberare il nostro ‘mai più’”.
Purtroppo, non l’avevo letto fino
alla fine prima di presentarlo – proiettato su uno schermo – ai miei
alunni. A prima vista e a una veloce scorsa, mi era sembrato adeguato.
Arrivati alle ultime due slide, però, lo sconcerto e il disgusto:
Arrivati alle ultime due slide, però, lo sconcerto e il disgusto:
- nella penultima slide, un’immagine del Sudafrica. E fin qui poco male, a parte la dubbia attinenza (il razzismo contro i neri non è accostabile a quello contro gli ebrei perché non ebbe mai finalità di genocidio, ma di sfruttamento schiavistico);
- Nell’ultima e "dulcis in fundo", subito dopo, un’immagine di Israele, su cui campeggia la tragicomica scritta “Avanzi di Palestina nella morsa di Israele”.
A quel punto ho
dovuto cambiare in fretta slide, per evitare che i miei alunni fossero esposti
a tale merda propagandistica.
Da notare che a
fianco della cartina del Sudafrica appare “Regime apartheid fino al 1994”; a
fianco di quella di Israele appare la scritta: “La Palestina, al giorno
d’oggi”. Il messaggio dell’operazione è chiaro: lo Stato ebraico, fondato da
sopravvissuti alle persecuzioni, sarebbe uno stato razzista che pratica
l’apartheid, e lo praticherebbe ancora oggi, laddove invece il Sudafrica
se ne è perlomeno liberato.
Un
altro sottotesto appare altrettanto chiaro, ed è forse addirittura quello principale: la menzione in termini
diffamatori di Israele al termine di un'opera che onora la Giornata
della Memoria mira ad accostare lo Stato di Israele al nazismo:
Israele è stato nazista che compie un "genocidio" sul popolo
palestinese. I palestinesi, un popolo inventato nel 1967 dagli stati
arabi e dalla Russia per fare la jihad a Israele con attacchi
terroristici che hanno lasciato scie di sangue innocente, scegliendo
spesso le proprie vittime tra i bambini, sarebbero i "nuovi ebrei".
Con tutti gli
stati criminali presenti al mondo – la Cina, dove si eseguono migliaia di pene
capitali all’anno; l’Iran, dove i gay vengono appesi per il collo da gru di
costruzione; la Siria delle stragi al gas; l’Arabia Saudita, dove le donne
vengono trattate come bestiame; e via dicendo – la dispensa se la prende
proprio contro l’unica vera democrazia del Medio Oriente, che garantisce pari
diritti a donne ed etnie diverse. Perché ciò? La risposta è, a distanza di
settant’anni, sempre la stessa: odio anti-ebraico, antisemitismo.
Voli pindarici,
i miei? Becera paranoia complottista e dietrologa che vede disegni laddove non
ve ne sono? Naturalmente no: l’accostamento fra Israele e il Sudafrica
dell’apartheid è un vecchio leti-motiv della propaganda anti-israeliana o
“anti-sionista”- si veda la Conferenza di Durban 2001, autentico “festival
dell’odio anti-ebraico” -, quella che ha sostituito alla demonizzazione della
figura dell’ebreo con il cappellone e la barba nera e il naso aguzzo la
demonizzazione dello Stato degli ebrei. La scelta di menzionare solo questi due
stati, tra i molti – soprattutto nel mondo islamico – che commettono
discriminazioni, non è affatto un caso. Solo una persona in malafede potrebbe
affermare il contrario.
Anche
l'accostamento degli ebrei israeliani con i carnefici dei loro parenti,
vale a dire i nazisti, è infatti una costante fra gli
antisionisti-antisemiti di
sinistra e di estrema destra, e in ogni manifestazione "antisionista"
che si rispetti è possibile osservare bandiere di Israele con la
svastica al posto della Stella di David, per non parlare di slogan
indicibili che vi si possono udire. Talmente costante, infatti, da
surclassare l'accostamento tra Israele e il Sudafrica dell'apartheid. E'
un po' come dire a una donna stuprata che non è affatto diversa da
colui che l'ha violata: quale miglior e più crudele modo per umiliarla e
diffamarla?
L’accostamento
tra Israele e il Sudafrica dell’apartheid, che pretende di tracciare
un’analogia tra il trattamento dei palestinesi e quello dei neri sudafricani, è
al centro di una campagna di diffamazione che vede in prima fila il movimento
antisemita di estrema sinistra BDS (“Boycott, Divestment, Sanctions”), che da
anni si batte per condizionare imprese, governi, personaggi dello spettacolo e
intellettuali (il movimento è molto presente in diverse università
statunitensi) nel disinvestire o nel non partecipare a iniziative in Israele.
“Kauft nicht bei Juden”: “Non comprare dagli ebrei”, fu l’ordine di Hitler che
precedette la Notte dei Cristalli e la susseguente deportazione di milioni di
innocenti verso le camere a gas. Oggi, grazie anche a Bds e a "Orizzonte Scuola", la Storia si ripete, in forme diverse ma
perfettamente sovrapponibili. E queste sono le stesse persone che poi parlano e
scrivono di “Giornata della memoria”…
Non
c’è,
naturalmente, alcun apartheid in Israele, ma semmai l’esatto contrario:
il 20% di arabi che vi vive ha pieni diritti di cittadinanza attiva e
passiva, ha un proprio partito al Knesset e ha accesso a ruoli
istituzionali, come la Corte Suprema.
Il movimento
BDS si batte anche nelle Università e nei teatri per impedire a scienziati,
intellettuali o artisti israeliani di tenere conferenze, in piena analogia con
i roghi nazisti degli autori ebraici.
Lo scopo di BDS
è chiaro e dichiarato in sottotesto: indebolito economicamente e isolato
internazionalmente come stato-paria, Israele sarebbe in balia della jihad
palestinese, che mira alla sua distruzione, come i leader palestinesi non si
stancano di ripetere, inascoltati e non riportati dai media mainstream. Ecco
infatti quello che si può leggere non in un documento qualsiasi, ma nell’Atto
fondativo ufficiale, consultabile online, dell’organizzazione terroristica
palestinese Hamas, che controlla Gaza e che va considerata il braccio armato
del governo palestinese tout court:
“Le iniziative (di pace), e le cosiddette soluzioni pacifiche e le conferenze internazionali sono in contraddizione con il principio del Movimento di Resistenza Islamica […] Queste conferenze non hanno altro scopo che elevare gli infedeli ad arbitri nelle terre dell'Islam. […] Non c'è altra soluzione al problema palestinese che la Jihad. Iniziative, proposte e conferenze internazionali sono una perdita di tempo, un esercizio di futilità.”
Non ci può
esser pace con chi non vuole la pace, ma il tuo genocidio; e i palestinesi non
vogliono la pace ma, come si è appena letto, la jihad, la “guerra santa” contro
gli ebrei, la stessa che l’Isis ha dichiarato all’Occidente intero. È per
questo che ogni volta che un terrorista palestinese accoltella innocenti o si fa
esplodere in mezzo a donne o bambini i leader palestinesi parlano di “martire”,
prima di dedicargli una via o una piazza. Si tratta quindi di religione, non di
politica, e la questione territoriale è solo un pretesto: Israele ha già donato
Gaza ai palestinesi, e ne ha ricevuto in cambio guerre; ha anche conferito
autogoverno alla Cisgiordania (Oslo 1993), ricevendone in cambio attacchi
stragisti; infine, il territorio fu “occupato” a seguito della vittoria in una
guerra di sterminio dichiarata a Israele da una coalizione di stati arabi nel
1967, e regolarmente vinta dallo stato ebraico, quindi a pieno titolo
territorio israeliano. Tutto questo ci fa capire che la guerra è contro gli
ebrei, non contro Israele: i palestinesi non odiano gli ebrei per via di
Israele, ma odiano Israele per via degli ebrei. E li odiano e li uccidono
perché i loro testi sacri gli dicono di farlo. Come in quel passo dell’Hadith -
uno dei testi sacri dell’Islam - citato da Mudayris, Ministro degli affari
religiosi della Palestine Authority, l’Autorità Palestinese che comanda in
Cisgiordania, in cui si invoca il genocidio degli ebrei per ordine di Allah:
Il profeta disse: “La resurrezione non avrà luogo prima che i musulmani non abbiano combattuto gli Ebrei, e li abbiano uccisi. Rallegratevi della vittoria di Allah […]” Ogni cosa vuole vendicarsi degli Ebrei […] questi porci sulla faccia della terra. E il giorno della nostra vittoria, se Allah vuole, verrà. (Intervista trasmessa dalla“Official Palestinian Authority TV” il 10/10/2004)
Ecco altre
dichiarazioni, sullo stesso tono, di Nasrallah, il leader supremo della milizia
terroristica sciita libanese Hezbollah, che si batte da decenni per la
“liberazione della Palestina” e che non fa misteri della volontà di continuare
l’opera di Hitler:
1. Se andassimo per il mondo alla ricerca di una persona più codarda, disprezzabile, debole e flebile nella psiche, nella mente, nell'ideologia e nella religione, non troveremmo nessuno come l'ebreo. Da notare che non dico l'”Israeliano” [virgolette nostre]. [dal “New Yorker”, 14/10/2002]2. Se loro [gli Ebrei] si raccolgono tutti in Israele, ci risparmieranno la fatica di andarli a cercare per tutto il mondo. [dal “Daily Star”, 23/10/2002]
Chi è dalla parte dei "palestinesi" sta dalla parte di questo nuovo nazismo.
Nella dispensa
si legge “Mai più”. Ma il messaggio che se ne ricava è piuttosto: “Completiamo
la Soluzione Finale”. Invierò copia di questa lettera, e della “dispensa”
all’Ucei. Invierò copia anche a qualche quotidiano. Invito tutti coloro che
provano un giusto disgusto per questo ignobile scempio a ribellarsi e ad agire.
A distanza di
poco più di 70 anni dalla più grande tragedia dell'Umanità, e di poco meno dalla nascita dello Stato ebraico, che per
molti sopravvissuti della Shoah costituì unico rifugio, l’ignoranza non può più
essere una scusante. È un’infamia e una vergogna che si sporchi il Giorno della
Memoria e il ricordo dello sterminio di milioni di innocenti a beneficio di
un’agenda politica che fa leva su uno degli istinti più bassi e riprovevoli
della storia dell’Umanità, e che è condivisa con i persecutori di ebrei di
oggi, dentro e fuori di Israele. E, per giunta e soprattutto, di fronte a
bambini e in spregio alla sacralità del proprio ruolo educativo. Un abuso della
memoria e un abuso dell’infanzia. Di che far sprofondare nella vergogna
l’intera categoria degli insegnanti. Non credo di aver mai provato tanto
disprezzo in vita mia. Italia, 2018: indottrinamento antisemita a uso delle nuove generazioni |
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