"PALCHISMO" E SIMULAZIONE NEL CALCIO: QUANDO IL GIOCO SI FA DOMINO...
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Ma proprio perché la posta in gioco è alta, la simulazione e
il palchismo hanno trovato nel calcio contemporaneo sempre più posto. In questo Mondiale, dove la posta in gioco - come in ogni Mondiale - è la più alta, tutto questo è apparso alla luce
del sole: giocatori che crollavano a terra al minimo tocco come colpiti da un
colpo di fucile, e le smorfie di incommensurabile quanto finto dolore che si
dipingeva sui loro volti. Se prestiamo ben attenzione a certe situazioni, notiamo come il
giocatore-attore, caduto (è proprio il caso di dire) in disgrazia, trovi il
tempo di dimenticarsi delle proprie intollerabili sofferenze per guardare – di
sbieco e di sguincio – l’arbitro, per vedere se la sua simulazione ha avuto
effetto e l’avversario è stato ammonito o altro.
Non è nemmeno tanto il fatto che uno si butti a terra senza essere stato toccato a dare fastidio, quanto – indipendentemente dal fatto se il fallo ci sia stato o meno – che simuli le pene dell’inferno per dopo, finito il teatro, alzarsi più sano e integro di prima. A differenza del primo caso, qui si rivela la volontà di danneggiare il singolo avversario diretto, causandone l’ammonizione, la diffida o l’espulsione: mentre nel primo caso l’analogia è con la fattispecie giuridica del reato di truffa, nel secondo siamo di fronte all’equivalente giuridico della calunnia, aggravata dall’intenzione di ingannare l’arbitro e di falsare un risultato sportivo.
Uno spettacolo miserevole, che si svolge dietro la
sostanziale connivenza di arbitri – che a differenza che nel passato nella
sostanza non sanzionano più questi comportamenti altamente anti-sportivi – federazioni e
commentatori televisivi, i quali si rifiutano perfino di commentare ciò su cui
le immagini, zoomate e rallentate, non lasciano spazi di interpretazione.
Naturalmente, c’è sempre stato nel calcio spazio per i
simulatori, ragion per cui esistevano i falli di simulazione, e i cartellini
gialli comminati per scoraggiarli. Oggi, se un arbitro dovesse sanzionare in
una partita tutti gli episodi di simulazione, la medesima si convertirebbe in
un match di calcio a cinque. Ma è sempre difficile dire se è nato prima l’uovo
o la gallina: sono gli arbitri (e le federazioni) a essersi adeguati alla
situazione, o è piuttosto il lassismo di questi soggetti ad aver causato la
moltiplicazione degli esempi di palchismo? Boh.
Si spera che, quando la bolla del calcio sarà
scoppiata – centinaia
di milioni di euro per un giocatore è un prezzo assolutamente ingiustificabile
e insostenibile – allora anche certi comportamenti si ridimensioneranno.