(Difficoltà: 3,4/5)
AFORISMI BELLI/3
L'erudizione sta alla cultura come il nozionismo sta alla conoscenza.
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La nostra è
l’epoca più antipoetica di sempre.
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Sono sempre stata
una persona banale: quando andavo all’asilo, sul mio grembiulino c’era
disegnata l’immagine di un grembiulino.
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Non c’è spazio
per la spiritualità in uno stomaco vuoto.
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“Non è
consigliabile schierarsi dall’altra parte di ciò che pensa un uomo saggio”, si
dice. Bè, dipende da quale altra parte.
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Fare figli è
facile, il difficile è allevarli, si dice. Vero. E’ talmente facile fare
figli, infatti, che è più semplice mettere incinta una per errore che non
volendo.
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La modestia è
l’autodifesa del grande contro l’invidia del mediocre.
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Se son fiori,
fioriranno; se son rose, roseranno.
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Se lasci che sia
il caso, o il “destino”, a dirigere la tua vita, poi non lamentarti troppo
delle botte di sfiga.
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E’ meglio votare
un politico che non fa le cose che dice piuttosto che uno che fa le cose che
non dice.
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Quello di urlare
al complottismo ogni volta che uno cerca di esplorare le motivazioni dietro le assurde azioni di
un politico o di una classe politica, o al “razzismo” ogni volta che uno
critica la politica immigratoria europea, sono solo modi per mettere a tacere
l’opposizione colpendo la persona che parla invece delle sue argomentazioni.
Così si impedisce il dibattito critico, e quindi la libera espressione, e quindi la democrazia. Quelli che adottano questo atteggiamento si possono definire “obiettori
d’incoscienza”.
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La verità è di
chi non ha nulla da perdere e nulla da guadagnare se non la verità stessa.
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Un aspetto della
propaganda buonista nella scuola è il fatto che “siamo tutti unici”, come se
uno valesse solo per il fatto di esistere e non per quello che
effettivamente consegue o realizza. Ma questa è una falsità escogitata avendo
come unico obiettivo il “far star bene” l’alunno. Ci penserà poi il contatto
con la crudezza del mondo a far crollare questa assurda e devastante illusione.
La scuola non deve essere un utero che protegge, ma una palestra di vita e di mondo. E la condizione uterina non è vita, ma solo la sua premessa.
Una siffatta rinuncia alla missione di educare alla vita e al mondo da parte della scuola è il marchio eclatante di una femminilizzazione dell’istituzione
scolastica che andrebbe subito e drasticamente corretta. A meno che non si
voglia crescere generazioni totalmente impreparate alla vita e al lavoro, e
quindi delle persone infelici perché continuamente frustrate dai propri inevitabili
fallimenti.
Il punto non è se siamo unici, cosa del resto biologicamente e psicologicamente inevitabile,
vista la quantità delle variabili in gioco. Il punto è se siamo abbastanza
unici da fare una differenza, cioè se la nostra unicità è tale da renderci
veramente diversi, da costituire una vera differenza nel mondo.
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Meglio troppo
tardi che mai.
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Ci rendiamo conto
di quanto siano importanti le cose dopo che le abbiamo perse. Il paradiso è per
noi sempre postumo.
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