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"Mai giudicare dall'apparenza" |
Il Linguaggio Trasforma la Realtà
È sempre buona regola recuperare il significato originario delle parole, per salvarle dall’abuso di cui sono fatte quotidianamente oggetto per scopi meramente politici. Non dobbiamo permettere alla propaganda politica di appropriarsi di parole per forgiare nuovi significati e diffonderli. Siamo esseri umani, esseri pensanti. Noi modifichiamo la realtà pensandola. Nell’era della comunicazione di massa, tuttavia, il linguaggio forma il pensiero molto di più di quanto il pensiero formi il linguaggio. Quindi il linguaggio e i suoi usi hanno un potere trasformativo sulla realtà. Il linguaggio non è solo flatus vocis.
L’etimologia del
termine “pregiudizio” è chiara: il pregiudizio allude alla pratica di giudicare
persone, fatti o cose prima di averle conosciute.
In realtà, la
scienza intera, nel momento in cui categorizza i fenomeni che studia, attua dei
pregiudizi. E così ha sempre fatto l’uomo anche in un contesto istintivo e pre-scientifico.
Così fa ogni essere animale, a dire il vero. Al cucciolo basta avvicinarsi al
fuoco una sola volta per temerlo. Per il resto della vita, ogni volta che vedrà
del fuoco, egli avrà una reazione di paura e se ne terrà lontano. Lo stesso
vale per animali da preda che lo sovrastano nella catena alimentare.
L’uccellino ha dei pregiudizi nei confronti dei gatti: anche se può avere il
sentore che la stragrande maggioranza dei gatti oggi è addomesticata o comunque
ben curata e nutrita, il rischio di venire predati è sempre presente. Meglio
trattare tutti i gatti come potenzialmente pericolosi, ne va della sopravvivenza.
La
categorizzazione è un elemento presente nell’istinto di ogni specie animale
quanto lo è nell’operare intellettuale dell’uomo, nel suo modo di pensare che
ha dato origine alla filosofia e alla scienza. Senza categorizzazione, che
sussume gli individui in categorie o specie, non ci potrebbero essere né
filosofia né scienza. E non ci sarebbe alcuna possibilità di comprendere e di
prevedere i fenomeni. Saremmo vincolati all’esperienza del singolo caso, ogni
volta, senza la capacità di farlo rientrare in un insieme che aiuti il nostro
giudizio per tutte le volte successive. Oggi io sono in grado di distinguere l’uomo dalla
donna preventivamente e senza esaminare ogni singolo individuo, perché ho ben
presente quali sono le caratteristiche che formano la categoria “uomo” e quali
la categoria “donna”. Ma senza la capacità o la volontà di fissare queste
caratteristiche in un orizzonte di senso categorizzante, io dovrei decidere
caso per caso se questo individuo appartiene all’una o all’altra tipologia.
Senza la capacità di categorizzare, la scienza non sarebbe possibile. Pensiamo
per esempio alla statistica, che studia la distribuzione numerica di un
fenomeno in diverse categorie concomitanti. Se togliamo il “pregiudizio”
dell’appartenenza a una categoria, togliamo a questa scienza gli strumenti su
cui si basa il suo funzionamento.
Islam e Progressivismo: due Ideologie Assassine
Similmente, da un
punto di vista, se vogliamo, di “sociologia individuale”, considerando che oggi
quasi tutti gli attacchi terroristici provengono dall’Islam, è naturale per la
persona comune avere dei “pregiudizi” e agire in accordanza con questi
pregiudizi. È sempre una questione di adattamento; spesso lo è di
sopravvivenza. Per continuare l’esempio, se un cristiano con tanto di croce al
collo (o un ebreo con kippa) dovessi scegliere fra una città come Budapest e
una come Malmoe (forse la città europea con il più alto tasso di
islamizzazione) per circolare in strada, ogni persona di buon senso e di minima
cultura sceglierebbe la prima. Ciò che sappiamo della cateogira Islam ci basta
e avanza per guidare il nostro comportamento verso la scelta di gran lunga meno
pericolosa. Per chiunque dica diversamente i casi sono due: o lo fa per
apparire più “inclusivo”, oppure è talmente inebriato di fanatismo progressista
da vivere in uno stato “rousseuiano” di totale distacco dalla realtà e di
fregola buonista (“l’uomo è buono per natura”, “non esistono culture migliori e
culture peggiori” “l’inclusione e l’amore vincono sempre sull’odio” e similari
porcate new-age).
Questo
atteggiamento di ignoranza ideologicamente indotta può avere conseguenze
tragiche. Come la coppia di turiste scandinave violentate e decapitate da
tre terroristi islamici durante una vacanza in Marocco. Une delle due vittime
aveva postato prima del viaggio un tweet con un video di disgustosa propaganda
“inclusiva” (1), corredato da scritta “Mai giudicare le persone dall’apparenza”.
È anche il caso
dell’italiana Pippa Bacca, violentata e strangolata in Turchia durante un tour
in autostop finalizzato a promuovere il messaggio della “pace mondiale” e del
“matrimonio tra differenti popoli e nazioni”: il suo assassino, vedendola
vestita da sposa, deve aver captato un messaggio differente.
E poi c’è il caso
di l’attivista di sinistra Amanda Kijera, che viaggiò a Haiti con l’impegno di
“preservare la dignità degli uomini di colore in un mondo che li li bolla
costantemente come dei selvaggi violenti”. Il risultato di questo stereotipismo
buonista: sequestrata su un tetto e violentata ripetutamente da un uomo di
colore.
In realtà, come
abbiamo visto, è proprio l’assenza di pregiudizi a creare il pregiudizio più
grande di tutti: quello per cui le persone e le culture dalle quali provengono
sono tutte buone.
Ma continuiamo.
C’è Ellen Krantz, una svedese sostenitrice del multiculturalismo e
dell’immigrazione di massa (di cui il multiculturalismo è una delle ideologie
di supporto), titolare di una pagina Facebook chiamata “Ci piace la diversità”.
Risultato: stuprata, uccisa e scaricata in una foresta da un immigrato etiope.
Ze de Catalan,
una politica affiliata al Green Party svedese, ovviamente sostenitrice dei
“confini aperti”. Durante un viaggio in Congo è decapitata e i suoi resti
buttati in una fossa.
La ventenne Ellie
Warren, un’ambientalista di sinistra, finita stuprata, uccisa e scaricata in
una latrina in Mozambico.
L'americana Lauren
Mann, residente in Austria, aderì a una campagna per ospitare dei “rifugiati” in casa
propria. Ospitò un immigrato del Gambia. Stuprata e soffocata a morte.
Una psicologa
belga, Maïlys Dereymaeker, al lavoro in Svezia per salvare dalla deportazione degli
immigrati illegali ai quali era stato rifiutato lo status di rifugiati.
Investita e uccisa da un camion guidato da uno di questi individui.
La coppia di progressisti Jay Austin e Lauren Geoghegan, che intraprese un tour dei Balcani e del Medio Oriente in bicicletta, animati da ciò che traspare da un commento postato da loro prima del viaggio:
Tu leggi i giornali e sei indotto a credere che il mondo sia un luogo […] spaventoso. La narrazione vuole che tu non ti debba fidare della gente. La gente è cattiva. La gente è malfagia. Io non ci credo. Il Male è un concetto fittizio che abbiamo inventato per gestire le complessità di altri esseri umani che hanno valori, convinzioni e prospettive differenti dalle nostre. In generale, gli esseri umani sono gentili… Generosi, splendidi e gentili.”
Investiti e accoltellati a morte da terroristi islamici.
Si potrebbe
continuare. Si tratta con ogni probabilità solo della punta dell’iceberg,
quando è ovvio che media e ong varie cercano di far trasparire al pubblico il
meno possibile su casi simili per non “stigmatizzare gli immigrati”.
Alcune Culture Sono Meglio delle Altre
Dei tipici
refrain dello stupidario progressista in questo contesto recitano
quanto segue:
“non bisogna generalizzare” e “non tutti sono così”. Due affermazioni
ubique, usate con la stessa frequenza della carta igienica nei cessi, e
che
rivelano una stupidità senza fondo. Sulla prima abbiamo già detto e
diremo.
Sulla seconda basti dire che non ci è dato in anticipo sapere chi in un
gruppo
di individui sarà quello che tirerà fuori il coltello o che stuprerà o
che
ruberà. Data la nostra incapacità di leggere la mente delle persone, non
ci
resta altro che trattare la suddetta definita categoria di persone in
blocco come
pericolosa, o come più pericolosa di altre. È umano, è naturale, è
vitale.
Stampiamoci bene
nella testa, per la nostra sopravvivenza e nel caso che non sia già troppo
tardi per la nostra civiltà, che alcune culture sono meglio delle altre.
È
meglio, anzi vitale per noi, che alcune culture – e le persone che se ne
fanno
portatrici - siano lasciate nel paese dalle quali provengono. La cultura
occidentale, frutto al contempo della sapienza ebraico-cristiana e
della ratio illuminista, è infinitamente migliore dell'Islam,
un'ideologia totalitaria che vuol costringere con la violenza il mondo a
vestire, agire e pensare come un barbaro nell'Arabia del VII secolo.
Non
è sbagliato –
ed è anzi normale e doveroso – nutrire sospetti e “pregiudizi” su
culture,
religioni e gruppi di persone che innumerevoli fatti di cronaca hanno
autorizzato a categorizzare come sanguinari e indegni della nostra
tolleranza e
ospitalità. Evitate come la peste di aver a che fare con gente che vi
invita a non generalizzare, pretendendo così di elevarsi a un piano di
moralità e razionalità superiori al vostro quando invece non ne
possiedono nemmeno le basi.
Conclusione
Volete comprare
un costoso computer Apple di seconda mano. Vedete su un sito due annunci: il
primo scritto un con un perfetto italiano da un venditore che beneficia di
diversi voti positivi legati a precedenti esperienze di compravendita. Uno
scritto con un italiano stentato da una persona senza record di precedenti
attività di compra-vendita su quel sito. Voi a chi vendereste il vostro
computer? A quello che parla bene l’italiano e che ha diversi feedback
positivi? State usando un pregiudizio. “Eh sì” - direte voi – “ma non è perché
questo è italiano e l’altro è straniero, è solo che il primo ha un’affidabilità
comprovata”. Non importa, il vostro è un pregiudizio, magari non su base
etnica, ma comunque un pregiudizio. Nulla vi dice che il secondo annuncio debba
per forza essere una truffa. Vi si offrono solo indizi a cui il vostro buon
senso si può aggrappare per fare la scelta migliore.
State passeggiando
per strada di notte. Siete a un bivio. Sul vicoletto di sinistra intravvedete
nel buio un gruppo di turisiti biondi, che dall’abbigliamento e dall’accento
concludete essere turisti svedesi. Nel vicoletto di destra, ugualmente buio, vedete
un gruppo di nordafricani. Quale vicolo imboccate? Quello di sinistra? E perché?
Forse odiate i nord-africani, non vi piace il colore della loro pelle, pensate
che puzzino, siete razzisti? No, semplicemente continuate a leggere sui
giornali, su base quotidiana, di persone derubate, picchiate, violentate e
uccise da questa particolare stirpe di immigrati. Agite sulla base di un’idea
preconcetta e pregiudiziale, ma che non è frutto di ignoranza ma al contrario
di una mente ben informata.
Oppure
scegliete
il vicoletto di destra. Ma siate onesti, lo fate solo per convincervi
della verità della vostra ideologia “inclusiva”. O per alimentare il
vostro
ego di “progressista”: avete provato a voi stessi che, quando
l’occasione si
presenti, sapete agire in base alle vostre convinzioni. Il tutto a
vostro
rischio e pericolo. Come la lista sempre aggiornata delle persone morte
ammazzate
dal virus progressista che le aveva rese stupide e alienate rispetto
alla
realtà del mondo.
1) Questo video, nonché riferimenti ai casi di cronaca nera qui elencati, sono inclusi nel video (in inglese) The Tragedy of Cultural Relativism, dello youtuber Paul J. Watson.
https://www.youtube.com/watch?v=IUXteUGhh7w&ab_channel=PaulJosephWatson
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