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Benvenuti nel paese del cancro rosso.
L'ex partito comunista fu l'unico a
rimanere sostanzialmente intoccato, più di quattro lustri fa, dalle
indagini di Tangentopoli. In questi 20 anni, la stessa nomenklatura
che si vide miracolosamente risparmiata - grazie all'omertà del
compagno Greganti - dalla galera e dalla decimazione politica che ha
colpito gli altri maggiori partiti storici della Prima Repubblica, ha
avuto mani libere per continuare a rubare e a tirare i fili di trame
indicibili. I ladri degli altri partiti sono usciti di scena, mentre loro stanno ancora tutti lì.
I libri di Storia dovranno parlare di un ventennio perso dietro ai continui e martellanti tentativi di riformare in senso piduista la costituzione agglomerando i 3 poteri, che i padri costituenti vollero divisi, in un unicum autoritario. La violenta neutralizzazione dell'istituto parlamentare attraverso l'abuso del decreto – un tratto che contraddistinse la Repubblica di Weimar, con tutte le conseguenze che sappiamo –, lo stupro dell'istituto referendario e la riforma della legge elettorale per poter costituire un parlamento di nominati sono altrettanti contrassegni di un colpo di Stato ingentilito dall'assenza dei carri armati nelle strade. Come nella metafora della rana nella pentola, il popolo italiano si è fatto cuocere a fuoco lento e si ritrova assuefatto a ogni tipo di attacco barbarico alle libertà costituzionali, sferrato dall'interno stesso delle istituzioni.
I libri di Storia dovranno parlare di un ventennio perso dietro ai continui e martellanti tentativi di riformare in senso piduista la costituzione agglomerando i 3 poteri, che i padri costituenti vollero divisi, in un unicum autoritario. La violenta neutralizzazione dell'istituto parlamentare attraverso l'abuso del decreto – un tratto che contraddistinse la Repubblica di Weimar, con tutte le conseguenze che sappiamo –, lo stupro dell'istituto referendario e la riforma della legge elettorale per poter costituire un parlamento di nominati sono altrettanti contrassegni di un colpo di Stato ingentilito dall'assenza dei carri armati nelle strade. Come nella metafora della rana nella pentola, il popolo italiano si è fatto cuocere a fuoco lento e si ritrova assuefatto a ogni tipo di attacco barbarico alle libertà costituzionali, sferrato dall'interno stesso delle istituzioni.
In questi 20 anni, quindi, l'attività
politica si è concentrata sulla necessità di non far emergere i
reati, e di soffocare l'iniziativa della magistratura quando,
nonostante tutti gli sforzi, si fossero scoperti alcuni altarini. Il
tandem con il truffatore fiscale e frequentatore di prostitute
minorenni, al quale la condanna definitiva ha valso - come del resto già anni prima con D'Alema e Veltroni - una promozione
del serial liar di Rignano al rango di padre
neocostituente, si è rivelato fin da subito una necessità: troppa
la comunanza criminale, troppi i dossier nei cassetti dei servizi
segreti berlusconiani.
Dalla concessione veltroniana del monopolio televisivo alle reiterate resurrezioni da
sinistra di un cadavere politico di volta in volta seppellito nella
sporcizia corruttiva e mafiosa da lui stesso sollevata, il fenomeno del berlusconismo che ha
infestato questi due decenni è opera del cancro rosso, non ci
possono essere dubbi al riguardo.
Senza il cancro rosso, poi, le mafie
non avrebbero potuto prosperare fino a diventare la prima azienda
d'Italia, perchè le istituzioni non avrebbero dovuto sottostare al
ricatto della trattativa e all'osservanza certosina del papello. Una
legislazione che favorisca la mafia – o l'assenza di una
legislazione che la ostacoli – favorisce anche ogni tipo di
attività criminale non organizzata, perchè depotenzia e neutralizza
alla base gli strumenti per scoprire il reato e per arrivare a punirne i
responsabili.
Non il Ladro, ma gli Elettori
Il centro-sinistra è la metastasi rossa
che sta estinguendo questo paese. Ma la democrazia è fatta di scelte
popolari. Il ladro che ruba quando è messo nelle condizioni per
farlo segue un suo istinto: è un'oggettività contro cui è sterile
indignarsi, perchè nell'ordine naturale delle cose umane. Diverso è
il discorso di chi, nel suo piccolo custode del granaio, apre al
ladro la porta principale. Il problema di una democrazia non può
essere il ladro, ma piuttosto colui che l'ha eletto. Per il primo c'è
la magistratura, per il secondo solo la propria coscienza e il
proprio “istinto” democratico, che è precisamente ciò che si è perduto.
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