(Difficoltà: 2/5)
Il nuovo PdR Mattarella |
Si tratta di un gioco delle parti.
Berlusconi è fatto così: ha in mente di ottenere 50 e ti chiede
100, così tu se gli concedi 80 credi di aver vinto, ma in realtà
lui ha ottenuto più di quanto messo in conto. E' avvenuto qualcosa di simile con
l'elezione di Mattarella a nuovo PdR: Berlusconi e Renzi (detto l'uno
dici l'altro) hanno mandato avanti candidati improponibili (vere
icone della “casta” politica: la Finocchiaro, Amato, Casini),
roba da convulsionare gli stomaci più forti; in tal modo, si è
fatto apparire l'elezione di un mediocre democristiano con un passato
(suo e della famiglia) tutt'altro che limpido (Mattarella confessò di aver accettato un
contributo elettorale da Filippo Salamone, universalmente noto in
Sicilia come il costruttore di Cosa Nostra, niente meno) un risultato da
salutare con entusiasmo. E ci sono cascati quasi tutti come dei
polli: invece di scandalizzarsi perchè non si è scelto il meglio,
si è gioito per il meno peggio. Come al solito. “Sospirone di
sollievo”: come se i nostri rappresentanti in Parlamento, pagati da
noi fior di quattrini, fossero lì per fare il nostro male invece che
per migliorarci la vita. Come se il nostro paese non si fosse mai
liberato da Borboni a austriaci. E non mi inoltro sullo scempio della
scelta del candidato unico, calato dall'alto da un premier abusivo
con il necessario benestare di un pregiudicato frequentatore di
prostitute minorenni, e della vergognosa pantomima delle “schede
bianche”. Questo è il livello della nostra democrazia: abbiamo
completamente perduto le coordinate delle autentiche scelte
democratiche, nonché della modalità per l'affermazione delle
stesse. E' chiaro che l'ira di Berlusconi è un gioco delle parti
visto e stravisto, un “chiagn' e futt'” delle migliori specie:
“Renzi si intaschi pure la vittoria di Pirro, se questo può far da
stampella al suo
Quando impareremo a capire che il “male
minore” nasconde sempre i germi di un male peggiore che da quello
si evolve, capiremo che Mattarella è la scelta giusta per gli
interessi dell'azionista di maggioranza del governo: un Napolitano
della Sicilia, che seguirà gli ordini dal basso con ancora più
solerzia e meno visibilità.
Come disse qualcuno: “Quando ti siedi
sulla tazza del cesso, non puoi aspettarti che ne esca qualcosa di
buono.” Il problema è che il bulletto di Rignano attorno al tavolo
berlusconiano della trattative ci è nato, e nessuno lo disturberà
per almeno altri 7 anni. Contento lui, contenti tutti.
Nessun commento:
Posta un commento