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Come è noto, la tragedia si ripete sempre nella Storia in forma di farsa. Gli eventi di questi ultimi anni – quelli
caratterizzati dal berlusco-renzismo – dimostrano che l'Italia è
capace di un trapasso ulteriore: quello nella barzelletta. E' una
sublime
ironia vedere un Paese che dopo aver affrontato e superato - pure in
un cammino di continui cedimenti, concessioni e ricadute che hanno minato in
maniera insanabile il senso di una “cittadinanza” italiana – le
continue minacce alla sua democrazia portate dai terrorismi, dalle
mafie, dalla P2 e dalla plutocrazia delinquenziale di Berlusconi,
soccombe senza alcun spirito di difesa all'arditismo macchiettistico
di una nullità politica (per tacer d'altro) come il “frottolino amoroso” Renzi,
precipitato escrescenziale dei nostri tristi tempi. Un ganassa votato da
nessuno, insospettabile (con quella faccia!) sicario di diritti e di
fondamenti costituzionali. Non è poetico tutto questo?
Italia Paese maledetto da Dio e dalla Storia, ma va bene così. Stiamo forse infatti vivendo la nemesi di un
"nazione" schiacciata da un secolo e mezzo di contraddizioni micidiali, iniziate dal
sommo paradosso di un'annessione spacciata per unificazione, e continuate con quello che sappiamo. Un Paese
che non sarebbe mai dovuto esistere, e che ha vivacchiato accumulando
l'una sull'altra le peggiori malattie, come soleva accadere ai figli
dell'incesto nei contesti dinastici dell'ancien régime; morbi che
l'Italia, organismo autoparassitario, ha coltivato invece di
debellare. Un Paese-palude, insomma, brodo colturale in cui ogni
virus, vibrione o batterio può attecchire e prosperare; un mostro
che produce anticorpi contro i suoi stessi anticorpi.
Uno squallido angolino di mondo popolato di sodomiti repressi, sempre solerti nell'attaccarsi come cuccioli di scimmia al “petto villoso”
del duce che passa per di lì, non solo non merita di esistere, ma
nemmeno di nascere. E questo è l'intero punto.
Il “partito della nazione” di Renzi
– caso tutt'altro che desueto di realtà già operativa che si camuffa da
progetto futuribile, pertanto morto in partenza – è, di quella
stessa nazione, il de profundis. E' il cerchio che si chiude. Se non
è poesia questa, ditemi voi cos'è.
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