Obama presta il suo giuramento su due bibbie |
Sull'onda dello sciagurato patto nucleare tra gli Stati Uniti e lo Repubblica Islamica dell'Iran (su cui mi riservo di scrivere in un vicino futuro), mi viene da pormi un quesito: sono i democraticissimi Stati Uniti, in realtà, una teocrazia? Ora, è vero che molti self-pariah intellettuali, dall'ultimo
piano della loro torre di avorio, non sopportano quei pezzettini
di realtà che ogni tanto osano intromettersi nella purezza della
teoria, ma a tutti gli altri, umili mortali, è facile notare le
discrepanze all'interno di una nazione che, da un lato, si proclama
democrazia anche e soprattutto sulla scorta delle origini
illuministiche della propria costituzione (che non a caso ha come principale cardine il Primo Emendamento, cioè quello della libertà di parola); dall'altro, si
rivela per alcuni aspetti – che non si limitano, temiamo, alle liturgie – una teocrazia.
Quali sono queste discrepanze? Beh, citiamone un paio.Perché, nei tribunali, i testimoni sono chiamati a giurare sulla Bibbia invece che sulla Costituzione quando, trattandosi di diritto, questo sarebbe lo strumento più appropriato?
Sempre sulla stessa scia, ma se possibile ancora più significativamente: perché il Presidente degli USA è chiamato a porre una mano sulla Bibbia– e addirittura baciarla – quando pronuncia il suo giuramento all'inizio del mandato? Si badi bene che il testo del giuramento contiene un pronunciamento di fedeltà alla Costituzione, e non ad altro. Inoltre, il fatto di giurare sulla Bibbia è solo una convenzione, e non è un obbligo sancito dalla Costituzione: fu infatti G. Washington a introdurne l'uso; Roosevelt (1901) se ne sottrasse, e così Adams e Pierce preferirono – vedi delle volte la stranezza – giurare su un testo di legge con l'intenzione di giurare sulla Costituzione. Il nostro Obama, invece, essendo un narcisista, ha voluto strafare e ha giurato addirittura su due bibbie, cosa per altro non proprio inusitata.
Conclusione
Aldilà delle singole evidenze, è chiaro a tutti che il continuo richiamo a Dio da parte dei presidenti degli Stati Uniti nei loro statement ufficiali è alquanto sospetto. Una democrazia moderna non può che essere laica, e una democrazia che si richiama a Dio è qualcosa d'altro da quello che crede d'essere. Sta nei fatti nudi e crudi che l'America è in realtà una teocrazia, e ciò indipendentemente dalle intenzioni e dalla sincerità dell'afflato religioso: il sospetto – ma è più che altro certezza - è infatti che l'alone religioso stia lì per celare il senso di colpa di un imperialismo oppressivo che l'America – dietro il paravento ideologico della "Dottrina Monroe” e dell'esigenza di “esportare la democrazia e la civiltà” - esercita fin dalle sue origini.
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