Giornali e notiziari tv parlano di
“possibile matrice terroristica”. Naturalmente la politically
correctness avallata in 8 tragici anni dal primo presidente musulmano
degli Stati Uniti impedisce di aggiungere alla parola “terrorismo”
la qualificazione di “islamico”, ma a questo siamo ormai
abituati. Come siamo abituati al fatto che per un aggettivo
necessario che si omette, se ne aggiunga uno superfluo: “possibile”.
Possibile? Dunque, vediamo gli elementi di cui disponiamo.
a) l'IDENTITA' dell'attentatore: l'attentatore, poi abbattuto dalla
polizia, si chiamava Abdul Ali Artan, ed è di origine somala. Qual è
la religione in Somalia? Praticamente tutta la popolazione somala è
musulmana. Andiamo avanti.
b) Il MOVENTE. Si
riporta che possible movente/pretesto per l'attentato sia il fatto
che l'aspirante stragista non si sentisse al sicuro come praticante
islamico in terra statunitense. In un intervista al giornale
dell'Ohio State University, luogo dell'accaduto, Artan aveva riferito
che nell'università dove era stato prima, la Columbus, “avevamo
sale di preghiera, tipo vere stanze dove noi musulmani potevamo
andare a pregare, perché noi dobbiamo pregare cinque volte al
giorno. […] Questo posto [l'OSU] è enorme, e non so nemmeno dove
andare a pregare. Se la gente mi guarda, un musulmano che prega, non
so cosa penseranno, cosa potrà succedere. … Ma l'ho fatto. …
Sono andato nell'angolo e ho pregato.”
- il MODUS OPERANDI. L'aspirante carnefice islamico ha operato nel seguente modo: dapprima ha cercato di falciare quante più possibili persone con la sua auto. Poi, sceso dall'auto, ha cercato di completare l'opera accoltellando chi gli stesse davanti.
Mmm... a chi potrà essersi mai ispirato, nel suo modus operandi?
Normale che il consumatore medio di informazioni da giornali di
sinistra come il New York Times o il Los Angeles Times, o canali come
la BBC o la CNN, non abbia avuto deja-vu: dopotutto, quale popolo
(per così chiamarlo) è più osannato, vezzeggiato, coccolato,
protetto e da una certa informazione mainstream di sinistra? Ma sì,
sempre loro: i “palestinesi”. Quel popolo che i media di
sinistra, e l'opinione sinistrata che si beve tutto come una capra, vorrebbe far
passare da martire dei cattivoni ebrei. E quale miglior modo per
mettere la realtà sottosopra (scambiando le vittime per i carnefici
e viceversa) che nascondere o minimizzare (quando proprio il fatto
nonostante tutto esce allo scoperto) tutto quello che le bestie
antisemite che si fanno chiamare “palestinesi” fanno agli
Ebrei, e per converso ingigantire a dismisura tutto ciò che lo Stato
di Israele fa per sua legittima difesa? Ecco dunque che, guardando
sotto il tappeto, si possono per esempio scoprire fatti come questo:
Notata la
somiglianza con la mattanza dell'Ohio? Bene: episodi come questi sono
la regola in Israele, e lì nessuno certo si mette a chiedersi quale
sia la matrice di simili attentati.
(Ah, a proposito di accoltellamenti, cari amici (si fa per dire) della Sinistra, giusto perché voglio farvi sbrodolare dalla goduria, ecco, qui sotto, una piccola selezione di immagini dei vostri compagnucci di merende alle prese con la loro ragione di vita: l'ammazzamento di Ebrei. Non preoccupatevi, l'esclusiva è sempre loro. Buon divertimento.)
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"Palestinesi", "popolo" inventato e cresciuto per uccidere: 1) feccia palestinese brandisce un coltello; 2) un video palestinese su come ammazzare un Ebreo con il coltello (diventato immediatamente virale sui social arabi); 3) Copia di un'immagine distribuita ai bambini palestinesi, in cui si mostrano i punti vitali da colpire per uccidere (la scritta in inglese dice: "Come accoltellare un Ebreo"); 4) immagine di una palestinese mentre tenta di ammazzare un Ebreo Israeliano che l'ha fermata per dei controlli; 5) Immagine di una bambina palestinese con coltello da cucina postata su FB (la scritta in inglese: "Voglio accoltellare un Ebreo"); 6) altra immagine di bambina palestinese (la scritta in inglese dice: "Accoltella! Accoltella! Accoltella!...") |
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