I "Protocolli dei Savi di Sion" |
Nell'estate 2014, tre esponenti di quel
falso popolo coccolato a livello mondiale da
neonazisti di destra e di sinistra, e cioè i “palestinesi”,
ubriachi e infoiati per la corrente guerra di Gaza, tentarono di dare
fuoco a una Sinagoga in Wuppertal, città tedesca sita nel Land della Renania
Settentrionale-Westfalia. Per fortuna con scarsi risultati: 800$ di
danni e nessun ferito.
Ebbene, è di tre giorni fa la notizia –
come uscita da un incubo – che la corte d'appello del Land ha
giudicato l'accaduto non come uno spregevole atto di antisemitismo,
ma al contrario come legittima critica allo Stato d'Israele. Con il
loro coraggioso attacco, i tre valorosi piromani avrebbero solo voluto
“portare l'attenzione sul conflitto di Gaza”. Questa era stata
infatti la linea difensiva dei tre “protestatari”, che la Corte
ha accolto in pieno. E qual miglior modo di portare l'attenzione
sulla guerra fra Israele e terroristi palestinesi in Gaza, se non
appiccare fuoco a una sinagoga sita a 4.500 km di distanza dal teatro
della contesa?
“Due Pesi Due Misure”: il Doppio
Standard Vera Cartina di Tornasole dell'Antisemitismo
Certo, chi si aspettasse carta bianca
per mettere a fuoco a una moschea tedesca (o di qualsiasi altro paese
europeo, se è per questo) come legittima forma di protesta contro la
svolta autarchica di Erdogan – o contro l'occupazione turca di
Cipro del Nord -, aspettandosi una simile assoluzione dal tribunale
competente, non si illuda: cartina di tornasole dell'antisemitismo,
di cui la decisione della Corte tedesca è forse il più lampante
esempio nella patria del nazismo dall'epoca della “Kristalnacht”,
è proprio il doppio standard, e cioè il (pre)giudizio che i Giudei siano
figli di un dio minore, e che lo stesso fatto vada giudicato
diversamente a seconda se si tratti di loro o di altri. Ci sono
diritti di cui possono godere solo i non-Ebrei, e ci sono colpe e
doveri che si applicano solo agli Ebrei.
Un contrassegno, che uno può riconoscere nell'antisemitismo, è
quello dei doppi standard che vengono applicati: a nessuno verrebbe
in mente di attaccare un monastero induista per protestare contro la
politica dell'India, o di attaccare una moschea per posizionarsi
contro Erdogan o “contro la Turchia” (1)
Basterebbe immaginarsi lo stesso fatto
a parti invertite, e cioè tre Ebrei che tentano di bruciare una
moschea, per avere una rappresentazione plastica dell'odio per gli
Ebrei che un simile verdetto contiene: titoloni di giornali, aperture
dei tg, lo sdegno del mondo delle Ong e di molti intellettuali, i tweet delle celebrities ecc.
In questo caso, invece, silenzio assoluto nei media occidentali, a
parte qualche sparuta voce all'interno del mondo ebraico, come
dimostra questa ricerca su Google News Deutschland:
Amarcord:
L'Antico Patto tra i Tedeschi e i Palestinesi
Parlando proprio della Notte dei
Cristalli, la canagliata compiuta dalla corte tedesca si arricchisce
di un particolare agghiacciante, dato il valore simbolico
conferitogli da precedenti storici: la stessa sinagoga fu bruciata
dai nazisti durante i pogrom della già citata “Kristallnacht”
nel 1938 (2). Il che fa ritenere, ironicamente ma non troppo, che il
giudizio della Corte tedesca in questione abbia voluto tener in
debito conto l'antico patto fra Hitler e il fondatore del movimento
nazionale palestinese (a tutti gli effetti il primo grande
“palestinese”), il Grande Mufti di Gerusalemme Husseini, a proposito di una “soluzione finale
della questione ebraica” che avrebbe dovuto coinvolgere anche gli
Ebrei stanziati nella Palestina di allora. Ecco qui il padre ispiratore dei "palestinesi" (a sx con Hitler, a dx in sfilata con tanto di saluto nazista):
L'Esplosione
dell'Antisemitismo Spia della Nuova Decadenza del Vecchio Continente
E, come sempre quando l'Umanità dà il
peggio di sé nel rispolverare i vecchi demoni che l'hanno già
condannata all'inferno nel passato, la cosa ha un risvolto ancora
peggiore del peggio: l'assoluzione dei tre islamo-nazisti dall'accusa di antisemitismo implica a chiare lettere che ogni ebreo
in giro per il mondo sia da ritenersi responsabile delle azioni
(quasi sempre presunte tali) di Israele; ma implica anche, conseguentemente, che gli Ebrei di ogni nazionalità vadano considerati la longa manu dello Stato ebraico. Tutto ciò ha l'effetto di avallare il vecchio pregiudizio
antisemita dell'Ebreo come parte di una comunità unitaria che trama
nell'ombra per dirigere i destini del paese di cui è ospite e, in
ultima istanza, del mondo intero. Una farneticazione che si deve ai
cosiddetti “Protocolli dei Savi di Sion”, il falso documentale - maldestro plagio di un'opera satirica dell'autore francese Maurice Joly che con gli Ebrei nulla aveva a che fare -
creato dalla polizia segreta zarista all'inizio del XX secolo per
diffondere il disprezzo contro gli Ebrei e giustificare i pogrom
passati e futuri, e ancora ampiamente diffuso nel mondo islamico. La
Corte tedesca, nel negare il movente antisemita dell'episodio e
relegandolo al rango di protesta politica, avalla il contenuto dei
Protocolli.
Conclusione
Come vado spesso dicendo dalle pagine
di questo blog, è giunta da tempo l'ora di asssestare alla Germania un
colpo da cui questa volta non possa più risollevarsi. Dare a un
popolo ultra-nazionalista con l'hitlerismo nel sangue il controllo
economico e politico di un intero continente non può che produrre il
risveglio di un antico suprematismo mai morto, che condurrà l'Europa
a un'altra catastrofe politica, economica e soprattutto morale. E' la politica germanocentrica dell'euro e dell'Ue, infatti, che ha distrutto l'economia del continente, e che ha consentito l'afflusso incontrollato di immigrati di fede islamica, permettendo che il virus di questo credo intrinsecamente culturicida e genocida annientasse tassello dopo tassello i fondamenti valoriali dell'Occidente, vanificando un lungo percorso di auto-cura intrapreso dopo la II Guerra Mondiale. In un periodo di crisi economica e politica radicale, l'antisemitismo è sempre stato la spia di un drammatico regresso culturale, la metastasi che anticipa la rovina finale. Questo è ciò che abbiamo di fronte oggi, e la Germania ne va considerata - come spesso o sempre nel passato - la principale responsabile.
(1) “Wuppertal und die
Brandstifter” (di Stefan Laurin), articolo apparso du
“Juedische Allgemeine” il 12/01/2017
(2) "German Court: Burning Synagogue Justified, No Punishment For Palestinian Arsonists" (Adam Eliyahu Berkowitz), da "BreakingIsraelNews", 14/01/2017.
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