(Difficoltà 3/5)
Mi pare che sia
in atto da almeno sei-sette anni, in alcuni circoli, una tendenza a coniugare il “problema
europeo” (non nel senso che l’Europa - nel senso, beninteso, di Unione Europea - ha
un problema, bensì nel senso che l’Europa è il problema) in termini finanziari, intendendo trasformare il problema dell’Europa
nel problema dell’euro, cioè di una valuta che premia le economie del nord-Europa
(notamente quella della Germania) a scapito di quelle del sud. E’ pur vero che
l’euro, che si stampa a Francoforte, è assieme utensile e simbolo della
conquista dell’Europa da parte della Germania attraverso lo strumento stealth
della finanza: se non abbiamo sovranità monetaria, e cioè se non possiamo
stampare una nostra moneta da usare come leva per agire sui tassi d’interesse,
allora non abbiamo nemmeno sovranità politica, e le elezioni sono solo uno
specchietto per le allodole, un guscio vuoto. La moneta è stampata altrove
(alla Bce), e quindi la politica monetaria è decisa altrove, e così i tassi: in
questo modo, siamo sotto costante ostaggio dei mercati internazionali e dello
spread.
Quindi ha ragione
chi vede nell’euro lo strumento della dittatura europea; ha torto invece chi lo
considera il principio di ogni male. Il problema è infatti la stessa idea di un’Europa
unita. Perché? Perché c’è la Germania, il paese con l’economia e con l’idea di
sè più forti, e un paese che non ha mai nella sua storia rinunciato all’idea di
esercitare sugli altri stati europei un’egemonia spietata, sfruttando ogni opportunità
offerta dalle circostanze. Se unità europea deve esserci, essa sarà quindi solo sotto il
tacco tedesco: sarà un’unità tra uno stato forte e altri stati forzatamente più
deboli che ne dovranno subire i diktat. Questo è precisamente lo spettacolo
che si offre ai nostri occhi da ormai vent’anni a questa parte: quello di
governanti senza dignità che si recano alla corte teutonica per farsi decidere
la propria politica economica e per mendicare un acquisto di titoli di stato
lì, la possibilità di fare un po’ di deficit là ecc.
Il Sovranismo Antidoto al Giogo Tedesco dell'UE
Chiediamoci: l’euro
può sopravvivere senza l’Europa come entità burocratica sovranazionale, cioè
come UE? Ovviamente no. E l’UE può sopravvivere senza l’euro? Difficile da
dirsi: certo verrebbe meno il principale strumento di ricatto contro chi dall’adesione
ai trattati UE ha tutto da perdere, come l’Italia. Ma ciò non toglie che le èlite
europee non possano, nell’eventualità del crollo dell’euro, escogitare qualcosa
d’altro per tenere l’Italia, tra gli altri paesi, incatenata alle arroganti imposizioni euro-tedesche. La soluzione
quindi è solo una: rinunciare per sempre all’idea di unità europea, un’idea escogitata,
probabilmente con buone intenzioni, sulle rovine della Seconda Guerra, ma un’idea
perdente fin dall’inizio, in quanto si è voluto evadere la premessa della
regolazione del “problema tedesco”, e cioè la necessità di ridurre l’orrenda realtà
etnico-politica chiamata “Germania” alla perenne irrilevanza industriale, di
disinnescare per sempre la possibilità, da parte dei tedeschi, di realizzare quelle mire
egemoniche che essi hanno da sempre inscritte nel loro dna. Questo era anche il piano ideato, subito dopo la fine del conflitto, da Henry Morgenthau Jr. (1), già Segretario del Tesoro sotto Fr. D. Roosevelt, e del quale purtroppo non si fece nulla.
Quindi bisogna finirla una volta per tutte con l’idea di un’unione
europea, anche se solo economica-finanziaria come allo stato attuale, sostituendo l'attuale panorama con una politica basata su trattati commerciali bilaterali che
salvaguardino l’autonomia e la democrazia dei paesi più deboli. Se il ritorno ai
tanto paventati “nazionalismi” produrrà una nuova guerra possibilmente su scala
mondiale, ciò sarà da imputare con ogni probabilità, come sempre, all’espansionismo tedesco,
e sarà, come per le due precedenti, una guerra per salvaguardare la propria
indipendenza da un popolo che di democrazia riconosce al limite solo la propria, ma non
quella degli altri. Perché, nell’epoca dell’UE e dell’euro, parole come “nazionalismo”
e “sovranismo” significano proprio questo: riconquistare uno spazio vitale di
autonomia e indipendenza da un imperialismo, quello tedesco, che viene portato avanti
dietro i vessilli menzogneri dell’europeismo e dell’“unità tra i popoli” dentro
l’Unione Europea.
(1) "Germany is Our Problem", di Henry Morgenthau Jr. (pdf)
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