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Li vediamo tutti
ogni santo giorno: ragazzoni neri, in età da militare o da lavoro, appostati
fuori dai supermercati a questuare i resti in moneta della spesa delle signore.
L’Elemosina fa Sentire “Virtuosi”, ma Provoca Danni
L’elemosina è un’arma
a doppio taglio: dimostra “spirito cristiano” e ci fa sentire bene, buoni e
virtuosi. M a essa incatena anche
il povero alla sua condizione: l’assistenzialismo protratto
ha sempre provocato disastri nelle comunità e negli stati. Un antico proverbio cinese recita: "Se un uomo ha fame, non regalargli un pesce, ma insegnagli a pescarlo". Ora, cosa imparano i mendicanti –
indipendentemente dalla razza – dallo stare fuori dai supermercati a pregare le massaie per degli spiccioli? Con che animo andranno un giorno a faticare sapendo
che per loro la strada della questua, infinitamente più facile e meno faticosa,
è sempre aperta? L’elemosina andrebbe fatta solo a persone che non hanno alcuna
possibilità di trovare una fonte di sostentamento altra da quella: persone con gravi
e visibili disabilità, per es.
La Realtà della Mafia Dietro il Sistema dell’Accattonaggio
Al di là delle
considerazioni etico-pedagogiche, c’è anche quella – infinitamente più
importante per noi – che assecondare la mendicità cedendo alle preghiere dei “poveri”
fuori dai supermercati alimenta la mafia che ci gira attorno. A meno che (beata
ingenuità!) non si voglia credere che un business come questo - che può
fruttare per ogni supermercato a fine giornata cetinaia di euro, da
moltiplicare poi per tutti i supermercati d’Italia – venga lasciato allo spontaneismo
pauperistico: il primo povero che arriva, ben alloggia. Ovviamente, le cose non
stanno e non possono stare così: tutto avviene in maniera troppo organizzata,
liscia, pulita, con i suoi turni e turn-over. Inoltre, non c’è praticamente mai una
scaramuccia per aggiudicarsi la postazione, mai nulla di nulla. Solo un idiota potrebbe pensare che non ci sia
dietro tutto ciò un’organizzazione ferrea e intransigente.
Inoltre: dove
sono finiti i mendicanti veri, cioè i “barboni” – quelli, per capire, che erano
stati costretti sulla strada per turbe psichiche e menomazioni fisiche - che
erano gli unici che si potevano trovare a chiedere la carità fino a qualche
decennio fa? Sono stati fatti fuori, è stato loro fatto capire che certe
persone non avrebbero tollerato impedimenti negli ingranaggi. Così, noi non ce
ne accorgiamo, perché certi confini non si vedono, ma oggi il territorio italiano
è diviso in più sistemi "circoscrizionali", ognuno dedicato a un business
illecito, e tutti in mano a mafie per lo più di extracomunitari. Il fatto che
fuori dai supermercati si trovino quasi esclusivamente individui di pelle nera fa
capire che il business non è certo in mano alla mafia cinese (più incline al
riciclaggio) o albanese (che sembra invece avere più un penchant per la droga e i
furti negli appartamenti), ma a quella nigeriana, che va forte peraltro nella tratta
di schiave connazionali da prostituire sulle strade italiane. E proprio il
business della prostituzione di nigeriane rappresenta per noi un richiamo al sistema della suddivisione territoriale descritta sopra, un qualcosa che conosciamo benissimo
perché ci conviviamo purtroppo fin da almeno 30 anni.
Conclusione: Principi e Idee per una Politica Illuminata
in Tema di Immigrazione
In conclusione, l’elemosina
a soggetti dalla pelle nera fuori dai supermercati rappresenta il
fattuale favoreggiamento di un’attività criminale che “fattura” potenzialmente centinaia
di milioni ogni anno. L'elemosina non è generalmente da fare perché immorale e, fatto accessorio
ma pure importante, profondamente diseducativa.
Se la nostra è una repubblica fondata sul lavoro, allora il lavoro deve rappresentare un criterio principe per decidere anche la politica immigratoria; il principio del lavoro deve informare di sé la politica immigratoria. Se un extracomunitario entra da
clandestino, egli va sempre accompagnato indietro al suo paese, il quale dovrebbe
anche fornire rimborso per le spese di rimpatrio. Se egli invece aveva ottenuto
permesso di soggiorno, alla scadenza di questo deve provare di avere un regolare lavoro; l’assenza di
un lavoro deve risultare nel mancato rinnovo del permesso, e quindi nel
rimpatrio dell’extracomunitario. Infatti, in questa situazione i casi sono due: o l'immigrato non ha voglia di lavorare o la domanda di lavoro nel nostro paese non lo favorisce in quel particolare momento. Quale che sia il caso, egli non ha titolo per soggiornare da "richiedente asilo" nel nostro paese.
Questa deve essere
la politica di un paese sano. Tutto il resto è assistenzialismo, che ferisce la
dignità umana, fondata anche sulla capacità di rendersi utile in una comunità. Se l’Italia
vuole rimanere uno stato laico, questa è la politica da implementare in tema di
immigrazione. Se invece vuole barcamenarsi tra impulsi di un moralismo cattolicizzante
ed esigenze di conti e di realpolitik, sappia che non c’è match, e che vinceranno
sempre i primi, con tutte le disastrose conseguenze del caso. Solo la neutralizzazione
dell'impiego politico di detti impulsi, e quindi la dedizione incondizionata all’essenza laica del
proprio esistere come stato, può far emergere e rendere rilevanti le istanze di
una politica illuminata, concreta e funzionale agli interessi della comunità.
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