domenica 25 gennaio 2015

IL PROBLEMA DELLA RAPPRESENTANZA GIUSTIFICA L'EVASIONE FISCALE IN ITALIA?

(Difficoltà: 1,5/5)

La Dichiarazione d'Indipendenza americana

Il Parlamento italiano è attualmente, in virtù dell'arcinoto “Porcellum”, un parlamento di nominati: non li sceglie la gente, ma se li scelgono loro. Ciò sarebbe normale se l'Italia avesse scelto per sé un sistema elettorale proporzionale, ma non è questo il caso: il referendum del 1993 sancì il regime misto del Mattarellum. Quindi il Porcellum è incostituzionale – come per altro sancito dalla Corte costituzionale – e – ma qui la Corte ha preferito “lavarsi le mani” - così è il Parlamento che ne è scaturito. E non è che l'entrante "Italicum" cambierà di molto le cose.

domenica 18 gennaio 2015

"JE SUIS CHARLATAN". CRONACHE DI ORDINARIA SPUDORATEZZA DAL PIANETA ITALIA

(Difficoltà: 2,4/5)

Sguardo basso, sorrisetto furbo, rientro con
volo di Stato, milioni ai terroristi
A volte questa macchietta di Paese dà prova della sua indegnità con raffiche di avvenimenti surreali ai quali è perfino difficile star dietro. La settimana appena trascorsa è stata un campionario di tutto ciò che compone l'essenza cialtrona e farabutta di un Paese e della sua classe politica. Passiamo in rassegna i 3 atti della tragicommedia.

domenica 11 gennaio 2015

QUAL E' IL PECCATO MORTALE DELL'ITALIA CONTEMPORANEA? UN CONFRONTO CON LE POSIZIONI DI DANTE E DELLA CHIESA

(Difficoltà: 3.6/5)

Dante e Virgilio incontrano Lucifero
L'insegnamento teologico cattolico teorizza la superbia come il peccato maggiore dell'umanità: dopotutto, Lucifero-Satana, origine e simbolo di ogni male, fu l'“angelo ribelle” contro l'autorità di Dio e l'ordine universale da questi costituito. La posizione di Dante, come vedremo subito, è diversa.

domenica 4 gennaio 2015

I CONCETTI DI "ETA'" E "VECCHIAIA", TRA CONDIZIONAMENTO SOCIALE E AUTO-INGANNO

(Difficoltà: 3,7/5)  


Of all sad words of tongue or pen, the saddest are these: ‘It might have been.'”
—  John Greenleaf Whittier; Maud Muller - Pamphlet
                                                                                       

Una vignetta di Altan
Una delle discriminanti principali della nostra società è il fattore-età. Siamo classificati in base all'anagrafe forse più che per altre componenti della nostra carriera civile, più difficilmente quantificabili (reddito, studio, lavoro, esperienza di vita). Nel mondo del lavoro, persino il fattore-esperienza – peraltro autentico totem di ogni selezionatore – nulla può di fronte all'insorgere dei primi capelli grigi: in molte società, nella maggioranza dei casi perdere il lavoro a 35-40 significa, dal manager in giù, non ritrovarlo più. Anche sul piano individuale, l'età di mezzo (diciamo dai 40 anni fino alla pensione) è l'“età oscura”, un Medio Evo pieno di incognite. A nessuno sembra interessare che proprio quella fascia d'età sia il punto di congiunzione ideale di una freschezza mentale ancora presente e del vertice dell'esperienza di vita e di mansione.