mercoledì 13 febbraio 2019

LA DITTATURA DELL'ESPERIENZA

 (Difficoltà: 2,2/5)

Mi è capitato recentemente di avere subito una serie di piccoli soprusi da una collega molto più anziana – e non laureata - sul luogo di lavoro. Si è trattato di una sequela di episodi che denotavano una chiara mancanza di rispetto della collega nei miei confronti. Ho chiesto un colloquio con la dirigente – sì, anch’essa donna – la quale ci ha convocati entrambi. Senza voler sentire nulla di quello che volevo dirle, però, la dirigente ha esordito dicendo: “Io ho assoluta fiducia in [nome della collega bulla]”. Si è trattato di un modo per “mettermi al mio posto” di nuovo arrivato. Il messaggio è chiaro: non me ne frega nulla di creare un’armonia nel team che vada a vantaggio della produttività e della soddisfazione del cliente; non mi interessa nulla stabilire la giustizia in base al confronto dei rispettivi argomenti; non mi interessa niente comunicare un senso di tutela e di fiducia all’indirizzo del nuovo arrivato; non mi interessa nulla di trattenere le persone di talento; mi interessa solo che si rispetti la gerarchia di anzianità. “Chi ti credi di essere? Te lo dico io chi sei: un nuovo arrivato. Quindi subisci in silenzio e non rompere i coglioni!”

sabato 26 gennaio 2019

“L’UNICO EBREO BUONO E’ QUELLO MORTO”: LA SINISTRA CHE RICORDA LA SHOAH E POI DIFFAMA ISRAELE


(Difficoltà: 1,4/5)

I "palestinesi" salutano i compagni
Ogni anno, nel "Giorno della Memoria", va in scena il disgustoso teatrino della strumentalizzazione della Shoah per scopi di maquillage. Coloro che, specialmente a sinistra, si stracciano le vesti fingendo di celebrare la memoria del massacro tedesco degli ebrei sono anche quelli che poi, durante i restanti 364 giorni dell’anno, calunniano lo stato degli ebrei, Israele, fornendo supporto morale e legittimazione ideologica al terrorismo islamico palestinese che lo vuole annientare. Vedere soprattutto il Fatwa Quotidiano di Travaglio, da sempre feroce nemico dello stato ebraico, smielare sulla tragedia della Shoah è particolarmente nauseante.

E’, questo, sicuramente l'aspetto più infame dell’ipocrisia sinistrorsa, un capitolo che ci tocca ogni anno scorrere e subire. I pelosi “omaggi alla Shoah” assolvono, nella mentalità di queste persone prive di elementare decenza e umanità, a un duplice scopo:

venerdì 18 gennaio 2019

IL SEGRETO DI PULCINELLA DELL'INDUSTRIA FARMACEUTICA


(Difficoltà 1,7/5)

Geografia in pillole
Nella nostra epoca, siamo abituati alla gratificazione immediata: i social si incaricano di darci continui boost, o rush, di adrenalina, con le continue notifiche di messaggi appena arrivati. Lo sapevate, per es., che nelle app di social media il movimento in giù del pollice sullo smartphone per aggiornare lo schermo con i nuovi messaggi (che appaiono così in alto sul display) è stato ideato sul modello del braccio della slot machine?

giovedì 17 gennaio 2019

I CAMBIAMENTI RICHIEDONO TEMPO


 (Difficoltà: 2,1/5)

I cambiamenti richiedono tempo per dare i loro frutti. Oggi siamo abituati al “tutto subito”, perché al giorno d'oggi la nostra vita è sintonizzata sulla gratificazione immediata. Ma i comportamenti dettati da lunghe e radicate abitudini non sono attivabili e disattivabili con un switch, nè essi si lasciano modificare chimicamente. Perché questo noi siamo: un crogiolo di abitudini a lungo sedimentate.

sabato 12 gennaio 2019

ONG E SINISTRA: LA COPPIA CHE SCOPPIA


 (Difficoltà: 3,1/5)


Sinistra e ong alleate nella nuova tratta degli schiavi
Se guardiamo a organizzazioni come Amnesty, ci rendiamo conto che esse oggi tendono soprattutto all’autoperpetuazione, all’autoconservazione. E ciò in un’epoca in cui ci sarebbe, in forma senza precedenti, da lottare per i diritti umani, quelli veri (vedi lo sterminio di cristiani operato dall’Islam nelle sue terre, e la persecuzione islamica degli ebrei in Europa). Organizzazioni come queste sono dei moloch al servizio di interessi totalmente estranei a quelli dichiarati negli statuti: basta scorgere la lista dei finanziatori di molte di queste ong, e farà capolina il nome del solito Soros e della sua Open SocietyFoundation (1). C’è quindi un livello di lettura politico-economico che aiuta anche a mettere nel giusto posto azioni e dichiarazioni che altrimenti – stando solo alla mission dichiarata dalle ong - non troverebbero collocazione logica. E c’è anche un livello puramente economico: non è utile solo capire da dove  vengono i soldi, ma anche – per la gente comune che dona attraverso il 730 – capire dove vanno. E dove vanno i soldi delle ong? Bè, per quelle maggiori (e non solo) certamente la stragrande maggioranza del grano finisce a pagare stipendi, sedi e burocrazia, insomma ad alimentare l’apparato, per la sola ragione di tenerlo in vita. Alle “missioni” e alle “cause” umanitarie vere e proprie vengono riservate le briciole. 

domenica 30 dicembre 2018

ZOMBI: IL PERCHE' DI UN FASCINO CHE NON MUORE MAI


 (Difficoltà: 2,1/5)

Perché ci piacciono tanto gli zombi?

"The Walking Dead"
Gli zombi sembrano qualcosa di più di una moda passeggera. Da quando il grande regista americano George Romero ne ha definito il canone cinematografico con il suo film indie “La notte dei morti viventi”, gli zombi hanno costituito parte integrante della nostra cultura popolare (film, serie tv, fumetti, letteratura, videogames ecc.), con una innegabile fiammata negli ultimi dieci anni.
Ma qual è il segreto del loro successo? Perché sembriano non riuscire mai ad averne abbastanza?

domenica 23 dicembre 2018

PROBLEMA TEDESCO E PROBLEMA EUROPEO: DUE FACCE DI UNO STESSO EURO


(Difficoltà 3/5)

Mi pare che sia in atto da almeno sei-sette anni, in alcuni circoli, una tendenza a coniugare il “problema europeo” (non nel senso che l’Europa - nel senso, beninteso, di Unione Europea - ha un problema, bensì nel senso che l’Europa è il problema) in termini finanziari, intendendo trasformare il problema dell’Europa nel problema dell’euro, cioè di una valuta che premia le economie del nord-Europa (notamente quella della Germania) a scapito di quelle del sud. E’ pur vero che l’euro, che si stampa a Francoforte, è assieme utensile e simbolo della conquista dell’Europa da parte della Germania attraverso lo strumento stealth della finanza: se non abbiamo sovranità monetaria, e cioè se non possiamo stampare una nostra moneta da usare come leva per agire sui tassi d’interesse, allora non abbiamo nemmeno sovranità politica, e le elezioni sono solo uno specchietto per le allodole, un guscio vuoto. La moneta è stampata altrove (alla Bce), e quindi la politica monetaria è decisa altrove, e così i tassi: in questo modo, siamo sotto costante ostaggio dei mercati internazionali e dello spread.

sabato 22 dicembre 2018

LA SINISTRA E IL "VITTIMISMO PROIETTIVO"


 (Difficoltà: 2,5/5)

Freaks
Non è un caso che la sinistra faccia proseliti soprattutto tra i giovani. Non ho sottomano delle statistiche, ma sono sicuro che se il regolamento elettorale si adeguasse al precipitoso calo del livello di maturità delle ultime generazioni giovanili e conferisse diritto di voto solo a partire dai 25 anni, la sinistra sarebbe ancora più irrilevante di quello che già non è. Certo la sinistra non è solo giovani: ci sono poi anche i nostalgici del mito progressista, eterni adolescenti che portano i segni del tempo che passa sulla testa piuttosto che dentro di essa; e ci sono quelli che sull’appartenenza alla sinistra c’hanno costruito una carriera politica, universitaria ecc., e che campano sul voto e sul sostegno delle due categorie precedenti.

sabato 3 novembre 2018

ALTA TASSAZIONE E EVASIONE FISCALE: IL SISTEMA ITALIANO E' UN SOCIALISMO DI FATTO?


(Difficoltà: 3,3/5)

Pressione fiscale in Italia: in crescita pressoché costante
Da investitore di borsa, so che l’acquisto di azioni equivale all’acquisto di un pezzo di azienda: è partecipazione al capitale di quell’azienda. E so che i dividendi che mi vengono corrisposti a ogni quarto dell’anno (per la Borsa americana) sono una distribuzione degli utili ai quali la quota di possesso di quell’azienda mi dà diritto. Uno investe in borsa per guadagnare, cioè per partecipare degli utili. Il guadagno di borsa può derivare da questi utili, e quindi abbiamo i dividendi (i dividendi sono di norma una porzione del clash flow, cioè della liquidità che un’azienda si trova ad avere a disposizione al netto degli utili reinvestiti o devoluti a copertura di rate di debito, o altro); ma il guadagno può derivare anche (e qui sta il vero fascino della borsa), dalla speculazione, cioè dalle oscillazioni del valore dell’azione di quell’azienda, che possono anche non avere nulla a che fare con la reale performance finanziaria della stessa. In quest’ultima accezione, la borsa viene ad assomigliare più a un casinò che ad altro.

giovedì 1 novembre 2018

ANCORA QUATTRO RIGHE SUL "POLITICAMENTE CORRETTO"

(Difficoltà: 0,8/5)


"Dentro ogni progressista c'è un totalitario smanioso di manifestarsi" (David Horowitz)

 
"Proteste violente nei campus universitari"
Come già osservato in un precedente articolo (1) il "politicamente corretto" è, innanzitutto, una strategia per soffocare la libertà d’espressione dietro una parvenza di civilità evocata dal rispetto di dogmi moralistici che reclamano per sé un valore superiore al fondamentale diritto liberale della libertà di parola.
Il “politicamente corretto” è l’autentica piaga dei nostri tempi, perché distilla l’essenza di ogni impulso antidemocratico. Esso è il ricatto morale del: "O fai, pensi e dici come dico io ho sei un razzista, omofobo, xenofobo, islamofobo" ecc. Il p.c. conta sul fatto che, nel medio-lungo termine, tutti si adeguano ai suoi dikat senza nemmeno bisogno di essere sollecitati, solo per non essere pubblicamente (la sinistra controlla tipicamente la stragrande maggioranza dei media) additati con gli appellativi di cui sopra. E la capacità del cittadino di autoregolarsi in merito a ciò che può e non può dire, cioè di autocensurarsi, è l'autentico sogno di ogni dittatore: l’“internalizzazione” dell’autorità (2) è anche l’internalizzazione del censore, vale a dire che ognuno si rende censore di se stesso, il che rende a questo punto innecessaria una forma di costrizione e oppressione esterna. Il singolo, il partito o l’oligarchia al potere ottengono così la condizione ideale per un dominio di cui non si vede la fine, e che si basa sul controllo dell’opinione pubblica attraverso il controllo su ogni singola coscienza. Tutto questo è ciò a cui mira il "politicamente corretto": instaurare una dittatura totalitaria conservando l'illusione di essere in democrazia.

sabato 27 ottobre 2018

IL “POLITICAMENTE CORRETTO”: L’INSTAURARSI DELLA DITTATURA ATTRAVERSO IL CONTROLLO DELLA PAROLA


(Difficoltà: 0.9/5)

Sinistra: demonizzazione e violenza
Ricordate quando per indicare un individuo con impedimenti funzionali si diceva “handicappato”? E vi ricordate quando poi si è deciso di cassare il termine “handicappato”, ritenuto offensivo, per sostituirlo con “disabile”? E vi ricordate del momento in cui si è deciso di far fuori il termine “disabile”, ritenuto oltraggioso, per sostituirvi la delirante locuzione “diversamente abile”? E di quando si è deciso di giustiziare l’espressione “diversamente abile” per soppiantarla con l'orripilante “diversabile”? I testi della legislazione scolastica possono aiutare una ricerca che si proponga di studiare un’evoluzione delle varie diciture. Nel caso di “diversamente abile”, ci si era accontantati di violentare la logica; con “diversabile” (una specie di crasi), invece, si è pensato di stuprare anche l’italiano: un sovversivo potrebbe infatti pensare che “diversabile” sia aggettivo derivato dalla voce del noto verbo “diversare”... Ma stiamo un po’ divagando. Veniamo al punto. Questa danza di appellativi, sanzionata legislativamente e penetrata nella favella comune, è un esempio di “politicamente corretto”. E questo è solo un esempio triviale, con un’implicazione politica così rarefatta da essere intelligibile solo alla mente più informata ed esperta. Ma il politicamente corretto va molto più a fondo: esso è pervasivo al punto da includere tutto (almeno nelle ispirazioni). E la politica non è un campo che esso tocchi solo tangenzialmente e accidentalmente, tutt’altro: il potere politico (autoritario) è la sua culla, la sua ragion d’essere e il suo approdo ultimo (tant’è vero che la parola “politica” è inclusa nel suo nome).