Anni di spensieratezza: i gloriosi "Wham!" |
David Bowie, Prince, George Michael.
Immagini di freschezza creativa, di vitalità, di gioventù eterna da
un'età dell'oro musicale che s'allarga fino ad abbracciare tre decadi.
Le loro morti premature ci dicono che
tutto è un'illusione, che nulla è eterno, che anche i tronchi di
querce secolari possono essere spezzati dal vento del destino. Ciò
che non è un'illusione è sicuramente la loro eredità musicale. Ma
si tratta di “eredità”, appunto: roba di un passato museale
destinato a essere oggetto di rimpianti da qui all'eternità. Perché
questa eredità musicale è – specialmente dopo la progressiva
distruzione della scena musicale operata dalle varie boyband e
shock-artists che sopperiscono alla mancanza di talento con l'effetto
speciale di loro costumi e culi (Lady Gaga, Miley Cyrus) dagli anni
'90 in poi - destinata a rimanere impareggiata.
Anche le sorti magnifiche e
progressive della musica quindi si sono rivelate un'illusione, cosa
che doveva comunque essere già chiara dal decadimento dell'offerta
musicale nel passaggio dai '70 ai (pur sempre straordinari) '80.